Raphael Luis, chi è il figlio "condiviso" di Michela Murgia. «A 9 anni mi prese la mano e disse: non te ne andare più»

Lo scorso maggio aveva raccontato per la prima volta, con un lungo post sulla propria pagina Instagram, le dinamiche nella sua queer family

Raphael Luis, chi è il figlio "condiviso" di Michela Murgia con Claudia nella sua famiglia queer. «A 9 anni mi prese la mano, non lo lasciai più»
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Venerdì 11 Agosto 2023, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 15:33

La vita privata Michela Murgia l'ha vista conquistare l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica anche nell'ultima fase della sua esistenza: prima per l'annuncio con cui ha reso pubblico di essere stata colpita da un tumore giunto al quarto stadio e dunque con una breve prospettiva di vita; e subito dopo con la decisione presa dalla giornalista, già sposata dal 2010 al 2014 con l'informatico lombardo Manuel Persico, di sposarsi 'in articulo mortis' in seconde nozze con il regista Lorenzo Terenzi, pur non credendo nel valore del matrimonio ma per garantire alla sua famiglia queer 'allargata' quel che lo Stato ancora non garantisce per legge, definendo le sue nozze «un atto politico».

Murgia, la famiglia queer

Murgia aveva rivelato come i suoi legami più profondi fossero racchiusi nel concetto di famiglia queer. «Non puoi dire che sono tuoi figli, non li hai partoriti.

Ho sincera compassione per chi continua a ripetermi questa frase convinti di ferirmi, ma è una frase che mi indigna anche, perché intorno a me vedo tantissimi madri e padri queer che invece ne restano annichiliti, cancellati nella loro scelta d’amore per essere ridotti alla funzione biologica, che spesso hanno subito con dolore e hanno aggirato con enormi sacrifici economici, fisici e rischio sociale», aveva risposto tempo fa con un lungo post su Instagram. Lo scorso maggio aveva raccontato per la prima volta, con un lungo post sulla propria pagina Instagram, le dinamiche nella sua queer family. In quell'occasione rivelò, tra le altre cose, il suo rapporto con Claudia, definendolo per la prima volta come coppia omogenitoriale. La scrittrice smontò i pregiudizi degli utenti ripercorrendo con dolcezza i momenti che hanno portato le due ad unirsi. 

 

Raphael, il figlio condiviso

Raphael, il figlio condiviso, fu parte integrante del racconto. «La famiglia è un posto dove si gestisce in modo strutturale il passaggio tra le generazioni. Come questo passaggio avvenga è però molto definito dalla legge e di certo non comprende il modo in cui lo facciamo noi. Nella nostra famiglia queer, io e Claudia siamo l’unica coppia omogenitoriale, perché da dodici anni condividiamo un figlio, Raphael. È la prima volta che mi riferisco a noi due come “coppia omogenitoriale”: famiglia ci bastava. Come è successo che siamo diventate madri insieme? Lo ha fatto succedere Raphael a nove anni, prendendomi la mano nella stessa sera in cui l’ho visto per la prima volta e dicendo: non voglio che te ne vai mai più. Non c’era alcuna ragione per dargli retta, a me i bambini nemmeno piacciono, ma ho vacillato e ho guardato Claudia, anche lei conosciuta la sera stessa», scrisse Murgia.  

Madri di Raphael

«La decisione presa in quello scambio di sguardi non l’ho mai rimpianta - continuò - Nei successivi dodici anni io ho divorziato, lei si è sposata, abbiamo vissuto tante cose insieme, ma una cosa non è mai cambiata: siamo rimaste le madri di Raphael. È stato facile? Sì e no. La parte facile l’ha fatta lui, che ha un’intelligenza emotiva che noi neanche dopo una vita di analisi. La parte difficile l’hanno fatta gli altri. Parentado biologico diffidente, quando non ostile. Compagni giudicanti. Conoscenti morbosi. Mille spiegazioni. Silenzi di protezione. La paura che a una dogana qualcuno ti chieda perché viaggi all’estero con un minorenne che non è tuo figlio». 

«La certezza che non puoi andarlo a prendere a scuola, perché non sei nessuno. La preoccupazione che a lei succeda qualcosa e tu non possa dire: ci sono anche io. O che succeda qualcosa a te e lui non possa dire: era mia madre. Ci siamo nascoste per anni, madri in casa, amiche fuori, per far stare tranquillo il mondo. Poi un anno e mezzo fa mi sono ammalata ed è cambiato tutto Michi, devi venire. Che succede? Ho aperto per caso la cronologia del pc e ho trovato questo: “si può dare un rene a qualcuno che non ha il tuo sangue?” Da lì in poi, del sangue non ce n’è importato più niente».

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