Morto a luglio, sepolto dopo mesi Era povero: ha pagato il Comune

Morto a luglio, sepolto dopo mesi Era povero: ha pagato il Comune
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Venerdì 26 Novembre 2021, 05:01
LA STORIA
Una pratica burocratica che si è protratta nel tempo. Per questo, solo dopo alcuni mesi dalla costatazione della morte, il Comune ha potuto procedere con la sepoltura di un uomo, senza fissa dimora, il cui corpo nel frattempo è rimasto all'obitorio dell'ospedale Santa Maria della Misericordia. La storia emerge da una determinazione dirigenziale dell'unità operativa Servizi al cittadino del Comune (l'atto è il numero 2631) pubblicata nell'albo pretorio dell'ente. La richiesta di tumulazione dell'uomo deceduto a luglio, è arrivata al Comune dal Dipartimento delle dipendenze dall'Asl Asur Marche, area vasta 3. L'uomo, al momento della morte, era domiciliato in una struttura del Perugino. L'iter era stato subito avviato, ma fra l'attesa del rilascio di un nulla osta dalla Procura e un cambiamento che si è reso necessario in fatto di affidamento del trasporto del defunto, solo in questi giorni è stato dato corso al procedimento. Procedimento che si inserisce in una più intensa attività portata avanti dal Comune per il sostegno delle persone meno fortunate. Proprio sul tema del contrasto alla povertà il Comune, ente capofila della zona sociale 2, avrà la possibilità di destinare ulteriori risorse al Family Help, buoni servizio per prestazioni individuali di lavoro a domicilio per finalità di conciliazione di tempi di vita e di lavoro di persone e famiglie. Questo in virtù della rimodulazione degli interventi, concordati con la Regione, relativi all'accordo di collaborazione per all'attuazione delle azioni a valere sull'asse Inclusione sociale e lotta alla povertà del Por Fse- Umbria 2014-2020. Come spiegato dall'assessore Edi Cicchi, sono state ben 339 le domande presentate delle quali, all'esito dell'istruttoria, ne sono state accolte 273. Tuttavia i fondi fino ad ora a disposizione hanno consentito l'ammissione al beneficio solo di 59 domande. «Con le ulteriori risorse riusciremo a scorrere così la graduatoria», ha detto Cicchi esprimendo «soddisfazione per l'accoglimento da parte della Regione della nostra proposta. Ciò permetterà di fornire un aiuto concreto ad un numero superiore di donne lavoratrici per sostenerle nel lavoro di cura che prevalentemente è a carico loro, grazie allo strumento dei buoni servizio». Intanto l'ente si muove anche su altri fronti. Il Comune è pronto a gestire le domande per il reddito di libertà. La giunta ha preso atto della situazione delineata dalla circolare Inps dell'8 novembre sulla ripartizione delle risorse del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza per l'anno 2020. Spetta al comune di residenza delle richiedenti la ricezione e il contestuale inserimento della domanda accedendo al servizio online, così come la quantificazione dell'assegno, nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, concesso in un'unica soluzione per massimo 12 mesi ed erogato dall'Inps.
Riccardo Gasperini
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