Luca Parmitano, dalla laurea honoris causa a Palermo all'appello alla pace in Ucraina: «Assurda la guerra per i confini nel XXI secolo» Il manifesto degli astronauti europei

Luca Parmitano, dalla laurea honoris causa a Palermo all'appello alla pace in Ucraina: «Assurda la guerra per i confini nel XXI secolo» Il manifesto degli astronauti europei
di Paolo Ricci Bitti
30 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Marzo 2022, 16:11

Luca Parmitano lo ripete dalla sua prima missione nel 2013 e ora, in questi giorni terribili dell'invasione dell'Ucraina, l'astronauta catanese dell'Agenzia spaziale europea lo ha ribadito con ancora più forza: «Per chi guarda la Terra dallo spazio non esistono confini politici: è assurdo pensare che nel XXI secolo ci siano ancora conflitti per questi motivi». Il colonnello pilota sperimentatore dell'Aeronatica militare ha ricevuto nella sede palermitana dell'Università Lumsa la laurea magistrale honoris causa in Economia e Management. Nella stessa giornata la Regione Sicilia gli ha conferito la medaglia d'oro al Valore civile che si aggiunge così a quella d'argento al Valore militare.

«Vivere a 400 chilometri di distanza dalla superficie terrestre ci permette d'identificare alcune cose particolari, ad esempio che tutte le terre emerse non hanno confini visibili», ha affermato Parmitano. «Dallo spazio anche i più grandi fiumi o le montagne più alte sembrano facilmente superabili, ma soprattutto non esistono i confini politici e questo potrebbe sembrare banale, ma non lo è nel momento in cui si ha una visione di 6.000 chilometri di raggio. Per cui può sembrare assurdo a chi ha vissuto in orbita per lungo tempo che nel XXI secolo esistano ancora dei conflitti per questi motivi».

Strano che fino ad oggi non ci fosse stata un'università che avesse pensato a Luca Parmitano, 46 anni di cui uno trascorso in orbita nel corso di due missioni nel 2013 e nel 2019/2020, il primo italiano ad assumere il ruolo di comandante della stazione spaziale internazionale nonché il primo italiano ad avere effettuato attività extraveicolari, insomma, le passeggiate spaziali (33 ore complessive). Missioni nelle missioni, con la seconda, quella per la difficilissima riparazione dell'apparecchiatura Ams, che gli hanno procurato i complimenti del premio Nobel per la Fisica, Samuel Ting, nonché il "monopolio" di 4 delle 6 puntate della docuserie "La via per le stelle" Disney+.

Il manifesto degli astronauti europei

Ci ha pensato allora la Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) con sede principali a Roma e altre a Palermo e Taranto. Palermo? Ovvero Parmitano che è nato a Paternò. La Lumsa, grazie all'astronauta siciliano,  ha azzeccato anche il colpo della presentazione del freschissimo Manifesto degli astronauti europei illustrato dallo stesso Parmitano allo Space Summit di Tolosa il 16 febbraio. Un Manifesto in cui finalmente i protagonisti delle esplorazioni spaziali dicono il loro punto di vista a cominciare dall'orgoglio che l'Europa dello spazio deve manifestare    e dimostrare nei confronti dei tradizionali partner americani e russi. Una chiamata all'indipendenza europea nel portare gli esseri umani nello spazio e anche alla responsabilità di far pesare maggiormente la potenza economica dellìUnione europea.  

«Mentre l’Europa è ancora in prima linea in molte attività spaziali, come l’osservazione della Terra, i sistemi di navigazione e le scienze spaziali, è in ritardo nei domini sempre più strategici del trasporto spaziale e dell’esplorazione. Il prodotto interno lordo dell’Europa è paragonabile a quello degli Stati Uniti, ma gli investimenti complessivi nell’esplorazione spaziale non raggiungono nemmeno un decimo di quelli della NASA», ha detto Parmitano, come riporta con la consueta puntualità il sito astronauti.news.

«Con la massima urgenza, i leader europei devono decidere in questo momento se l’Europa debba accelerare i suoi sforzi e rimanere tra le principali nazioni con capacità spaziali che danno forma al futuro di questo pianeta, o se restare indietro in un ruolo di partner secondario per i decenni a venire».

«Se perdiamo questa opportunità unica di sfidare lo status quo dovremo continuare a procurarci il trasporto spaziale umano da altri attori, senza garanzie che i nostri bisogni e valori saranno una priorità. Saremo semplici clienti paganti in una posizione di debolezza, ripetendo gli errori del passato in altri ambiti strategici, che ci hanno lasciato dipendenti da attori esterni per il nostro fabbisogno energetico, o per lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione. La nostra inazione darebbe un altro colpo alla competitività industriale europea: il denaro dei contribuenti europei verrebbe utilizzato per far avanzare i concorrenti industriali all’estero».

Paolo Ricci Bitti

Ed ecco la Lectio magistralis di Luca Parmitano alla Lumsa, sede di Palermo

New Space Economy e Italia

Lo Spazio è oggi al crocevia di cambiamenti globali, e l’Italia ha l’opportunità e la necessità di beneficiare pienamente delle possibilità di sviluppo che esso è in grado di offrire. In Italia è presente l'esperienza, il know-how e la capacità industriale competitiva necessaria: è uno dei pochissimi Paesi al mondo in cui esiste l’intera ‘filiera’ – termine con cui si intende il percorso che dagli studi universitari porta all’industria, ai servizi e agli operatori. L’Italia è in grado, infatti, di fornire personale estremamente specializzato – dall’operaio di settore all’operatore di sistema, dal controllore satellitare all’astronauta – e una produzione industriale che varia dalle costruzioni spaziali ai lanciatori, dal sistema sperimentale alla elaborazione finale.

