Il silenzio sui presunti abusi subiti dalla figlia al prezzo di 600 euro. A tacere, per una cifra tutto sommato irrisoria, sarebbe stata una madre salentina che ha patteggiato 8 mesi di reclusione per favoreggiamento.
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Madre condannata
Il contesto è senza dubbio disagiato, evidentemente di quella somma la donna aveva necessità.
LE INDAGINI
Nel corso degli approfondimenti investigativi eseguiti dai carabinieri, si è accertato che il velo di omertà iniziale avrebbe avuto una sua spiegazione. Il versamento di una somma in denaro per poche centinaia di euro. Difatti, poi, una volta ascoltata, la madre, avrebbe tentato di sminuire i fatti. Stando all'accusa si sarebbe perfino rifiutata di fornire indicazioni utili ai militari dell'Arma. Sarebbe poi crollata, infine, spiegando di aver avuto il timore di una reazione violenta del marito e padre della bimba, qualora avesse appreso dell'accaduto.
L'inchiesta è stata portata avanti, coordinata dal pm Rosaria Petrolo che ha poi chiesto il rinvio a giudizio di entrambi: l'uomo accusato di violenza sessuale per i palpeggiamenti su una minore di 14 anni e anche la signora, a cui è stata contestata l'ipotesi di favoreggiamento.
IL GIUDIZIO
Una volta dinanzi al gup Giulia Proto, per l'udienza preliminare, lei ha scelto di patteggiare (al fianco del suo avvocato Luigi Rella). Lui ha invece deciso la via del giudizio con rito abbreviato che, in caso di condanna, gli consentirà di fruire dello sconto di un terzo della pena. È difeso dall'avvocato Raffaele Leone che tenterà di dimostrare, allo stato degli atti, l'estraneità ai fatti del suo assistito. Nel fascicolo ci sono le dichiarazioni della bambina che sono state raccolte nel corso di un incidente probatorio che si è svolto dinanzi al gip Marcello Rizzo. Considerata infatti l'età della presunta vittima, è stato ritenuto indispensabile congelare la prova prima dell'eventuale processo.