Ezio Greggio, ecco come replica l'assessore Luca Trapanese: «Io papà adottivo dico che quella mamma ha salvato Enea» La nota delle famiglie adottive e affidatarie del Care

Il punto di vista dei genitori adottivi e affidatari del Care: "Violato completamente il diritto alla riservatezza di un neonato"

Ezio Greggio, Enea: ecco come replica l'assessore Luca Trapanese: «Io papà adottivo dico che la mamma di quel bimbo lo ha salvato»
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Martedì 11 Aprile 2023, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 07:11

L'assessore di Napoli Luca Trapanese contro Ezio Greggio. Trapanese ricorda la sua esperienza, l'aver adottato da papà single omosessuale una neonata abbandonata con sindrome di down. E in un post su Facebook dice "grazie" alla mamma del piccolo Enea, il neonato abbandonato a Milano, e critica quanto detto da Ezio Greggio. «Enea ha appena una settimana di vita, pesa due chili e seicento grammi ed è stato lasciato due giorni fa alla clinica Mangiagalli di Milano. Ezio Greggio, in un video, invita la madre naturale a ripensarci, a tornare all'ospedale e riprendersi Enea; le promette un cospicuo aiuto economico e chiude con la frase più brutta che io abbia mai sentito: "Il tuo bambino merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene, ma non è la mamma vera"», scrive Trapanese.

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«Ho diretto per 15 anni l'unica comunità di ragazze madri a Napoli; conosco il dolore che prova una donna che arriva alla decisione di lasciare un bambino neonato. Sono testimone di volti sofferenti, ma consapevoli della propria scelta - spiega - Ricordo ancora una mamma che mi disse che non sentiva altro che fare quel gesto. Lasciare un bambino in ospedale non è abbandonare, è fare una scelta d'amore: significa consegnare una vita nelle mani di qualcuno che potrà amarla e darle la possibilità di trovare la felicità».

«Enea non può ancora saperlo, ma la sua mamma probabilmente lo ha salvato - dice Trapanese - Per questo mi sento di dire alla madre di Enea grazie! Grazie per il tuo coraggio, grazie per la tua scelta insindacabile, grazie per aver portato avanti la gravidanza e aver regalato a Enea il dono immenso e indescrivibile della vita. È la stessa gratitudine che provo nei confronti della madre naturale di Alba che, lasciandola in ospedale, ha dato alla mia piccola la possibilità di trovare un papà pazzamente innamorato di lei oltre che in grado di starle accanto in tutti i suoi tanti bisogni. Allora vorrei chiedere a Ezio Greggio se ritiene che io non sia un papà vero.

Che io sia soltanto "uno che ha dovuto occuparsene", come ha definito la futura madre adottiva del piccolo Enea. Ma come si può prima pensare e poi dire una frase del genere senza provare neanche un pò di imbarazzo?!».

«Ricordiamoci sempre che dietro le scelte ci sono le persone, e vanno rispettati sia coloro che decidono di lasciare il proprio figlio neonato in ospedale, sia chi lo accoglie donandogli una famiglia. Ezio Greggio nel suo video dimostra di non rispettare né gli uni né gli altri. Enormi auguri a Enea e ai suoi futuri genitori da me e da Alba», conclude.

L'intervento del Care

Sulla gestione della comunicazione della vicenda di Enea interviene con forti critiche anche il Care, l'ente del terzo settore che coordina 40 associazioni familiari in tutt'Italia e che promuove l’associazionismo familiare adottivo o affidatario, sostiene le famiglie adottive e affidatarie e tutela i diritti delle bambine e dei bambini in stato di abbandono o provenienti da famiglie in difficoltà.

La nota

"La comunicazione messa in atto immediatamente dai vertici della Clinica ha offerto al pubblico più vasto dati estremamente sensibili della vita del bambino: il nome scelto per lui, il suo genere, il suo peso, il suo stato di salute, il colore della copertina in cui era avvolto, il contenuto di una lettera scritta a lui e per lui.

E’ stato dichiarato che una tale comunicazione serviva per mettersi in contatto con la madre, nel tentativo di farla tornare sui propri passi.

In realtà è stato violato completamente il diritto alla riservatezza di un neonato che si trovava in un momento di grande fragilità poiché da solo, e della madre che, dopo aver fatto una scelta evidentemente pensata e non casuale, si è trovata al centro di un ciclone di richiami da parte della Clinica e di tutti gli influencers che hanno fatto seguito. Il diritto di questa donna a decidere legittimamente se continuare o meno ad essere madre di questo bambino e il diritto a farlo senza essere giudicata nelle proprie azioni, è andato perso grazie al susseguirsi di notizie della stampa, dei Telegiornali nazionali, dei social.

Gli operatori della Clinica Mangiagalli hanno dichiarato ripetutamente che sentivano il neonato come fosse “figlio di tutti loro”, non lo hanno però difeso in alcun modo dalla sovraesposizione mediatica sua e della sua madre biologica. Certamente la loro comunicazione ha fatto pubblicità alle Culle Termiche; tuttavia, queste sono un mezzo raramente usato che oltre tutto impedisce completamente ai neonati in futuro, se lo volessero, di rintracciare le proprie origini.

La comunicazione della Clinica ha poi aperto alle esternazioni ulteriori ed improvvisate di tanti altri, che hanno ripetutamente abbattuto il certosino lavoro sul linguaggio dell’adozione costruito negli anni dalle Associazioni Familiari. Si è sentito affermare che “questo bambino” in quanto “bello e sano” aveva diritto alla “sua mamma vera”. Questo tipo di frase contiene due problemi importanti: giudica le nostre famiglie e le nostre relazioni familiari e lascia intendere che ci siano bambini che abbiano più diritti degli altri a non essere separati dalle madri di origine.

La realtà dell’adozione, conosciuta dalle Associazioni Familiari, è fatta anche di bambini e bambine con grandi necessità e di genitori che si mettono in gioco. Non sono bambini di serie B e non hanno famiglie di serie B.

Il Coordinamento Care auspica che la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, dottoressa Maria Carla Gatto, prenda rapidamente tutte le iniziative necessarie a tutela di questo bambino, della sua privacy a salvaguardia della sua storia personale in modo che lui e solo lui possa, in futuro, decidere cosa farne".

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