Ciò di cui abbiamo bisogno ora, per rispondere alla nuova fase di crescita globale nel settore, è un'ambizione spaziale italiana ed europea comune, che induca a esplorarne tutto il potenziale e a stabilire un ruolo centrale dell’Europa, e con essa il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale.

Vediamo come:

Lo spazio contribuirà molto più di semplici dati, segnali di navigazione o connettività: coinvolgerà le giovani generazioni in nuovi, visionari progetti; unirà l'Europa attraverso obiettivi comuni, sogni e ambizioni che solo il volo spaziale può ispirare. l’Italia e l’Europa hanno bisogno di chiari segnali e orizzonti positivi, dopo il continuato periodo di negatività legato alla pandemia e agli eventi correnti che è quasi superfluo menzionare. È il momento per una nuova dichiarazione di missione, che concentri l’eccellenza spaziale italiana ed europea per spingere la società fuori dall'attuale crisi sanitaria, economica, climatica e politica, verso una società più sostenibile, più equa e più resiliente.

La Space Economy, con i lanciatori, le applicazioni (Navigazione, Telecomunicazioni, Earth Observation), la Scienza, è una componente del tutto integrata nelle relazioni internazionali. L’esplorazione Umana e Robotica diventerà – o meglio, sta già diventando – il nuovo scenario di confronto per la geopolitica e l’industria, soprattutto quella ad alto impatto tecnologico. Una visione strategica, italiana ed europea, del volo spaziale umano diventa quindi la condizione sine qua non per assicurarsi una posizione di leadership in questo futuro scacchiere, europeo e internazionale. Stati Uniti, Russia, Cina, insieme ad altri Paesi, hanno identificato chiari obiettivi politici e tecnologici per lo spazio, e messo già in atto i piani corrispondenti e le risorse necessarie. L’Europa ha ora il dovere di assumere il suo ruolo.

La commercializzazione dello spazio è decollata fortemente negli Stati Uniti solo pochi anni fa: è una vera rivoluzione economica – solo in parte rispecchiata in Europa – i cui effetti, se non presi in considerazione, sbilanciano l'intera economia spaziale europea. La curva di crescita della New Space Economy è esponenziale: l'industria spaziale globale stima entrate pari o superiori a 1.000 miliardi di dollari nel 2040, contro i 350 miliardi attuali. Se l'Italia (con l’Europa) vuole partecipare a questo mercato, dovrà contribuire agli ingredienti, con il supporto e la necessaria, forte spinta di programmi istituzionali – che sono stati il catalizzatore del successo commerciale al di là dell’Atlantico.

Una nuova generazione si sta facendo avanti e dovrà ripensare completamente la società. La sfida è quella di una trasformazione culturale, sociale, economica e industriale senza precedenti. Quella, appunto, di una nuova missione.

L’esplorazione spaziale ha le caratteristiche per stimolare questo ‘rinascimento’ ed esserne uno dei principali ambasciatori. L'ESA vuole e può offrire nuove opportunità, ed è quindi indispensabile che l’Europa (e con essa l’Italia) le colgano.

L'esplorazione umana e robotica è in rapidissima evoluzione, con gli Stati Uniti che tornano in questo decennio sulla Luna, e oltre, attraverso il programma Artemis; l'India e gli Emirati Arabi Uniti che entrano nel volo spaziale umano; la prossima stazione spaziale cinese, che diventerà operativa entro il 2025.

L'ESA è riuscita già ad assicurarsi la presenza di astronauti europei e la fornitura di moduli di abitazione – il modulo I-HAB, al momento in fase di progettazione finale, a guida italiana – e rifornimento (il modulo ESPRIT) sul Lunar Gateway, l’habitat in orbita lunare che permetterà il primo passaggio per l’esplorazione di lunga permanenza sulla superficie del nostro satellite.

L’Europa deve continuare a essere presente nel percorso critico dell’esplorazione spaziale e, attraverso missioni robotiche sulla superficie lunare, l'ESA potrà rafforzare l'identità strategica e l’autonomia tecnologica europea. Se sostenuta – politicamente e programmaticamente – l'ESA potrà lavorare insieme alla NASA per assicurare lo storico evento di astronauti europei che lasceranno la loro impronta sulla Luna entro i prossimi 15 anni.

All’interno di questa cornice, l’Italia può assicurarsi una forte leadership nel periodo 2022-2025, i cui effetti si ripercuoteranno fino alla fine del decennio.

Possiamo dividere le attività di esplorazione previste nella prossima decade in due grossi blocchi:

il proseguimento delle attività in corso: prevede un budget al quale l’Italia partecipa per l’impegno assunto e determinato nelle precedenti Ministeriali Europee. Consiste nella fornitura di ‘sistemi spaziali’, come parte di altri sistemi più grandi:

ISS + SciSpacE e l’estensione dell’ISS fino al 2030;

Sviluppo, costruzione e integrazione dell’European Service Module (ESM) e contratti per l’ESM BATCH B Procurement (ESM 7/8/9);

Sviluppo, costruzione e integrazione del Gateway (IHAB ed ESPRIT), l’habitat in orbita cislunare di cui scrivevo sopra;

Completamento della missione ExoMars, prevista per il primo semestre 2022 – ma ora rinviata a causa degli eventi correnti;

Mars Sample Return, il progetto in 3 componenti per il ritorno sulla Terra di un campione marziano.

