Paolo Brosio e il ricordo della madre Anna: «Diceva che in tv sembravo un pazzo. Da piccolo mi cazziava sempre»

Il giornalista è tornato a parlare della madre, a cui era legatissimo

Paolo Brosio, il ricordo della madre Anna: «Da piccolo mi cazziava sempre»
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 10:51

Anna Marcacci Brosio è scomparsa la mattina del 18 aprile, nella casa di cura San Camillo di Forte dei Marmi. Pochi giorni prima, aveva compiuto 102 anni ed era scampata all’ennesimo scompenso cardiaco. Suo figlio, il giornalista Paolo Brosio, è stato con lei fino alla fine: ha visto in diretta i suoi ultimi minuti, grazie a una videochiamata della dottoressa Roberta Bruschi, il medico di guardia. La signora Anna era diventata un personaggio popolare e amato anche dal pubblico del picccolo schermo, grazie alla storica trasmissione "Quelli che il calcio", verso la fine degli anni '90. 

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Paolo Brosio e il ricordo della mamma

Il giornalista è tornato a parlare della madre, a cui era legatissimo, in un'intervista al Corriere della Sera. «Grazie a mamma costruirò un ospedale a Medjugorje.

Mi ha insegnato il perdono, ma non a vestirmi bene come lei», racconta senza perdere il suo senso dell'umorismo, nonostante la tristezza: il lutto c'é, ma prevale il dolce ricordo legato alla figura materna. 

Donna amorevole e apprensiva, in pubblico sempre elegante. E infatti rimproverava il figlio quando non lo era: «Mi cazziava sempre. Del resto ero la pecora nera. Per andare a scuola mi faceva mettere i pantaloni di vigogna, maglione blu e camicia bianca: non sa quanto mi prudevano, io sognavo i jeans come i miei compagni. Poi passammo al velluto».

Le preoccupazioni per l'aspetto del figlio sono rimaste tali, anche quando Paolo è cresciuto e ha fatto carriera: «Diceva che dovevo indossare la cravatta, essere più elegante, spazzolare le scarpe, che in tv sembravo un pazzo, ma che vergogna!, mio padre era sempre inappuntabile».

La fede e l'incontro con il Papa

La fede è stato un forte trait d'union tra Paolo e la madre Anna. Il giornalista racconta anche di quando, nell'aprile 2015, aveva portato la madre a conoscere Papa Francesco.

«Due giorni dopo lo scherzo diabolico delle Iene e la finta telefonata del pontefice volli farle una sorpresa e le dissi che l’avrei portata a visitare i Musei Vaticani. Poi, dopo un labirinto di passaggi, arrivammo al Palazzo Apostolico e in fondo al corridoio spuntò la sagoma di un sacerdote vestito di bianco che ci salutava con la mano destra, facendo segno di raggiungerlo». Era proprio lui, il Pontefice in persona. 

«Mi mamma camminava con il deambulatore - prosegue - aveva già 95 anni e lamentava dolori fortissimi a schiena, gambe e ginocchia. E invece fece uno scatto da centometrista e spinse il deambulatore a una velocità incredibile finché raggiunse il Papa, lo baciò tutto e lo strinse forte: disse che era il giorno più bello della sua vita».

 

Il libro

Per Paolo Brosio scrivere non è mai stato un problema. Lo ha fatto per una vita e lo farà ancora, anche per sua madre. Il giornalista rifersice di avere in mente di dedicarle un libro di memorie per ricordarla: «Sto già prendendo appunti. Parlerò della sua eredità morale, del decalogo che mi ha lasciato negli ultimi giorni. Sono sicuro che mi aiuterà a realizzare la costruzione di un Pronto Soccorso a Citluk, vicinissimo a Medjugorje. Ho ricevuto la Pec che mi annunciava l’avvio dei lavori tre giorni prima che morisse».

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