Guglielmo II, l'assassino del re ha discendenti italiani: chi è la famiglia Tirelli (e perché farà un dono al Regno Unito)

Guglielmo II, l'assassino del re ha discendenti italiani: chi è la famiglia Tirelli (e perché farà un dono al Regno Unito)
di Vittorio Sabadin
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Domenica 10 Marzo 2024, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 13:29

I discendenti italiani dell'uomo che il 2 agosto del 1100 uccise con una freccia re Guglielmo II d'Inghilterra vogliono donare a un museo britannico un antico e prezioso trittico su lastre di pietra che raffigura l'episodio. Hanno già ricevuto numerose richieste da istituzioni culturali della Scozia e dell'Inghilterra e ne hanno respinte altre milionarie arrivate da miliardari americani e sauditi. Guglielmo II, figlio terzogenito di Guglielmo il Conquistatore, partecipava a una battuta di caccia al cervo nella New Forest dell'Hampshire quando si allontanò nel bosco con l'amico Gautier (Walter in inglese) Tirel o Tyrell, signore di Poix in Piccardia. Il re fu ritrovato morto il giorno dopo, con il petto trafitto da una freccia. Si disse che Tirel lo aveva colpito per sbaglio mirando a un cervo, ma per evitare grane il signore di Poix se ne tornò subito in Francia, dove nessuno lo andò a cercare. Guglielmo II era odiato da tutti e suo fratello Henri fu felicissimo di prenderne il posto. Da quel Tirel discende l'antica famiglia nobiliare italiana dei Tirelli, il cui ultimo superstite del ramo napoletano è l'avvocato Alexandro Maria. È stato lui a prendere la decisione di far tornare il trittico dove era stato realizzato più di 900 anni fa.

LA DECISIONE

Negli anni 90 suo nonno decise di portarlo all'estero attraverso l'Austria e da molto tempo si trova a Gibilterra, territorio britannico d'oltremare, dove prende inutilmente polvere. «Regalarlo a un museo britannico mi è sembrata la cosa giusta da fare dice Alexandro Tirelli anche perché non credo che i miei figli saranno interessati a prendersene cura. Abbiamo quest'opera da molto tempo, ma non è del genere che appenderesti in salotto. Meglio che torni in un paese che ne apprezzerà l'importanza per l'indubbio e forte legame che ha con la sua storia». Non appena si è diffusa la voce che il trittico era disponibile, in Gran Bretagna si è scatenata una vera e propria caccia ad accaparrarselo. Lo ha richiesto il governo scozzese, e lo vorrebbe l'antica città di Colchester nell'Essex, dal cui sobborgo di Langham Walter Tirel lasciò l'Inghilterra. La prima lastra raffigura un gruppo di guerrieri guidati da "Tirelli" e da suo fratello Hrolfre che si trasferiscono dalle isole Orcadi alla Normandia. Il secondo rievoca la battaglia di Hastings del 14 ottobre 1066, nella quale il re normanno Guglielmo sconfisse gli anglosassoni di Aroldo II e divenne re d'Inghilterra. Allo scontro partecipò anche, come spiega una scritta in latino sul disegno, "Gautherius Tyrellus filius fulgonis in Haestinga cum Wilelmo duce".

IL VALORE

Nell'ultima lastra è raffigurata la fuga di Tirel in barca dopo la morte di Guglielmo II. Gli esperti che hanno visionato l'opera ne hanno confermato l'alto valore storico, notando però che i dipinti sono stati più volte ritoccati e che il latino delle scritte è posteriore alla realizzazione dei disegni. «C'è un'incisione a cuspide che risale al 600 o al 700 dice Tirelli e un blasone della mia famiglia databile al 500. I ritocchi sono numerosi, ma la base medioevale con scritte runiche è considerata importante dagli storici perché fa pensare che Rollone, primo duca di Normandia, non venisse dalla Scandinavia come si credeva, ma dalle Orcadi». A rendere l'opera ancora più interessante è poi il fatto che la mano dell'artista che l'ha disegnata è molto simile a quella che ha realizzato lo stupefacente arazzo di Bayeux, un nastro di pezze di tela dipinte lungo 68,30 metri che narra la conquista normanna dell'Inghilterra e rappresenta un documento di inestimabile valore per la conoscenza di quel periodo storico.

LA DISPUTA

«Chi ha realizzato il trittico osserva Tirelli o conosceva molto bene l'arazzo di Bayeux o è la stessa persona che l'ha dipinto.
Le somiglianze sono davvero impressionanti». Da quando la voce si è diffusa, Tirelli riceve quasi ogni giorno offerte di acquisto. L'ultima, ieri mattina, proponeva uno scambio per 800 mila euro. Ma si era già fatto vivo un principe saudita con un assegno ancora più cospicuo e un miliardario americano del quale l'avvocato non può fare il nome, perché vincolato da un accordo di riservatezza. Altre fonti hanno però parlato di un interessamento di Jeff Bezos, il padrone di Amazon, che avrebbe messo sul piatto tre milioni di dollari. I soldi fanno sempre comodo, ma la decisione è ormai presa e il trittico andrà quasi certamente a Colchester.

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