Sviluppo di nuovi ‘servizi’ o ‘missioni’ ad alto impatto/alto interesse per utenti di varia natura – Agenzie Spaziali internazionali, agenti privati, attori commerciali:

European Large Logistic Lander (EL3): un sistema riutilizzabile per il trasporto di materiale da e per la superficie lunare;

Lunar Communication Navigation System: una costellazione di satelliti di comunicazione e navigazione per l’esplorazione della superficie lunare;

Cargo Logistic Transfer Vehicle: una versione avanzata dell’ESM, in grado di portare carico pagante o esperimenti in orbita bassa terrestre od oltre;

In Situ Resource Utilization: un dimostratore tecnologico per lo sfruttamento di risorse sulla superficie lunare (regolito, acqua, elio 3).

Lo sviluppo di questi servizi, uniti alle attività tutt’ora esistenti, permetterebbe di consolidare il ruolo europeo nell’esplorazione spaziale attraverso:

Estensione del Programma ISS fino al 2030;

Completamento del Gateway;

Voli per Astronauti europei su ISS/Gateway/superficie lunare;

Consolidamento e sviluppo del ruolo autonomo europeo nell’esplorazione Robotica;

Lunar Landers;

Possibili servizi con assetti di superficie e infrastrutture lunari.

È un programma molto ambizioso, e allo stesso tempo realizzabile. Necessariamente richiede un impegno finanziario e una visione strategica sul futuro dello spazio. In particolare lo sviluppo del programma di servizi con EL3 presenta vantaggi strategici ineguagliabili da altri programmi, riassumibili in:

Capacità di assicurarsi l’utilizzazione da parte di altri Agenti/attori;

Partecipazione garantita per astronauti europei a missioni di superficie lunari;

Capacità di effettuare Sperimentazione Scientifica sulla superficie lunare, con una capacità ineguagliata di trasporto (1500-1700kg).

Questi progetti devono essere interpretati con la chiave di lettura che lo spazio, con il suo ineguagliabile valore strategico, riesce a essere un inarrivabile collante di cooperazione internazionale: persino durante la precedente amministrazione USA, a fronte di alcune tendenze isolazioniste, la cooperazione NASA-ESA ha continuato a crescere, nonostante i segnali di supporto politico fossero relativamente deboli. La nuova Amministrazione USA ha rinvigorito fortemente la narrativa sulla cooperazione internazionale, in primo luogo con l’Europa e proprio nel campo dell’esplorazione spaziale umana e robotica. Alcuni esempi?

il presidente americano Biden, nel suo intervento alla conferenza di Monaco di Baviera nel 2021, ha lanciato un chiaro riferimento allo straordinario esempio di successo, per la cooperazione internazionale, rappresentato dal progetto Mars Sample Return;

il presidente francese Macron ha sottolineato, durante il suo recente intervento allo Space Summit di Tolosa, l’importanza strategica di una politica comune europea per lo spazio, includendo nel suo discorso l’esplorazione spaziale umana fra i pilastri dello sviluppo futuro;

gli astronauti europei, nella stessa occasione, hanno voluto presentare ufficialmente un Manifesto di intenti, che io stesso ho avuto modo di leggere ai ministri europei con delega allo spazio.

Con una prima missione entro la fine del decennio, e poi a cadenza bi-triennale, l’Europa potrebbe contribuire all’esplorazione spaziale con mezzi, servizi e personale, con una partecipazione e impegno equiparabili ai protagonisti, nuovi e storici, della corsa allo spazio.

ll ritorno del capitale investito, per il volo spaziale umano, è attualmente stimato intorno al 200% ed è destinato ad aumentare. Questo ritorno non tiene in considerazione i vantaggi che l’industria in generale riceve dallo studio, sviluppo e integrazione di nuove tecnologie: vantaggi forse non quantificabili ma di certo tangibili. Oggi gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno un Prodotto Interno Lordo comparabile: ed è quindi ingiustificato che il capitale investito nella ricerca spaziale, quando sommiamo tutti i Paesi europei, siano un decimo della disponibilità della NASA.

E non può essere un caso se, dopo mezzo secolo dall’inizio delle operazioni spaziali, nuove compagnie private abbiamo deciso di investire capitale nell’esplorazione umana: è un segnale inequivocabile del fatto che l’economia spaziale è un motore e un moltiplicatore dell’economia. Si rivela così un mito – o meglio, una connotazione superata dai fatti – che i costi relativi a sviluppo e sperimentazione di nuovi sistemi spaziali siano insostenibili. Il costo dell’inazione sarebbe (non oso qui dire ‘sarà’) estremamente più elevato. Lo abbiamo già pagato nell’industria dell’Information Technology e nella produzione energetica, dove oggi, in Italia e in Europa, dipendiamo da attori esterni.

A fronte di un necessario, inevitabile investimento iniziale per l’avvio e sviluppo delle nuove attività, è indispensabile quindi un incremento dell’impegno finanziario, a livello italiano (e certamente europeo), per assicurarsi la leadership nei nuovi programmi, e la possibilità di partecipazione all’esplorazione lunare e futura con le indiscusse e uniche capacità tecniche, ingegneristiche e scientifiche, risorse industriali e umane del nostro Paese.

Una nuova missione, per l’Italia e l’Europa.

Palermo, 17 marzo 2022

Video

Laudatio presentata in occasione del conferimento della Laurea magistrale honoris causa in Economia e Management a Luca Parmitano

Professor Giovanni Battista Dagnino

Presidente Corso di Laurea Magistrale in Economia e Management, Lumsa Palermo

Magnifico Rettore, Prorettore, Direttori, Autorità civili e religiose, illustri Colleghi, Studentesse e Studenti, Signore e Signori, presenti in aula e collegati da ogni parte, quest’oggi sono oltremodo lieto e straordinariamente onorato di avere, in qualità di Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Economia e Management, il compito di presentare a Voi il candidato Luca Salvo Parmitano.

