Mario Roggero, chi è il gioielliere condannato: sposato, 4 figlie, l'altra rapina subìta nel 2015 e il porto d'armi ritirato. Cosa sappiamo

Sei anni prima della rapina terminata in tragedia un altro colpo ai danni della sua oreficeria

Gioielliere condannato, Mario Roggero, chi è e la rapina subita nel 2015
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Dicembre 2023, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 16:08

«Ho dovuto scegliere: o la mia vita o la loro» aveva detto il 28 aprile 2021 ai carabinieri il gioielliere Mario Roggero che pochi minuti prima aveva ucciso con un revolver 38 Special, che non poteva usare, due rapinatori in fuga ferendone un altro. A morire furono in via Garibaldi, in centro a Grinzane Cavour (Alba) il 58enne Giuseppe Mazzarino e il 44enne Andrea Spinelli. Alessandro Modica, ferito a una gamba, era riuscito a fuggire ed era stato arrestato poche ore dopo venendo in seguito condannato a 4 anni a 10 mesi.

 

In realtà l'inchiesta, aiutata dal video di una telecamera di sorveglianza, aveva delineato uno scenario ben diverso rispetto a quello raccontato dall'orefice, sposato, quattro figlie, che oggi ha 68 anni.

Anche la moglie e una figlia si sono trovate loro malgrado coinvolte nella rapina, picchiate e legate dai banditi. 

Come ricordato nel processo terminato oggi in corte di assise ad Asti con la condanna del gioielliere a 17 anni, tre in più di quelli chiesti dal pm che pure ha definito «un'esecuzione" ciò che è accaduto quel giorno, i banditi erano armati con un coltello e con una pistola giocattolo non tuttavia riconoscibile come tale. Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli sono stati uccisi mentre stavano cercando di scappare e quindi la vita di Roggero e dei suoi familiari non era più in pericolo. Roggero, inoltre, prese a calci Spinelli agonizzante. Il bottino di 70mila euro venne inoltre subito recuperato nella Fiesta dei rapinatori.

Il revolver, infine, non poteva essere usato dal gioielliere che non aveva in quel periodo il porto d'armi. In passato, inoltre, come scrive ilcorriere.net, la licenza per detenere armi da fuoco gli era stato ritirata per via di una condanna, un patteggiamento di due mesi poi trasformato in pena pecuniaria, perché l'orefice nel 2005 era entrato armato nell'abitazione di un ex fidanzato di una delle figlie. Un episodio che la parte civile ha voluto che fosse considerato nel processo in corte d'assise.

La difesa

La difesa del gioielliere, che nel frattempo ha versato 300mila euro ai familiari dei rapinatori, somma accettata "solo come acconto", ha puntato sulle condizioni psicofische di Roggero la cui reazione alla rapina del 2021 sarebbe stata conseguenza del colpo subito nel 2015 nello stesso negozio. Il 22 maggio di quell'anno due banditi avevano legato lo stesso Roggero, dopo avergli rotto il setto nasale, la moglie e la figlia, che vennero chiuse nel bagno, prima di fuggire con un bottino del valore di 30mmila euro. Il gioielliere venne giudicato guarbile in mese, ma i segni causati da quell'aggressione restarono molto più a lungo sul suo viso.

Più volte i familiari dell'orefice hanno ricordato il terrore e il dolore per quelle violenze subite e anche le durissime difficolta economiche che la famiglia dovette affrontare per recuperare i danni subiti.

Roggero, poi, ritenne troppo miti le condanne stabilite per i quattro colpevoli di quella rapina che erano stati nel frattempo individuati e arrestati, nonostante i pochi elementi inizialmente a disposizione, dai carabinieri della compagnia di Alba. La donna che aveva compiuto il sopralluogo venne condannata a 2 anni e 8 mesi, mentre gli autori materiali del colpo, un piemontese e due catanesi, riportarono condanne dai 3 anni a 5 anni e 5 mesi.

Un perizia voluta dalla difesa di Roggero l'ha tuttavia ritenuto pienamente capace di intendere e di volere nel giorno del colpo di sei anni dopo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA