Ricchi e Poveri: «Prendiamo mille euro di pensione. La canzone a cui siamo più legati? Sarà perché ti amo, è un inno per i tifosi»

La nuova popolarità dopo Sanremo: «Grazie a TikTok ora anche i giovanissimi ci seguono»

Ricchi e Poveri: «Prendiamo mille di euro di pensione. La canzone più bella? Sarà perché ti amo, è un inno per i tifosi»
di Andrea Scarpa
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Domenica 18 Febbraio 2024, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Angela Brambati e Angelo Sotgiu, i due Ricchi e Poveri ancora in pista, hanno 76 e 78 anni, ma visti di persona sembrano due ragazzini caricati a molla, non si fermano mai. All’ultimo Sanremo hanno presentato "Ma non tutta la vita" e si sono classificati al 21esimo posto, ma per loro – grazie all’autoironia messa in scena – è stato comunque un trionfo: grazie ai social adesso anche i giovanissimi sanno chi sono.

I Ricchi e Poveri e "il segreto" di Angela

A proposito, sui social in tanti si chiedono cosa prendiate di speciale per essere così pimpanti: cosa vi fate? 
Angela - «Io, tisana al mirtillo».
Angelo - «Niente, è solo fortuna».


Palestra, corsa, dieta?
Angela - «Zero. Sono agitata di mio».
Angelo - «Io ogni tanto le pianto dei chiodi sui piedi per fermarla».


Dal 1967 cosa vi tiene insieme?
Angela - «La musica. L’amicizia (i due a 18 anni sono stati anche fidanzati, ndr). E anche la fortuna di non essere mai stati abbandonati dal bambino che è in noi».
Angelo - «Chiaramente ci sono stati alti e bassi, ma siamo stati fortunatissimi. Io, prima, facevo l’operaio all’Italsider».
Angela - «E io la benzinaia».


La prossima sfida qual è?
Angela - «Un musical. Ne ho scritto uno. Stiamo cercando di capire a chi presentare il progetto». 


Che storia è?
Angela - «Divertente e commovente. Posso solo anticipare che io sarò una suora e Angelo... Un’altra idea me l’hanno rubata, meglio se non aggiungo altro».


Tutti i cantanti, anche ventenni e con una sola canzone di successo, fanno documentari: voi?
Angelo - «Lo faremo».
Angela - «Prima o poi, sì. Ora ci riposiamo qualche giorno e poi ripartiamo con promozione e tour (il 21 maggio saranno al Brancaccio di Roma, ndr). Torneremo anche in Australia e Canada».


Quanti concerti fate all’anno?
Angelo - «Un centinaio. Finora ne abbiamo fatti più di settemila...».


Non vi siete stufati?
Angela - «No. Quello che ti toglie le forze è tutto quello che c’è prima di salire sul palco, i viaggi e le attese, cantare è una festa». 

 


Il posto più strano dove vi siete esibiti?
Angelo - «Al Palaghiaccio di Milano, 15 anni fa, quando abbiamo cantato per due ragazzi del Kazakistan. Il papà di lei per festeggiare il compleanno aveva preso un aereo privato, affittato l’impianto, i bodyguard, e a un certo punto, mentre i due fidanzatini pattinavano siamo arrivati noi. E solo per loro abbiamo cantato Cosa sei - la loro canzone del cuore - Mamma Maria e Sarà perché ti amo».


Mai pensato alla pensione?
«Mai. Finché ci divertiamo, la gente ci segue, e la salute ci assiste, andiamo avanti».


E se uno dei due decidesse di mollare, l’altro andrebbe avanti come Ricco e Povero, o Ricca e Povera?
Angelo - «Se si stufa le do un pugno in testa».
Angela - «E io due».


Quanto prendete di pensione?
«Rispetto a quanto abbiamo versato, poco. Un migliaio di euro».


Dagli Anni Settanta siete popolarissimi in Russia: avete mai suonato per Gorbaciov, che nel 1999 fu ospite proprio del Festival di Fazio, o Putin?
«Mai. Una volta sola per Medvedev, il presidente».


Non è che tornerete a esibirvi da quelle parti come Pupo?
«Da quando c’è la guerra ci hanno invitato più volte ma non siamo mai andati. Amiamo i russi, ma andremo solo quando ci sarà la pace e dopo aver fatto un concerto prima a Kiev e poi a Mosca».


