Antonella Lualdi, l'ultima intervista: «La mia grande passione è la Lazio. Ricordo le serate con Fellini e Pasolini»

Aveva appena perdonato la nipote Virginia Sanjust di Teulada, condannata per averle estorto dei soldi

Antonella Lualdi si è spenta a 92 anni
di Valeria Di Corrado
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Giovedì 10 Agosto 2023, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 18:30

Le grandi passioni di Antonella Lualdi erano in assoluto il cinema e la Lazio. Fino all'ultimo la diva della “Dolce vita”, considerata negli anni ‘50 una star al pari di Lucia Bosè e Gina Lollobrigida, ha seguito la sua squadra del cuore, come aveva raccontato a "Il Messaggero" nella sua ultima intervista, rilasciata lo scorso marzo. E forse Antonietta De Pascale (questo il vero nome dell'attrice) si è spenta a 92 anni - compiuti un mese fa - con l'amarezza di non aver rivisto i biancocelesti festeggiare lo scudetto quest'anno, accontentandosi del secondo posto.

Lei è molto tifosa?
«Sì, è una squadra che amo da sempre. E diventa un impegno anche tifare: vedere le partite, andare agli allenamenti. Per esempio, oggi (raccontava lo scorso 7 marzo, ndr) devo seguire la Coppa Uefa. Anche mio marito (l’attore Franco Interlenghi, scomparso nel 2015, ndr) tifava per la Lazio. Mi ricordo quando frequentavamo Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini: li invitavamo a casa nostra, perché oltre al lato intellettuale coltivavamo anche questa passione sportiva.

Giulietta (Masina, ndr) suonava la chitarra».

Pasolini per che squadra tifava?
«Era un po’ romanista, un po’ laziale, non si sbilanciava. Adorava il calcio e quelli che ci giocavano. E poi in calzoncini corti aveva il “physique du rôle”, non era così magro come sembrava. Mi ricordo i pranzi con Pier Paolo a Fregene, i nostri incontri a via Margutta dove avevo girato l’omonimo film. E poi tutti insieme andavamo spesso a vedere gli allenamenti a Formello».

Ci va ancora ora?
«Sì, ogni tanto ci vado. Simone Inzaghi, quando allenava la Lazio, mi ha visto spesso lì. Gli avevo anche regalato il mio libro».

Ricorda con nostalgia quei tempi?
«Con molta nostalgia. Era una vita dolce, più spensierata».

Lei tre anni fa ebbe un litigio con sua nipote, Virginia Sanjust di Teulada, che per ottenere da lei del denaro, devastò il suo appartamento in zona Ponte Milvio. 

«Virginia voleva 10 euro, ma non li avevo. Ha avuto una reazione violenta, perché l’ha presa come una mancanza di affetto nei suoi confronti. E io in quel momento non l’ho capito. Ma l’ho già perdonata».

Lo sa che sua nipote è stata condannata dal Tribunale di Roma per tentata estorsione a un anno e cinque mesi di reclusione?
«Non ne sapevo nulla. Mi dispiace, anche perché per me la cosa si era chiusa lì. Non la chiamerei estorsione. Mi aveva chiesto semplicemente 10 euro, ma non li avevo. Così ha avuto una reazione violenta. Io in quel momento ero sola. Non ho mai avuto a che fare con queste cose. Mi è dispiaciuto che abbia preso questa piega».

È vero che Virginia le aveva sradicato delle lampade, staccato i quadri dalle pareti e rotto i vetri delle finestre?
«Sì, è vero. Ma non si è scagliata contro di me. Io in quel momento avevo mal di testa e non volevo parlare. Lei si è innervosita e l’ha presa come una mancanza di affetto nei suoi confronti. Voleva forse essere coccolata e io non l’ho capita. Non ci posso credere che mia nipote rischi di andare in carcere per 10 euro». 

In carcere certamente non andrà, però lei all’epoca l’ha denunciata.
«L’ho fatto perché ero presa un attimo dalla rabbia. Non volevo che mi trattasse male. Poi ora non vivo più a Roma, sto da amici nel nord Italia».

Si è trasferita per evitare altri “assedi” da sua nipote?
«Voglio stare tranquilla. Non ho più voglia di lottare e combattere».

 

L’ha più sentita da allora?
«No, non ho voluto sapere più nulla, perché queste cose mi turbano. So che ha avuto un esaurimento nervoso e da un paio di anni suo figlio si occupa di lei. Bisogna trovare il modo di curarla: è una ragazza dolcissima e buona. Viene da una famiglia perbene: mia figlia Antonella e suo marito (il barone romano Giovanni Sanjust di Teulada, morto nel 2014 travolto da un trattore nella sua azienda agricola di Capalbio, ndr) le hanno dato un’ottima educazione. Ha avuto un momento di difficoltà, a causa probabilmente dello stressante lavoro che faceva in tv».

Quindi l’ha perdonata?
«Certo, sono passati già tre anni. Certe cose si dimenticano. Poi adesso mi dedico solo alla mia grande passione: la Lazio».

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