Come probabilmente sapete e potete osservare qui con i vostri occhi, Luca Parmitano è un astronauta siciliano, dal fisico sportivo, dallo sguardo intenso, dall’energia vitale e dalla giovane età.

Eppure, egli ha maturato, al contempo, una panoplia, un insieme assai coeso e viepiù apprezzabile, di alti valori professionali e morali. Questo naturalmente, da siciliani e da italiani, ci rende immediatamente molto, molto orgogliosi!

Eppure, comprendo la vostra meraviglia nell’essere qui riuniti, vi starete infatti domandando: come avete mai potuto pensare di conferire il diploma di laurea magistrale in Economia e Management a un astronauta? Non è questa professione una professione ben lontana dagli studi economico-manageriali? Qual è il nesso mancante? In effetti, poco più di un anno fa quando abbiamo avuto modo di interloquire per la prima volta, lo stesso candidato Parmitano, probabilmente rapito dal medesimo dubbio, mi ha posto esattamente questa domanda. Gli ho risposto molto semplicemente che la sua attività professionale evidenzia – al contrario di quanto si potrebbe immaginare – non pochi punti in comune con i contenuti degli insegnamenti impartiti nel corso di laurea magistrale in Economia e Management della LUMSA. Infatti, lo studio e la pratica del management riguardano, per definizione, la (buona) gestione di persone, processi e strutture. Nel caso di Luca Parmitano, peraltro, tale gestione (di persone, processi e strutture) avviene di norma nell’ambito di progetti innovativi e in situazioni ad alto rischio. Debbo soltanto soggiungere che, non appena ha udito la mia risposta, Parmitano mi ha – fortunatamente – dato ragione. Sottolineo due volte con la matita rossa fortunatamente, perché altrimenti non saremmo qui riuniti in questo giorno.

Desidero suddividere questa presentazione in tre brevi sezioni che riguardano, rispettivamente, la rapida enunciazione della nascita, della formazione e delle esperienze professionali di pilota militare e di astronauta di Luca Parmitano, le motivazioni principali per il conferimento del titolo di dottore magistrale e, non meno importante, il breve excursus delle altre motivazioni, per così dire accessorie, per il conferimento del titolo. Concluderò, facendo un’eccezione, con una chiosa finale a cura del candidato.

Natali, formazione ed esperienze professionali

Nascita, primi anni e formazione

Luca Parmitano nasce a Paternò in provincia di Catania il 27 settembre del 1976. Almeno questo dicono tutte le cronache. E il suo sito Linkedin non fa neppure difetto, anzi conferma. Eppure, sembra che sia stato il caso a volere, almeno in parte, che egli risultasse nativo di Paternò: infatti il papà Ugo è di Catania, e la mamma, Concetta Di Benedetto, è di Catenanuova in provincia di Enna. Essi si trovavano a Paternò a casa della sorella Carmen allorquando la signora Concetta avvertì i primi dolori del parto. La necessità di rivolgersi alla più vicina unità ospedaliera li fece optare per il ricovero a Paternò, dove Luca nacque. Come risultato, oggi Catenanuova rivendica con forza l’appartenenza del giovane Luca Parmitano alla sua comunità.

A quel tempo, la famiglia abitava a Catenanuova, dove la mamma insegnava lingua francese all’Istituto comprensivo Enrico Fermi, allora scuola media. Luca porta anche il nome del nonno Salvatore, o Turi a’ guardia, come era conosciuto in paese, dato che era il comandante della polizia municipale di Catenanuova. Quasi tutti i parenti da parte della mamma abitano a Catenanuova, il cui sindaco qualche anno fa gli ha conferito la cittadinanza onoraria. A Catenanuova, Luca giocava con i cugini coevi e i vicini di casa, a volte anche in strada, come riportano le cronache, e frequentava la parrocchia del parroco Don Natale Bellone, che ricorda Luca ragazzino. Poi la famiglia si trasferì a Catania, dove vive.

Parmitano consegue il diploma di maturità scientifica al Liceo Galileo Galilei di Catania nel 1995. Durante il suo percorso di studi di scuola superiore, in cui viene definito uno studente appassionato ma non “secchione”, nel 1993-94 trascorre il quarto anno di corso in California, in virtù di una borsa di studio offerta da Intercultura. In America peraltro fa la conoscenza di una ragazza chiamata Kathy, che in seguito diverrà sua moglie.

Il suo sogno di diventare cosmonauta risale a quando era bambino. Si tratta di una vocazione sì infantile, ma anche di una vocazione, diremmo spirituale, perché intima, pregnante, profonda e assai duratura, probabilmente molto dissimile da quella che molti di noi da piccoli hanno (o pensano di avere) di voler intraprendere da grandi professioni (in seguito quasi sempre disattese) come il pompiere. Questo accade perché tale vocazione è sicuramente un po’ più complessa da conseguire. All’età di appena cinque anni, Luca Parmitano era già appassionato di velivoli volanti, guardava il cielo ogni santo giorno della sua vita e smontava e rimontava aerei Lego a una velocità che qualcuno (la zia Carmen se ben ricordo) definisce impressionante. D’altronde, mi domando, cos’altro potremmo attenderci da un signore che ha frequentato il Liceo “Galileo Galilei” e la cui mamma insegnava all’Istituto “Enrico Fermi”?