Come avete fatto a diventare star dei social?
Angelo - «Ci siamo affidati ad esperti. Prima non sapevamo neanche cosa fosse TikTok».
Angela - «Ora siamo ovunque. Ci seguono anche i giovanissimi. E l’ironia che si vede è nostra: siamo fatti così».


Marina Occhiena - che nel 2020 partecipò con Franco Gatti alla reunion sanremese per i 50 anni della “Prima cosa bella” - non è con voi perché certe cose non si rimettono mai veramente a posto (uscì dal gruppo nel 1981 dopo la scoperta di una sua relazione con il compagno di Angela, padre di suo figlio)?
Angela - «Con Marina nel 2020 avremmo dovuto fare un tour, ma poi c’è stato il lockdown ed è saltato tutto. Oggi senza Franco la reunion non ha senso».


La canzone a cui siete più affezionati qual è?
Angela - «Sarà perché ti amo. Ci ha fatto girare il mondo».
Angelo - «Con i social è diventato un inno per i tifosi di calcio di mezzo mondo. E a Monaco è la canzone ufficiale dell’Oktoberfest».


Da anni siete anche icone gay: perché?
Angelo - «Non lo so, forse perché vogliamo bene a tutti».


Sul tema siete per i matrimoni, le adozioni, l’utero in affitto?
Angela - «Ognuno dovrebbe essere libero di fare quello che vuole, rispettando il prossimo e i suoi sentimenti».
Angelo - «Per me basta fare le cose in accordo con le leggi».


In tutti questi anni vi hanno mai chiesto di schierarvi politicamente?
Angela - «Mai».
Angelo - «Sì. Anni fa da più parti mi chiesero di candidarmi, ma ho impiegato pochi secondi a dire di no».


L’amico genovese Beppe Grillo l’avete mai votato?
Angelo - «Non parlo di queste cose. Beppe per me è una persona in gamba. Non so se ha fatto bene o male in politica, di sicuro ha scombussolato tutto».
Angela - «Quando non parlava di politica, però, mi faceva tanto ridere».


Che ne pensate di Ghali, che da Mara Venier è intervenuto sulla guerra israelo-palestinese?
Angelo - «Ghali ha detto quello che pensa e se si prende le sue responsabilità, va bene così».


Qual è stata la rinuncia maggiore che avete fatto?
Angelo - «La famiglia. I figli sono arrivati all’università e quasi non me ne sono accorto. Non c’ero mai. Sono stati loro a soffrire di più per le mie assenze. Spero di aver recuperato».
Angela - «Siamo riusciti a rimanere uniti. È andata bene».


Il difetto maggiore?
Angelo - «Ne ho così tanti che non so scegliere».
Angela - «Quando le cose non vanno come dico io, mi incazzo e mando la gente a quel paese. Poi però so chiedere scusa e abbraccio tutti».


A 21 anni Sangiovanni si è fermato perché non sta bene e non ha più le energie mentali e fisiche per andare avanti: a voi è mai successo? 
Angelo - «Anche io ho avuto lo stesso problema, che ho superato fermandomi e con l’aiuto dei miei compagni. Era il 1972, ero giovane e avevo paura di tutto. Si chiamano attacchi di panico. Non potevo uscire di casa. Oggi con i social e tutto il resto la pressione può essere insopportabile. Sangiovanni ha fatto bene a fermarsi e a dirlo. È bravissimo e recupererà tutto».


La medaglia sul petto che pensate di meritare, ma che non avete ancora avuto, qual è?
Angelo - «Io dai miei figli vorrei quella per essere stato un bravo papà. Chissà se l’avrò mai».
Angela - «Anch’io».


Angelo, è vero che quando Califano le suggerì di tingersi i capelli di biondo anche sua mamma fece altrettanto?
«Sì, perché eravamo tutti scuri in famiglia e temeva che qualcuno potesse malignare. Certe cose all’epoca non erano viste bene. Pippo Baudo la chiamò per chiederle: “Signora, ma lei i capelli di che colore ce l’ha?”. E lei: “Biondi, che domande fa?”».


E il primo nome scelto per voi da Califano era Rich and Poors, giusto?
«Sì. Però quando ci presentavamo tutti dicevano: “Vuol dire Ricchi e Poveri?”. E allora...».


Sulla tomba di Califano l’epitaffio recita “Non escludo il ritorno”: fra cent’anni il vostro come sarà?
«Non escludiamo la reunion».
 

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