Imperiali di Francavilla, guerra per l'eredità nella famiglia nobiliare napoletana. Tre fratelli giudici si accusano: «Mamma ridotta sul lastrico»

Marco Imperiali e la marchesa Isabella Galanti nel 2006 donarono ai propri 4 figli le nude proprietà di immobili nel cuore di Napoli

Imperiali di Francavilla, guerra per l'eredità nella famiglia nobiliare napoletana. Tre fratelli giudici si accusano: «Mamma ridotta sul lastrico»
di Valeria Di Corrado
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Domenica 12 Novembre 2023, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 20:06
Si sta consumando una guerra giudiziaria - fatta di denunce e contro-denunce - tra tre fratelli magistrati, eredi di un casato nobiliare napoletano: gli Imperiali d'Afflitto di Francavilla. Una faida nata dalla contesa del ricco patrimonio dei genitori: Marco Imperiali e la marchesa Isabella Galanti nel 2006 donarono ai propri 4 figli le nude proprietà di immobili nel cuore di Napoli. Un'autorimessa, sempre nel quartiere Chiaia, e il villino familiare ad Anacapri erano caduti in successione dopo la morte del padre, nel 2013, che aveva segnato il deflagrare dello scontro tra fratelli-coltelli. Stefano Imperiali, 70 anni, il magistrato della Corte dei conti che dice di essere stato costretto ad andare in pensione anticipata dopo aver condannato due dipendenti della Presidenza della Repubblica per gli ammanchi dalle casse della tenuta presidenziale di Castelporziano (per un danno erariale di 4,5 milioni di euro), ha presentato svariate denunce e inviato un fiume di mail contro i fratelli minori: Carlo Imperiali, 69 anni, ex presidente della prima sezione civile del Tribunale di Napoli (ora in pensione), e Luciano Imperiali, 67 anni, attualmente presidente della seconda sezione penale della Corte di Cassazione. In particolare, «incolpava il fratello Carlo di aver ridotto sul lastrico la madre (poi deceduta a dicembre 2022), definendolo "ignorante e infedele amministratore"». Tuttavia lo scorso marzo la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Stefano Imperiali per calunnia.

L'UDIENZA

Secondo quanto ricostruito dal pm titolare delle indagini, Stefano Pizza, l'ex magistrato contabile avrebbe «incolpato falsamente pur sapendoli innocenti - si legge nel capo di imputazione - i fratelli Carlo e Luciano Imperiali di abuso d'ufficio, tentata e consumata estorsione, violazione degli obblighi di assistenza familiare e circonvenzione di incapace nei confronti dell'anziana madre, tutte accuse relative a procedimenti definiti con richiesta di archiviazione». Le denunce e le mail, che si sono susseguite da novembre 2019 a ottobre 2020, erano indirizzate, oltre che ai fratelli, ai loro legali, ai Consigli dell'Ordine, agli amministratori di sostegno della madre, alla presidenza del Tribunale di Napoli, al giudice tutelare e «addirittura ai giudici impegnati nella trattazione delle cause», ha precisato Carlo Imperiali. Quest'ultimo, a novembre del 2020, ha presentato denuncia contro il fratello Stefano alla Procura di Roma, per calunnia, diffamazione, minaccia a corpo giudiziario e stalking (solo la calunnia però gli è stata contestata); perché si sarebbe «reso autore di un alluvionale flusso di comunicazioni» in cui lo definiva «indegno di indossare la toga». Carlo Imperiali ha spiegato che il comportamento del fratello, e la sua «corrispondenza fluviale» (202 mail in 6 mesi), ha rappresentato «un elemento di imbarazzo nelle relazioni con i colleghi». Finché, «provato da un crescente dolore, da un profondo disagio relazionale e dalla vergogna», ha deciso di andare in pensione anticipatamente, dal 31 gennaio 2022. Per questo nell'udienza preliminare di giovedì scorso ha chiesto che Stefano Imperiali venga condannato a un risarcimento danni nei suoi confronti di 75mila euro.
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