Successivamente al conseguimento della maturità scientifica, sempre nel 1995, Luca entra in Aeronautica Militare, nel corso denominato “Sparviero IV” dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Nel corso dell’addestramento militare, Parmitano nel 1999 si laurea anche in Scienze Politiche nell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È questo peraltro un punto di non poco rilievo per noi della LUMSA, che proponiamo un’offerta formativa ben articolata nel campo delle scienze politiche e delle relazioni internazionali, e per il Nostro Magnifico Rettore, che – come sappiamo – insegna Istituzioni e Organizzazioni Politiche. Egli, in uno dei nostri incontri preliminari su Google Meet di qualche mese fa, ha peraltro accolto molto volentieri Luca Parmitano nella sua aula d’insegnamento romana per una breve testimonianza.

Arrivano quindi le due esperienze, le due carriere per così dire “gemelle”, di pilota militare e di astronauta.

La carriera di pilota militare

Dopo l’Accademia Aeronautica, nel 2001 Parmitano completa l’addestramento di base con la US Air Force all’Euro-Nato Joint Jet Pilot Training presso la Sheppard Air Force Base in Texas. Al termine dell’addestramento come pilota, Luca Parmitano viene assegnato ai velivoli cosiddetti AMX con il 13º Gruppo, 32º Stormo, di stanza ad Amendola (base aerea italiana in Puglia, a 15 km da Foggia) dove rimane dal 2001 al 2007. Nel 2003 ottiene la qualifica di Ufficiale di Guerra Elettronica al centro di Pratica di Mare. In qualità di componente del 13º Gruppo, ricopre altresì il ruolo di Capo Sezione Addestramento e di Comandante della 76ª Squadriglia volo. È quindi Electronic Warfare Officer del 32º Stormo e, nel 2005, completa il Programma di Leadership Tattica a Florennes in Belgio.

Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico. Durante il corso di formazione in Belgio, l’11 maggio 2005 mentre stava volando sulla Manica l’AMX dell’allora ventottenne capitano Parmitano impattò contro un volatile di grande taglia. Dallo studio delle piume incastrate nell’aereo, fu agevole comprendere che il velivolo di Parmitano aveva urtato contro una cicogna. Pur con l’abitacolo quasi distrutto dal potente urto, senza più l’ausilio della radio ormai fuori uso, colpito dal flusso aerodinamico e con notevoli difficoltà di conduzione del volo, Parmitano, rinunziando a eiettarsi, riuscì a riportare il velivolo a terra e a salvarlo. A seguito di tale episodio, Parmitano riceve la decorazione della Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico.

Nel 2007 Parmitano viene assegnato al Reparto Sperimentale di Volo e selezionato dall’Aeronautica Militare per divenire pilota collaudatore sperimentatore. Diplomato come Pilote d’Essai Expérimental alla scuola piloti sperimentatori francese a Istres, nel luglio 2009 Parmitano consegue il master in Ingegneria del Volo Sperimentale presso l’Istituto Superiore dell’Aeronautica e dello Spazio di Tolosa.

La carriera di astronauta

Nel maggio 2009 Parmitano viene selezionato quale astronauta dell’ESA, che è – com’è noto – la European Space Agency, per la quale oggi lavora a Colonia. Tale concorso è molto selettivo, dal momento che partiva da una base selettiva di ben 9000 candidati. Incluso nell’equipaggio di riserva della missione Expedition 34, viene selezionato quale ingegnere di volo per le susseguenti missioni  Expedition 36 ed Expedition 37.

Il primo viaggio nello spazio. Il 28 maggio 2013 decolla con la navicella russa Soyuz TMA-09M dal Cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan alla volta della Stazione Spaziale Internazionale. È questo il suo primo viaggio nello spazio, ove Luca rimane insieme ai suoi due compagni di viaggio (l’astronauta russo Fëdor Jurčichin e l’astronauta americana Karen Nyberg) sino al novembre dello stesso anno. La missione prevede la partecipazione di Parmitano a due passeggiate spaziali (spacewalks), la prima delle quali ha luogo il 9 luglio 2013 con una durata di 6 ore e 7 minuti: Parmitano diviene pertanto in tal modo il primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari.

Acqua nello scafandro. La seconda attività extraveicolare ha luogo come previsto il 16 luglio 2013, ma deve essere interrotta anzitempo a causa di un problema tecnico emergente: poco dopo l’inizio della sessione extraveicolare, Parmitano comunica infatti di riscontrare un’imprevista anomalia, ovvero la presenza di acqua nello scafandro Extravehicular Mobility Unit. Dato che il livello dell’acqua continuava ad aumentare e aderiva al volto e, in particolare, come lui stesso racconta al naso di Parmitano, causandogli non poche difficoltà di visione e di respirazione con il conseguente rischio di annegamento (si stima che nel casco si fosse accumulato circa un litro e mezzo d’acqua), il direttore di volo ordina ad ambedue gli astronauti di interrompere le attività programmate e di rientrare nel Joint Airlock. Nel complesso la seconda EVA (Extra-vehicular activity) ha una durata limitata a 92 minuti..

Viene subito aperta un’inchiesta per comprendere le cause del problema. Tale indagine permette di accertare che l’allagamento dello scafandro era dovuto a un malfunzionamento della centrifuga che separa dall’acqua il flusso d’aria che circola verso il casco. Successivamente tutte le tute da EVA vennero dotate di apposito boccaglio per consentire la respirazione dell’astronauta anche nel caso di allagamento dello scafandro.

