Progetti in ritardo, il Comune perde 850.000 euro per le scuole

Progetti in ritardo, il Comune perde 850.000 euro per le scuole
di Andrea Apruzzese
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Aprile 2022, 17:00

Un acconto da restituire: 849mila euro, per lavori non eseguiti, a causa di progetti mai finalizzati. Finiscono così, le previste messa in sicurezza e adeguamento sismico delle scuole Mazzini di Borgo San Michele, Giuliano di via Cisterna, Prampolini di Borgo Podgora, Corradini di via Amaseno del Comune di Latina. E la giunta ha dovuto approvare di corsa una delibera per la restituzione dell'acconto «al fine di evitare il recupero coattivo», come si legge nella relazione allegata, siglata dall'attuale dirigente ai Lavori pubblici, Angelica Vagnozzi. Una relazione in cui la dirigente spiega i motivi per cui si sia arrivati al definanziamento, ma anche, e questo è il punto nodale, denuncia un «difficile contesto lavorativo dove il personale è sovraccarico di lavoro».


LA DENUNCIA
La Vagnozzi, in un apposito capitolo sul contesto lavorativo, afferma: «Alla normale attività del servizio, l'ufficio ha assunto un ruolo di coordinamento per diversi procedimenti complessi, oltre che per la gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro, per la programmazione europea, per la complessa attività di revisione della convenzione del cimitero, che comporta anche un confronto con le associazioni dei consumatori. Attività che sconta l'atavica carenza di risorse finanziarie e di personale: pesa, in particolare, la mancanza di figure tecniche in grado di assumere il ruolo di Rup» e, «vista la difficoltà di nuove assunzioni, si è sempre più costretti ad esternalizzare le attività, in un complesso quadro normativo».
DECADENZA
Il definanziamento è quindi una storia di burocrazia, di lentezza procedurale, di carenza di organico, di attacchi hacker. I progetti erano nati nel gennaio 2015, quando il Mef (ministero Economia e finanze) pubblicò un decreto con gli interventi possibili per la riqualificazione dell'edilizia scolastica, e l'8 aprile 2015, l'allora giunta Di Giorgi approvò i quattro studi di fattibilità, con i relativi costi: 1.144.727 euro per la Corradini; 1.141.900 euro per la Giuliano; 1.145.610 euro per la Prampolini; 912.888 euro per la Mazzini, per lavori che andavano dalla coibentazione al rifacimento dei terrazzi all'adeguamento sismico fino all'installazione di pannelli fotovoltaici. Gli interventi vengono ammessi al finanziamento e confermati tra il 2017 e il 2018.
MANCANO I PROGETTI
Già nel 2018, però, ci si rende conto che i progetti non ci sono: occorrono fondi per finanziarli, pena la perdita del finanziamento. Non solo: «I Rup, già oberati di carico di lavoro in un servizio con notevole carenza di organico, hanno dovuto constatare che l'unica documentazione esistente era lo studio di fattibilità». Il ministero chiarisce che occorre «un'approfondita ed attenta analisi della vulnerabilità sismica, per delineare l'intervento». Ma i progetti originali, degli anni 70 e 80, non ci sono. Nel febbraio 2020, sindaco e assessore ai Lavori pubblici scrivono al ministero e chiedono una proroga. Nell'estate 2020, si emanano gli avvisi per i servizi di ingegneria per gli interventi, ma a settembre i sistemi del Comune finiscono sotto attacco hacker, rallentando le procedure. Le offerte comunque arrivano e nell'ottobre si affidano le progettazioni. Ma il termine per l'aggiudicazione degli interventi scade il 31 gennaio 2021. Due giorni prima, l'assessore chiede al ministero una proroga: nessun riscontro. Il 1 febbraio 2022, la comunicazione della decadenza.
Andrea Apruzzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA