Nel momento esatto in cui le manette sono scattate attorno ai polsi di Filippo Bernardini, gli scrittori di tutto il mondo hanno tirato un sospiro di sollievo. Il suo nome non vi dirà nulla ma si tratterebbe dell'hacker che negli ultimi cinque anni ha rubato i manoscritti di autori best seller fra cui Jo Nesbø, Margaret Atwood, Ian McEwan, l'attore hollywoodiano Ethan Hawke e Dylan Farrow, la figlia adottiva di Woody Allen gettando nel panico l'industria editoriale.
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L'ARRESTO
Italiano, 29enne, Bernardini vive a Londra e prima che l'Fbi lo arrestasse all'aeroporto Jfk di New York, dall'ottobre del 2019 rivestiva il ruolo di Foreign Rights Coordinator, occupandosi della compravendita dei diritti esteri presso la prestigiosa casa editrice, Simon & Schuster Books UK.
LA TRUFFA
È un caso destinato a far discutere perché la portata della truffa era tale con attacchi combinati dall'Italia alla Svezia, da New York a Taiwan che molti pensavano a un'organizzazione internazionale, interessata anche ai manoscritti di nomi minori. Se le accuse fossero confermate, parrebbe evidente che l'asso nella manica di Bernardini era la perfetta conoscenza dei tempi di consegna dei manoscritti, scrivendo ai diretti interessati, sfruttando i database della Simon & Schuster. Anche la traduttrice Silvia Pareschi sua la pregevole traduzione di Crossroads di Jonathan Franzen conferma il modus operandi: «Due anni fa ho ricevuto delle mail sospette. Qualcuno si spacciava per una editor Einaudi che conosco, chiedendomi di inviarle il manoscritto che dovevo tradurre. Fortunatamente non lo avevo ancora ricevuto e a ben vedere l'indirizzo del mittente era perfettamente identico, ad eccezione di due lettere invertite. Una volta lanciato l'allarme, ho saputo che altri traduttori sono stati presi di mira con lo stesso metodo».
IL RUOLO
Bernardini è stato immediatamente sospeso dal suo incarico, e un portavoce della Simon & Schuster ha affermato che l'editore è «scioccato e inorridito». Bernardini ha lasciato qualche briciola online e dal suo profilo LinkedIn leggiamo che si professava «ossessionato dalla parola scritta e dalle lingue». Dopo aver conseguito la laurea in lingua cinese presso l'Università Cattolica di Milano e un master in editoria presso l'University College di Londra, era fiero che grazie al proprio ruolo «i libri potessero essere letti e goduti in tutto il mondo e in più lingue». Evidentemente, a tutti i costi.
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