In tale occasione, il team di cosmonauti nel quale operava Parmitano effettua numerosi esperimenti mirati ad aiutare la ricerca, l’ingegneria meccanica, la fisica e la sanità, come quella che riguarda gli esperimenti per combattere il tumore e l’osteoporosi. Si segnala altresì l’esperienza di cooperazione terra-spazio per permettere ai vigili del fuoco della California di individuare i focolai di un incendio di grandi dimensioni e poter salvare vite umane.

Il secondo viaggio nello spazio. A maggio del 2018 l’ESA seleziona Luca Parmitano per le missioni Expedition 60 ed Expedition 61. Il lancio di Parmitano verso la ISS avviene il 20 luglio del 2019 a bordo della navicella Soyuz Ms-13, insieme all’astronauta statunitense Andrew Morgan e al russo Alexander Skvortsov. Nella seconda parte della missione, Luca Parmitano svolge il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale; importante ruolo di coordinamento per la prima volta assegnato a un italiano e, per la terza volta, a un astronauta dell’ESA in diciotto anni di vita della stazione orbitante internazionale.

Il 15 novembre 2019 Parmitano conduce a termine la prima delle quattro attività extraveicolari programmate per la riparazione e modifica dell’Alpha Magnetic Spectrometer. La preparazione dell’area di lavoro sullo spettrometro prosegue il 22 novembre 2019 durante la seconda passeggiata spaziale, mentre nella terza passeggiata, condotta con successo il 2 dicembre 2019, si provvede alla sostituzione delle pompe in avaria con l’innesto di un nuovo impianto di refrigerazione. Il 25 gennaio 2020, durante un intervento per riparare lo Spettrometro magnetico Alfa, Parmitano oltrepassa il record europeo di permanenza extraveicolare cumulativa precedentemente detenuto dall’astronauta svedese  Christer Fuglesang, con il tempo complessivo di 33 ore e 9 minuti.. Il 6 febbraio 2020 Parmitano rientra sulla Terra.

Onorificenze. Per i suoi meriti aeronautici e astronautici, Parmitano ha ricevuto molteplici onorificenze italiane e americane: la già menzionata Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico, il titolo di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferito dal Presidente della Repubblica, la Croce per anzianità di servizio militare, la Medaglia militare aeronautica per lunga navigazione aerea, la NASA Distinguished Public Service Medal e la NASA Space Flight Medal.

Luca Parmitano è attualmente Chief Astronaut Operations dell’ESA e colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana. Egli ha accumulato più di 2.000 ore di volo complessive, ed è qualificato per condurre oltre venti tipi fra aerei ed elicotteri militari e ha volato su oltre quaranta tipi diversi di velivoli.

Asteroide Parmitano. Aggiungo soltanto che, nel 2017, l’astronomo italiano Vincenzo Silvano Casulli, che dirige l’Osservatorio di Vallemare di Borbona in provincia di Rieti, gli ha dedicato un bell’asteroide del diametro di cinque km che impiega 3,9 anni per compiere un’orbita intorno al Sole, e che ha chiamato “37627 Lucaparmitano”. Quanti di noi possono o potranno mai l’occasione di celebrare una simile dedica?

Motivazioni principali

Per poter meglio tracciare alcune note peculiari sulla figura e sul carattere del Nostro candidato alla laurea magistrale, mi sia consentito attingere anzitutto da un giacimento intellettuale importante, ovvero un piccolo segmento dell’Introduzione che Alberto Angela ha chiosato all’interessante volume di Luca Parmitano Volare. Lo spazio e altre sfide, pubblicato per i tipi della Eri-Rai nel 2013 e, in seconda edizione aggiornata, nel 2017. Recita Alberto Angela: “Una volta, in un’intervista, ho chiesto a Gene Kranz, che nel 1969 dirigeva la sala di controllo di Houston e quindi la missione durante lo sbarco sulla Luna (di fatto è stato lui a dare l’ok all’allunaggio), se gli astronauti di allora avessero delle caratteristiche speciali. Lui mi ha risposto che inizialmente pensavano che bisognasse essere dei superuomini per andare nello spazio. Da qui le selezioni severissime di allora. Poi si sono accorti che ciò non era necessario (oggi anche un anziano può andare tranquillamente nello spazio). Quello che invece avevano di speciale era nella loro testa: venivano tutti o quasi dalle campagne, con famiglie che avevano fatto sacrifici per mandarli al college. Da qui un forte senso di responsabilità che li rendeva molto motivati e determinati. Poi, venendo da ambienti rurali, erano abituati ai sacrifici, e quindi erano dei grandi lavoratori. Infine, dovendo, in campagna, riparare mezzi o strutture solo con ciò che è disponibile, avevano una grande capacità pratica nel risolvere ogni tipo di problema. Questo riguardava non solo gli astronauti, ma anche i tecnici addetti ai computer della sala di controllo. ‘È con questa mentalità e queste persone che siamo arrivati sulla Luna’, mi disse fissandomi negli occhi. Determinazione, spirito di sacrificio e adattabilità … sono alla base, se ci pensate, di ogni grande passo dell’uomo nella storia”.

Dunque, per ricapitolare, sempre speditamente ma spero altresì efficacemente, per diadi: altissimi senso di responsabilità e senso del dovere, notevoli motivazione e determinazione, e capacità di risolvere i problemi pratici via via emergenti. Tali doti, a mio avviso, sono parte integrante del bagaglio personale di Luca Parmitano, come ben testimoniato dalle sue esperienze professionali in generale e, nella fattispecie, dalle sue reazioni, razionali e ben controllate, in occasione sia della collisione in volo con il volatile di grossa taglia dell’11 Maggio 2005, sia del problema tecnico verificatosi con l’accumulo, del tutto inatteso e non poco rischioso, di acqua nello scafandro in occasione della passeggiata spaziale in orbita del 16 Luglio 2013.

