«Prendo le distanze nella maniera più forte e assoluta da quello che mi viene contestato, perché non si è trattato di una telecronaca. Il microfono era rimasto aperto per avere le indicazioni su quando si poteva tornare in onda e la cuffia era appoggiata sul tavolo, ma avevo avuto indicazioni che in onda c'era il tg e non era previsto che andassimo in onda su Rai Play 2». Così il telecronista Rai, Lorenzo Leonarduzzi, risponde all'ANSA alle domande sull'episodio scoppiato per le parole pronunciate nel corso della diretta del Mondiale di tuffi. Il giornalista, 60 anni, lavora da quasi trent'anni in Rai, dove è stato assunto nel 2005, per seguire il rally e altri sport minori, anche alle Olimpiadi.
La difesa
«Abbiamo cominciato a chiacchierare con il collega quando pensavamo di non essere in onda - spiega ancora -. Non c'era nessun intento di body shaming da parte nostra.
Le spiegazioni
«A maggior ragione pongo nelle mie telecronache la massima attenzione - sottolinea Leonarduzzi -. Se un'atleta donna fa un tuffo sbagliato perché divarica troppo le gambe, io dico che non ha tenuto bene la figura. Sto molto attento a queste cose. In questo caso sono frasi ascoltate e estrapolate dal contesto. È un fuori onda rubato per un errore tecnico. Mi dispiace se qualche altro spettatore ha sentito questa cosa. Io non sono riuscito a trovare le registrazioni. Molte delle cose riportate non sono mai state pronunciate». «La persona che ha denunciato queste cose alla Rai e ha mandato una mail che contiene anche una minaccia alla fine, perché lui afferma che senza provvedimenti è pronto a rendere pubblico tutto, gestisce il blog nazionale di Nicola Marconi che era stato proposto per il commento del mondiale di tuffi al posto di Mazzucchi - dice ancora -. C'è del dolo, è un complotto. Ora sono costretto a lasciare il Giappone, ma appena arrivo in Italia vado dai miei avvocati e intendo reagire per salvaguardare la mia dignità. Non contro l'azienda che capisce bene che si tratta di un fuori onda rubato, ma contro chi mi accusa».