Sandra Milo, Massimo Ghini: «Sul set parlava di Fellini con l’amore negli occhi»

L’attore romano che è stato suo figlio nel film “A casa tutti bene” di Muccino. «Era una donna forte e consapevole che non ha mai perso la sua leggerezza»

Sandra Milo, Massimo Ghini: «Sul set parlava di Fellini con l’amore negli occhi»
di Gloria Satta
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Martedì 30 Gennaio 2024, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 08:49

​Massimo Ghini ha partecipato a uno degli ultimi film di Sandra Milo, A casa tutti bene, diretto nel 2018 da Gabriele Muccino che avrebbe poi realizzato per Sky la serie dallo stesso titolo snodata (per ora) in due stagioni. Nel film, un potente dramma familiare tutto ambientato in una villa di Ischia dove Stefania Sandrelli e Ivano Marescotti festeggiano le nozze d’oro, l’attore romano, 69 anni, interpretava un personaggio malato di Alzheimer: Sandro, mentre Sandra faceva sua madre Maria. E oggi, addolorato per la morte dell’attrice, rievoca quell’esperienza «indimenticabile». 

Conosceva già Sandra Milo? 
«Non avevamo mai lavorato insieme ma prima di ritrovarci sul set di Muccino ci eravamo incontrati un paio di volte in occasioni pubbliche.

Io ero molto emozionato: lei era un mito e non soltanto per me». 

Cosa intende? 
«Bella, folle, terribilmente sexy, Sandra aveva rappresentato il sogno di intere generazioni. Ma quando la incontrai per la prima volta non aveva l’aria della diva, anzi. Fu gentile e disponibile, una persona decisamente accogliente ed empatica».

Ha un ricordo un po’ speciale legato alla lavorazione del film? 
«Mi ero autonominato capo-gita perché conoscevo Ischia bene per avervi trascorso tante vacanze con i miei figli. Così una sera, finite le riprese, portai tutti a cena in un ristorante raggiungibile solo dal mare. E alla fine, quando eravamo rimasti in pochi, Sandra cominciò a raccontare la sua storia con Fellini. Fu un momento magico: lei era al centro della sala, noi davanti a lei in silenzio pendevamo dalle sue labbra». 

E in che termini l’attrice parlava del suo grande amore?
«Quella sera ci fece un racconto romantico e insieme buffo. Rievocò un momento particolare della lavorazione di Giulietta degli spiriti». 

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Quale? 
«Nella scena in cui era sull’altalena vestita come una ballerina di Toulouse-Lautrec, Sandra si lamentava perché indossava degli stivaletti troppo stretti: “Federico, che dolore, non ce la faccio più!”. Fellini allora glieli slacciò e cominciò a massaggiarle i piedi davanti a tutti. ”Sandrina, va meglio?”, domandò ma subito dopo intimò agli assistenti di rimetterglieli e ricominciò le riprese. In quell’episodio c’era tutto: la follia di lei, la genialità un po’ crudele del regista, la brutalità del cinema che nonostante tutto deve andare avanti».

Sandra raccontava spesso di Fellini
«Sì, ma senza vantarsene. Del resto il loro amore non è volgare gossip ma appartiene alla storia del cinema. Sandra era una donna aperta e solare, simpatica con tutti. Quando poi si metteva a scambiare chiacchiere e confidenze con Stefania Sandrelli, Pierfrancesco Favino e io ci nascondevamo per ascoltarle. Amori, fughe, successi: era un’autentica emozione sentirle raccontare». 

 

Cosa l’ha colpita di più della Milo? 
«Il suo enorme senso del dovere che per tutta la vita l’ha portata a lavorare senza sosta per dare il massimo ai figli. Quando una persona muore si scatena la retorica, tutti sono pronti a edificare il busto al Pincio ma io ci tengo a ricordare l’attrice per quello che è stata. E cioè una professionista con i piedi per terra, dotata da un grande senso di responsabilità».

E come si manifestava? 
«Spesso è stata sfruttata dagli uomini, ha perso delle occasioni importanti ma non si è scoraggiata. Era una lavoratrice accanita, a un certo punto andò perfino in Sudamerica ad aprire un ristorante... Dietro l’immagine della diva svampita c’era una donna forte e consapevole che nemmeno nei momenti più difficili ha perso la leggerezza. Anche se in Italia non ti perdonano questo atteggiamento». 

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