Debbo dire che, presa in modalità singolare e separata, ognuna di tali doti costituisce un importante viatico per tutti noi e, ancor di più, per poter orientare efficacemente il percorso di crescita e di maturazione dei nostri studenti della LUMSA. Ma, messe tutte insieme e composte a sistema, tali doti disegnano un insostituibile mosaico di capacità che divengono basilari, anzi veramente essenziali e fondamentali, per poter assumere e saper mantenere posizioni di leadership e di coordinamento virtualmente in ogni campo di attività, e certamente questo vale nel campo elettivo economico-manageriale.

A questo occorre aggiungere un’attitudine che è, storicamente, di matrice antropica: la curiosità di Parmitano, la sua attitudine alla ricerca, all’innovazione, all’esplorazione di nuove frontiere, al progresso scientifico e tecnologico e, altresì, la loro contemplazione affascinata, incantata. Una doppia contemplazione, potremmo dire, come peraltro lui stesso indica in alcuni suoi scritti, che sono il frutto di appunti presi, quasi d’acchito giusto nel momento della vita vissuta, e poi successivamente rielaborati per la pubblicazione in un diario di viaggio ragionato nel volume di cui dicevo prima. Da un parte, la contemplazione, per così dire, ipertecnologica dell’interno cibernetico, dagli anfratti da Ufo-robot della navicella che lo conduce speditamente alla stazione orbitante internazionale, la visione dall’interno della medesima stazione orbitante e, dall’altra, la contemplazione romantica e spirituale della terra, dell’orbe terracqueo e delle sue magnifiche e insostituibili bellezze, dei mari, degli oceani, delle isole e delle penisole, dei rilievi, delle valli, dei monti, delle albe, dei tramonti e delle aurore, viste sia dal piccolo oblò della stazione orbitante sia dall’aperta immensità incommensurabile delle sue passeggiate spaziali.

Questa condizione ci richiama quasi naturalmente a un paio di momenti fortemente pregnanti e intensamente metaforici che sussistono nel mondo delle arti figurative, come anche nella riflessione sistematica ed epistemologica. Da una parte, il famoso dipinto del Viandante sul mare di nebbia che il pittore romantico tedesco Caspar Friedrich tinteggiò nel 1818. Un uomo solo in piedi in alto su di una vetta, un viaggiatore romantico, che si perde di fronte al baratro nebbioso delle montagne teutoniche in atteggiamento contemplativo, inteso come estrema esperienza interiore e spirituale. L’uomo, l’essere vivente, che indaga nella sua essenzialità interiore, sulla natura della propria anima, con tutte le sue insicurezze, i suoi errori, i suoi dubbi e le sue certezze.

Dall’altra parte, la riflessione maturata sulla possibilità (o meno) di conoscere la verità oggettiva dell’eminente pensatore austro-britannico Karl Popper. Egli, nel famoso testo del 1963, Congetture e Confutazioni, spiega che la concezione della verità oggettiva, come corrispondenza ai fatti, può essere paragonata a quella della cima di un monte avvolta da nubi impenetrabili. Non solo può darsi che lo scalatore incontri difficoltà nel raggiungere la cima, ma può anche darsi che egli non sappia quando l’ha raggiunta, perché può non essere capace di distinguere, fra le nubi, la cima principale da qualche cima più bassa. Questo tuttavia non tocca l’esistenza oggettiva della cima e, se lo scalatore dice: “Dubito di aver raggiunto la cima vera e propria”, allora riconosce l’esistenza obiettiva della cima. L’idea di errore e di dubbio implica l’idea di una verità oggettiva che non riusciamo a raggiungere. Benché per lo scalatore possa essere addirittura impossibile accertarsi di aver raggiunto la cima, spesso sarà facile, per lui, rendersi conto di non averla (ancora) raggiunta; per esempio, quando viene inesorabilmente respinto da una parete che lo sovrasta (De Luise e Farinetti, Lezioni di storia della filosofia, Zanichelli, 2010). Come si può comprendere, ciascuna di tali figure, quella dello scalatore, quella del viandante, quella dell’astronauta, non sono figure aliene una dall’altra, ma bensì figure vicine e familiari l’una con l’altra, dato che interagiscono, dialogano fra di loro e, tutte insieme, ci richiamano alla fondamentale meditazione sul viaggio della vita che ognuno di noi compie.

Infine, ma non meno rilevante, è d’uopo rilevare l’accentuata attitudine che Parmitano continuamente esibisce nella sua vita professionale ad assumersi dei rischi, rischi che sono in buon parte controllati ma anche assai elevati, nello svolgere un importante lavoro di squadra (teamwork) nello spazio, laddove ogni singolo movimento, ogni singolo gesto, ogni singola parola, ogni singola comunicazione debbono essere ben coordinati e adeguatamente studiati. Questo avviene in un ambito fortemente internazionale e, come abbiamo avuto modo di vedere, nello svolgimento operativo di progetti innovativi in situazioni ad alto rischio, da 400 km di distanza dalla terra all’incredibile velocità di 28000 km/ora. Luca stesso, a margine della sua insidiosa esperienza con lo scafandro pieno d’acqua, ci ricorda che “lo spazio è una frontiera dura e inospitale, in cui noi siamo ancora degli esploratori e non dei coloni”.

