Strage di mirti ed eriche per il parco fotovoltaico il Nipaf sequestra l'area

Strage di mirti ed eriche per il parco fotovoltaico il Nipaf sequestra l'area
2 Minuti di Lettura
Sabato 22 Gennaio 2022, 05:02
IL BLITZ
Massacro di mirti ed eriche alle porte di Latina, scatta il sequestro preventivo urgente eseguito dai carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale. Contestata l'assenza dell'autorizzazione paesistica.
IL SEQUESTRO
Il provvedimento, emesso dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, è stato eseguito l'altro ieri ed ha interessato un terreno di nove ettari di proprietà di una società di Verona, specializzata nella realizzazione di impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili. Il blitz del Nipaaf, all'interno dell'area in questione situata in via del Crocifisso, in località Borgo Santa Maria, ha impedito che l'eradicazione in corso - accertata nei giorni precedenti dai carabinieri forestali - fosse ultimata. Nonostante la tempestività d'intervento, tuttavia, oltre la metà del bosco, costituitosi in modo naturale nel corso del tempo con essenze tipiche della macchia mediterranea, era stato già raso al suolo. Addio a numerose piante di fillirea, erica e mirto, che in quell'area, al confine con una vasta zona militare, costituivano da oltre trent'anni una fitta vegetazione di natura spontanea.
LA NORMATIVA
La prescritta autorizzazione paesistica, di cui è risultata carente la società di Verona, fa riferimento al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ed è necessaria per sostituire il bosco e trasformare l'area in questione, adibendola ad altri usi. In questo caso alla realizzazione di un impianto fotovoltaico non ancora autorizzato. Nel Lazio vige anche la normativa in base alla quale il nulla osta paesistico diventa necessario laddove la superficie boscata, ovunque si trovi, anche in zona agricola, superi un'estensione di 5mila metri quadrati, con dimensione di copertura superiore al 60%. Per queste ragioni l'amministratore della società proprietaria del terreno è finito nel registro degli indagati per violazione dei vincoli paesaggistici. LE INDAGINI L'accertamento dei carabinieri del Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Latina è scaturito dalla segnalazione di un cacciatore della zona che, abituato ad addentrarsi nel bosco per lo sgambamento dei suoi cani, aveva notato il massiccio intervento di eradicazione delle piante. Circostanza questa confermata dai sopralluoghi dei carabinieri forestali che per raggiungere il fondo si sono dovuti addentrare tra fossati e sterpaglie in aperta campagna. L'altro ieri sul posto, in occasione del sequestro, si sono recati per la prima volta anche i responsabili della società, ignari di aver commesso una violazione. Prima dell'operazione di pulizia del fondo, infatti, la società si era premunita di una relazione redatta da un agronomo, attestante la presenza sul fondo in zona agricola di alcune piante infestanti. Nulla a che vedere con la realtà, caratterizzata da un fitto bosco spontaneo occupante 90mila metri quadrati, come accertato dai carabinieri del Nipaaf.
Rita Cammarone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA