Arrigo Vecchioni, chi era il figlio di Roberto Vecchioni morto a 36 anni dopo una brutta malattia: «È stato il crollo del mondo. Lo sento ancora dentro»

Arrigo Vecchioni, chi era il figlio di Roberto Vecchioni morto a 36 anni dopo una brutta malattia: «È stato il crollo del mondo. Lo sento ancora dentro»
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Domenica 10 Marzo 2024, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 16:16

«Dopo tanto, tanto dolore, il nostro meraviglioso Arrigo è finalmente in pace. La famiglia chiede silenzio», ha scritto il cantautore brianzolo circa 1 anno fa su Instagram. Arrigo, 36 anni, era il secondo dei quattro figli di Roberto, il primo avuto dalla seconda moglie Daria Colombo. Dal suo primo matrimonio con Irene Brozzi, Vecchioni ha invece avuto la sua primogenita, Francesca. Il terzo figlio, Edoardo, è da tempo malato di sclerosi multipla, raccontata due anni fa anche nel libro «Sclero - Il gioco degli imperatori». Oggi il cantante sarà ospite di Mara Venier per presentare il suo ultimo libro "Tra il silenzio e il tuono".

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Arrigo Vecchioni morto a 36 anni, il dolore della famiglia

In tanti si sono stretti in quel 18 aprile del 2023, al cordoglio della famiglia.

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Anche sul lago di Garda, dove Roberto Vecchioni ha vissuto e lavorato per decenni: ha ancora una casa ai Barcuzzi di Lonato, a Desenzano era stato insegnante al liceo classico Bagatta (ma anche all'Arnaldo da Brescia). Frequentava ancora Desenzano e i luoghi della sua giovinezza. Classe 1986, Arrigo Vecchioni lascia tanti ricordi sul Garda. 

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Chi era il figlio di Roberto Vecchioni

Anche se la causa della morte di Arrigo non è stata resa pubblica, era noto che il figlio del cantautore combattesse da molto tempo contro una brutta malattia.

Lo scorso febbraio, Roberto Vecchioni ha anche rivelato che suo figlio era bipolare. L’artista ha condiviso una confessione straziante con il Corriere della Sera. Ha descritto suo figlio come una persona sensibile con meravigliose qualità, ma anche afflitta da debolezze e incertezze che sembravano intensificarsi vedendo il successo del padre. La morte di Arrigo è stata per Vecchioni una cesura tra due fasi della vita, un evento ancor più devastante per sua moglie. Nonostante il dolore, Vecchioni non lo interpreta come un’ingiustizia, ma piuttosto come un apprendimento attraverso la sofferenza. Ha citato Eschilo, sottolineando che si impara soffrendo. La scomparsa di Arrigo è stata un crollo del loro mondo, ma non delle certezze e degli ideali. Il cantautore ha espresso il profondo legame che ancora sente con il figlio, descrivendo il modo in cui la sua presenza si manifesta nella quotidianità. «È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali. E poi lo sento dentro fortissimo, mio figlio».

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I figli del cantautore

Vecchioni, che lo scorso 25 giugno ha compiuto 80 anni, ha dedicato alcuni dei suoi brani ai figli. Nel 2016 ha pubblicato l'album «Canzoni per i figli», che conteneva tra le altre «Canzone da lontano», una ninna nanna scritta per Francesca, tratta dall'album «Montecristo», una versione recitata di «Figlio figlio figlio» e una con nuovo arrangiamento di «Un lungo addio», dedicata a Carolina.

A Edoardo, Vecchioni ha dedicato, invece, la canzone “Le rose blu”. In diverse interviste, il cantautore ha parlato del suo rapporto con i figli, sostenendo che la vita senza figli per lui sarebbe come un deserto. In occasione dell'uscita del libro «La vita che si ama». Storie di felicità, Vecchioni spiegò all'ANSA che ai figli ha sempre «insegnato ostinatamente il gioco e il sogno».

Una «faticaccia tremenda, ma non quanto quella fatta da mia moglie - raccontò - che ha dovuto insegnare loro la realtà. Abbiamo costruito insieme un fortino in cui viviamo non da decrepiti utopisti, non di illusioni, ma di cose che ci salvano la vita quando sembra troppo brutta. Riusciamo a ridere l'uno dell'altro, a prendere le cose con ironia e a volerci bene. Non ho mai visto quattro fratelli così uniti, i miei figli si chiamano tra loro 'brothers and sisters' e raccontano tutte le scemate che fa il padre. Questo libro lo hanno voluto loro proprio per capire meglio chi è il loro papà». Nel 2011 Vecchioni aveva partecipato alla manifestazione Giochi Senza Barriere alla Villa Comunale di Napoli, organizzata dall'associazione Tutti a scuola, che da sempre lotta per i diritti dei ragazzi disabili. E nello stesso anno è diventato testimonial AISM nella campagna Una mela per la vita.

 

La famiglia

La moglie Daria Colombo, invece, dopo una laurea in lettere moderne presso l'Università di Padova, si è specializza in storia del teatro. Tra il 1975 e il 1980, ha lavorato negli ambiti teatrale, cinematografico e televisivo, collaborando con alcuni grandi nomi dei vari settori come Florestano Vancini, Pasquale Festa Campanile, Giancarlo Nicotra, Adriano Celentano. Studiosa di scenografia e architettura d'interni, ha svolto anche la professione di art director per case discografiche quali EMI, Polygram, Sony Music e Universal Records, grazie alla quale ha avuto l'occasione di incontrare il futuro marito. Daria è anche una giornalista e saggista ed ha collaborato con quotidiani quali Corriere della Sera e L'Unità, col mensile Maxim e con la Rai, dove ha partecipato alla realizzazione di vari programmi; tra gli altri “I Grandi processi” con Sandro Curzi e Franca Leosini (1996) di cui è coautrice per RAI 1 e lo speciale “68 e dintorni” (1998) per RAI 3, di cui è autrice unica. Nel febbraio 2011, il marito l'ha ringraziata in diretta e le dedica la vittoria al festival di Sanremo.

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