Separazioni, arriva l"arbitro"per risolvere le liti tra genitori. Aiuta nelle scelte su scuola e salute (e a volte le impone)

E' chiamato sempre più spesso, per decisione del giudice o consiglio degli avvocati, a intervenire quando, con la separazione, si creano situazioni genitoriale tese.

Separazioni, arriva l"arbitro"per risolvere le liti tra genitori. Aiuta nelle scelte su scuola e salute (e a volte le impone)
di Valeria Arnaldi
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Martedì 2 Maggio 2023, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 15:06

Monitoraggio della situazione familiare e dei bisogni del minore. Aiuto a madri e padri in conflitto, affinché riescano ad attuare il "piano genitoriale". Gestione dei casi di alta conflittualità nel rapporto tra i partner e risoluzione tempestiva dell'eventuale lite, per far sì che non sia il passare del tempo a decidere o a togliere la possibilità di farlo. Fino ad arrivare, in taluni casi, a prendere le decisioni, sempre previo consenso dei genitori o del tribunale. Sono a cavallo tra la sfera giuridica e quanto attiene alla salute mentale i compiti del coordinatore genitoriale, sorta di "arbitro" per famiglie, chiamato sempre più spesso, per decisione del giudice o consiglio degli avvocati, a intervenire quando, con la separazione, si creano situazioni genitoriale tese. Obiettivo, salvaguardare l'interesse del figlio. E tutelare la sua quotidianità.

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È un vero boom di interventi ad essere segnalato da Acoges-Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica, prima iscritta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell'elenco delle associazioni professionali autorizzate a tenere gli elenchi dei professionisti: secondo le stime, sono stati circa 2.000 i percorsi di tale tipo avviati nel 2022. «Purtroppo in separazioni e divorzi, si assiste a una conflittualità sempre più elevata spiega la presidente Conny Leporatti che ha ricadute sui figli.

C'è una conflittualità fisiologica, nella separazione, poi, però la famiglia si attesta su nuovi equilibri. In alcuni casi questa fase non viene superata e la conflittualità si cronicizza. Un tempo, ci si rivolgeva prevalentemente all'autorità giudiziaria, con reiterati ricorsi per modifiche agli accordi presi, ora si può chiedere l'intervento di un esperto».


CONSAPEVOLEZZA
La crescita di interventi è da legare anche alla maggiore consapevolezza degli effetti che i conflitti tra partner hanno sui figli. «Andare o meno a un compleanno, a una gita scolastica o simili può sembrare una cosa banale nell'ambito di una separazione, ma è importante per la vita sociale del bambino prosegue Leporatti senza contare gli esiti della triangolazione, ossia quando un ragazzo non può dire a un genitore di essere stato bene insieme all'altro o magari di avere bisogno di supporto per affrontare la nuova situazione familiare». Da qui, la nascita di figure professionali specifiche, "arbitri", appunto, imparziali.
«La coordinazione genitoriale è stata introdotta a Civitavecchia, con me, e a Milano, intorno al 2010. Negli Usa e in Canada era già attiva da tempo», spiega Silvia Mazzoni, responsabile della sezione Coordinazione Genitoriale del Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute all'ateneo romano La Sapienza. «Al momento, come in tutte le professioni non codificate, sono le associazioni che stanno definendo i profili del coordinatore genitoriale. Deve essere un esperto degli effetti del conflitto sui figli e di psicologia dell'età evolutiva».
Il primo rischio in caso di separazione burrascosa infatti è una sorta di "stasi" nella vita quotidiana. Genitori in "guerra" tra loro possono non accordarsi sulla scelta del pediatra, della scuola e così via. Il timore è che, nei tempi del dibattito tra mamma e papà, a perdere l'"occasione" sia il figlio. «L'intervento dei coordinatori, però, è previsto solo in conflitti non mediabili, dove la negoziazione, anche assistita, sia fallita sottolinea Mazzoni A livello internazionale, si tratta circa del venti per cento di tutte le separazioni e i divorzi. Oggi, però, in Italia, c'è un po' di confusione, quindi spesso ai genitori viene consigliato direttamente di rivolgersi ai coordinatori, senza tentare altre vie, come la mediazione».


LE DIFFICOLTÀ
Trovare un coordinatore genitoriale non sempre è facile. «In Italia aggiunge Mazzoni - la situazione, oggi, è a macchia di leopardo. Anche se è vero che la professione si sta diffondendo, non esistono coordinatori genitoriali in tutte le città. Alcuni sono riuniti in associazioni private. Altri, invece, sono inseriti nel servizio pubblico. Serve chiarezza. Occorrono elenchi riconosciuti dal Tribunale e devono esserci coordinatori disponibili in tutte le regioni».

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