Coletta: «Orgoglioso di aver lasciato tanti progetti alla città, un vero tesoro»

L'ex sindaco: "Io ho corso 42 chilometri di maratona, Celentano gli ultimi 195 metri e tagliato il traguardo"

Coletta: «Orgoglioso di aver lasciato tanti progetti alla città, un vero tesoro»
di Andrea Apruzzese
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 11:59

«Pensa a una maratona: è lunga 42 chilometri e 195 metri. Tu corri i 42 chilometri, poi arriva un altro, fa solo i 195 metri, e vince. Molti dei progetti descritti dalla sindaca erano stati avviati dalla nostra amministrazione». Così l'ex sindaco di Latina, Damiano Coletta, ribatte ai temi della conferenza stampa della prima cittadina attuale, Matilde Celentano. Secondo Coletta, «noi abbiamo lasciato una tavola apparecchiata, loro devono solo scaldare le pietanze», e chiarisce come «il nodo centrale della comunicazione sembra il fatto che in 6 mesi siano state fatte più cose che in 6 anni: io capisco che si entri in una trance agonistica, ma o si ha un'alterata percezione della realtà oppure poca memoria. Ma credo anche che la gente abbia ormai compreso i tempi di una pubblica amministrazione: ci vogliono due mandati per realizzare le cose. E, se leggiamo ciò che ha comunicato la sindaca, io mi sento orgoglioso di avere lasciato questo tesoro alla città, alla comunità, alla nuova amministrazione».

TANTI PROGETTI

Coletta parte dalla ex Banca d'Italia, parlando di «soddisfazione personale dell'intuizione avuta quando seppi che l'immobile era in vendita: un immobile che fa parte della storia e della cultura della città. Ma c'è voluto molto tempo: i contatti con i dirigenti di Bankitalia, e anche con l'università, per capire i possibili utilizzi. Ora siamo nella fase decisoria: siamo d'accordo che debba essere un luogo per i giovani, anche per rivitalizzare il centro, ma c'è anche un caveau che consentirebbe di organizzare esposizioni di un certo livello. Io credo che la decisione su cosa farne debba essere condivisa, anche con l'Urban center».
E ricorda molti progetti «partiti sotto la nostra amministrazione: Upper, i 5 milioni di euro per il Parco Falcone e Borsellino, 2 milioni di euro per il centro sportivo Outdoor in Q4, 27 milioni di euro per il progetto "A gonfie vele" e il Nicolosi, 2 milioni di euro sulla Casa della Musica, 1,6 milioni di euro per l'ex scuola di via Milazzo, il finanziamento recuperato, che era andato perso, per l'ex Garage Ruspi, come quello per la Cittadella giudiziaria. Azzeriamo dunque le condizioni di partenza: noi siamo partiti con i Ppe annullati, Latina Ambiente in regime fallimentare, il teatro chiuso e, dopo 3 mesi dal mio insediamento, la vicenda giudiziaria che ha paralizzato la macchina amministrativa per 6 mesi. Una macchina che doveva recuperare fiducia e un metodo di lavoro, operazione svolta dalla segretaria generale Rosa Iovinella, che non a caso oggi approda con questo ruolo a Roma Capitale: il massimo per un segretario generale. Le condizioni di partenza della sindaca Celentano, invece, sono la possibilità di contare su 100 milioni di euro di progetti Pnrr avviati, 20 milioni di euro di fondi regionali, e 27 milioni di euro di debiti fuori bilancio che noi abbiamo pagato. Si, è vero, loro hanno dovuto correre per aggiudicare alcuni progetti, ma nove mesi di commissariamento li hanno voluti loro».

TEATRO

«Sul palazzetto, sullo stadio, sul teatro, abbiamo fatto lavori per milioni di euro tesi all'ottenimento dell'agibilità. Per il D'Annunzio ci abbiamo messo 5 anni? Certo, ma sono tutti lavori rendicontati. Sul teatro è ora importante stabilire cosa vogliamo farci e con quali risorse. E non sarebbe sbagliata una fondazione: non è che una cattiva prassi possa negare un principio valido. Ma su tutto questo non sento nulla».

«BENE L'ISOLA PEDONALE»

«Apprezzo che questa amministrazione si sia convinta sull'isola pedonale del centro storico, frutto del lavoro dell'Urban Center». E sui rifiuti ricorda che «la popolazione si è espressa favorevolmente sul porta a porta. Hanno cambiato il Cda? Ci sta, era in scadenza. Però adesso non vanno fatti danni e va migliorato e adattato il piano industriale ai mutati costi del servizio. Il punto è che su molti aspetti manca la visione, come non ho sentito parlare di transizione ecologica o di comunità energetiche, ad esempio. Io, come memoria recente, mi metto a disposizione. Ma credo che occorra anche rispetto il lavoro altrui».
 

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