Basti ricordare in tal senso che le due missioni spaziali che Luca Parmitano ha condotto a termine, nel 2013 e nel 2019-20, sulla stazione spaziale orbitante internazionale sono state effettuate con navicelle russe Soyuz, decollate dal cosmodromo kazako di Bajkonur, insieme al team composto da astronauti americani e russi. Auspichiamo, ancor più in questo momento segnato da una guerra in Europa, che tali programmi di esplorazione spaziale possano continuare e perpetuarsi a lungo!

Giova a tal riguardo ancora ricordare che circa la metà delle startup di norma chiude i battenti entro quattro o cinque anni dall’avvio. Ogni attività imprenditoriale è infatti connaturata all’attitudine del suo iniziatore, detto imprenditore, ad assumere un dato livello di rischio: secondo una definizione piuttosto nota dell’economista anglosassone Mark Casson, l’imprenditore è un decision-maker, ovvero colui che prende le decisioni, ovvero il soggetto decisore dell’impresa, che come tale è un risk-bearer, ovvero un amante del rischio e dell’incertezza (à la Frank Knight, ovvero definiti rispettivamente come “randomness with knowable probabilities” e “randomness with unknowable probabilities”). In tal senso, si potrebbe considerare la figura di Luca Parmitano come una figura potenzialmente ispiratrice delle iniziative imprenditoriali della prossima generazione di imprenditori tout court e degli “imprenditori della new space economy”, della nuova economia dello spazio, in particolare. Ma su quest’ultimo tema, immagino, indugerà molto meglio di me lui stesso fra breve.

Motivazioni accessorie

Vi è un’ulteriore triade di motivazioni, che qui diremo accessorie, ma sicuramente rilevanti, che ci conducono passo dopo passo al momento del conferimento della laurea magistrale honoris causa in Economia e Management a Luca Parmitano.

Esse si riferiscono in particolare:

a) al suo autorevole ruolo di divulgatore, sempre assiduo e instancabile, con la partecipazione a una varietà di incontri nazionali e internazionali, tramite i suoi contributi giornalieri ai social network (Parmitano ha infatti un seguito di oltre 630.000 follower su Twitter, oltre 337.000 follower su Facebook e 58000 follower su Instagram), e mediante la pubblicazione di volumi a stampa, dei temi tecnico-scientifici che riguardano la bellezza e l’utilità dei viaggi nello spazio;

b) alle sue indubbie capacità di costruire dei reportage fotografici di notevole impatto, che hanno generato, e continuano a generare pressoché quotidianamente, una messe incessante di immagini istantanee, nette, vivide, brillanti ed evocative, provenienti principalmente, ma non esclusivamente, dallo spazio e dai suoi viaggi spaziali;

c) alle sue estrema attenzione e accentuata sensibilità agli effetti esponenziali del cambiamento climatico e ai danni permanenti, e malauguratamente irreversibili, che esso inesorabilmente comporta per l’umanità. Parmitano afferma che – allorquando vengono osservati dallo spazio a distanza di alcuni anni – gli effetti del cambiamento climatico sono estremamente visibili e veramente catastrofici, come avviene nei casi dell’arcipelago delle Isole Maldive, degli atolli del Pacifico e della foresta amazzonica. Infatti, l’intensità e la violenza degli eventi meteo si è, negli ultimi anni, accresciuta in modo esponenziale: per esempio, le Maldive rischiano di scomparire, perché sono a due metri dal livello del mare, pertanto un innalzamento di un metro e mezzo del livello delle acque oceaniche le sommergerà completamente, facendole svanire, come una novella Atlantide.

Chiosa finale

Da qui, in collegamento videotrasmesso direttamente “dall’astronave terra”, come suole chiamarla Vincenzo Balzani, desidero concludere con un piccolo strappo alla regola, ossia con la rappresentazione di un breve passo che ho potuto selezionare da una lettera – che a tutti consiglio di leggere interamente perché è davvero straordinaria – che Luca Parmitano ha indirizzato recentemente alle sue figlie, Sara e Maia, e che si autodefinisce “Lettera di un padre al futuro”: “Ho imparato questo: avete abbastanza tempo per scegliere il vostro cammino. A volte scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avete scelto! E se il bivio sarà impervio – quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro”.

Per i motivi sin qui menzionati, mi è oltremodo gradito proporre Luca Parmitano quale candidato per il conferimento del titolo di Dottore magistrale honoris causa in Economia e Management.

E soggiungo che ho il piacere di proporre alla commissione anche l’assegnazione unanime della lode!

Palermo, Giovedì 17 Marzo 2022.

La medaglia d'oro

«È con grande senso di gratitudine e riconoscenza - ha detto il governatore della Sicilia, Musumeci, leggendo la motivazione della medaglia d'oro al Valore civile - che consegno il giusto riconoscimento a un'eccellenza siciliana, che con tenacia, passione e competenza ha conquistato lo spazio e reso la missione spaziale un'avvincente avventura, popolare come mai prima. Questa terra ha bisogno di gente di valore per riscattarsi».  Nel luglio del 2019, alla vigilia della missione Beyond partita dal Kazakistan, Musumeci aveva fatto avere al colonnello dell'aeronautica un gagliardetto della Regione siciliana poi esposto sulla plancia di comando della Stazione spaziale internazionale.  Oggi Parmitano, ringraziando per il prestigioso riconoscimento, ha voluto contraccambiare e ha consegnato al presidente Musumeci il «patch» che per mesi è stato attaccato sulla propria tuta spaziale. «Ha volato con me fin dal decollo - ha detto Parmitano - nel corso della mia prima missione spaziale, e ha percorso svariati milioni di chilometri intorno alla Terra».

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