Sgarbi indagato per evasione, Sangiuliano lo scarica e chiama l'Antitrust. Ma lui: «Tutto regolare, non mi dimetto»

La vicenda sotto esame di palazzo Chigi

Sgarbi indagato per evasione, Sangiuliano lo scarica e chiama l'Antitrust. Ma lui: «Tutto regolare, non mi dimetto»
di Mario Ajello
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 10:14

Acque molto agitate al ministero della Cultura. Per la questione Sgarbi. Suscitata da una pagina del Fatto Quotidiano in cui si racconta tra l’altro che la Procura ha aperto un fascicolo sul sottosegretario del dicastero del Collegio romano per un mancato pagamento all’Agenzia delle entrate.

 

Nelle stesse pagine del giornale il ministro Sangiuliano dice queste parole riferite a presunte consulenze d’oro del suo sottosegretario: «Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo.

Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose». E ancora: «Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni». Il ministro aggiunge anche di aver «informato l’Antitrust per verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me, sembra di sì».

Sgarbi indagato

Sgarbi, ieri in missione a Bologna inviato proprio dal ministro, con «cui i rapporti sono ottimi e abbondanti, e pure molto affettuosi», ha replicato leggendo in pubblico un messaggino che gli avrebbe inviato Sangiuliano: «Non ho rilasciato alcuna intervista, ho solo detto a chi mi ha telefonato di non sapere di che cosa si parlasse». Ma nel pomeriggio il ministro smentisce al Fatto: «Non gli ho scritto quel messaggio, e non l’ho sentito». Sgarbi comunque rivendica la sua buona condotta sia professionale sia fiscale («Se c’è un’indagine sui miei compensi da libri, conferenze e altro chiarirò perché è tutto in ordine e non esiste incompatibilità tra il mio compito di sottosegretario e la mia attività culturale retribuita e lo sanno tutti come lo sa anche Giorgia Meloni»), per dire che «si tratta tutto di un falso ordito via stampa». Mentre Sangiuliano ha passato la giornata a lavorare come sempre, visitando anche il Vittoriano appena restaurato e lanciando da lì l’annuncio: «Da questo 4 novembre i musei saranno aperti. E quanto all’Altare della patria dico ai giovani di venirci perché questo luogo evoca il sacrifico di tanti italiani per completare il Risorgimento con la guerra del ‘15-‘18». 


La vicenda Sgarbi presenta comunque degli sviluppi già abbondantemente in corso. Fonti di governo fanno sapere informalmente che l’esecutivo va comunque «verso un approfondimento» della posizione del sottosegretario per le consulenze svolte nel corso del suo incarico istituzionale. Ci vorrà del tempo però per chiarire la situazione. 


SOTTO LA LENTE
La Procura di Roma ha aperto il fascicolo per il presunto mancato pagamento di 715mila da parte del critico d’arte all’Agenzia delle Entrate e anche per l’acquisto all’asta di un quadro di Vittorio Zecchin. Due casi, in particolare il primo, che sarebbero «attenzionati» da Palazzo Chigi e che sono finiti sotto la lente d’ingrandimento del governo. Non ho nulla di cui preoccuparmi», dice Sgarbi. «Se non del corvo, e credo si tratti di un mio ex assistente al ministero e ho già fatto denuncia contro ignoti, che si è intrufolato nel mio computer e ha fatto il delatore con una lettera anonima piena di falsi a cui evidentemente il Fatto ha abboccato». E ancora: «Anche l’Agcom ha detto che non esiste incompatibilità tra la mia funzione di governo e la mia attività culturale. E quanto al fisco, chiarirò perché io pago tutte le tasse». 


C’è intanto da considerare questo. Ossia la nota dell’Antitrust diramata ieri: «Confermiamo la ricezione della documentazione inviata dagli uffici del ministro Sangiuliano. L’Autorità ha immediatamente iniziato l’esame della documentazione ricevuta». Quella appunto sulle consulenze di Sgarbi. Il quale ora si dimette? «Ma figuriamoci, non esiste proprio», risponde il sottosegretario. E spiega: «Il polverone è stato montato ad arte. Sangiuliano al giornalista che lo ha chiamato ha probabilmente risposto con esclamazioni vaghe e su quelle ci hanno montato una intervista falsa. Avete osservato che non ci sono le domande ma è una specie di monologo ininterrotto?». Ma questa vicenda non è destinata a interrompersi qui.
 

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