«La costa e la duna non sono immobili normale che riemergano questi reperti»

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Venerdì 26 Febbraio 2021, 05:01
L'ESPERTO
Con la fine dell'inverno si ripropone la consueta conta dei danni sul litorale. Le mareggiate hanno sconquassato il lungomare pontino, specie quelle recenti di inizio febbraio che hanno danneggiato molte strutture e allo stesso tempo contribuito al fenomeno dell'erosione della linea di costa: spiagge abitualmente larghe si sono drasticamente ridimensionate e molti manufatti hanno subìto danneggiamenti, anche ingenti, con buona pace degli operatori turistici già in parte danneggiate dalla pandemia di Covid-19. Ma il fenomeno dell'erosione costiera non è una novità per il litorale a sud di Roma che è sabbioso ed è naturalmente e fisiologicamente variabile. «Il concetto che deve essere tenuto sempre a mente è che la costa non è un'area immobile, quello pontino è un litorale sabbioso ed è normale che subisca queste modifiche nel corso del tempo - chiarisce il geologo di Latina Massimo Amodio - Il riaffiorare degli antichi bunker della seconda guerra mondiale, prima a Sabaudia e ora anche a Terracina, non deve essere considerata una stranezza: è molto probabile che negli anni Quaranta del secolo scorso il livello della spiaggia fosse più basso di quello che abbiamo in questi anni. Ora, che stiamo vivendo un periodo di erosione piuttosto marcata, questi antichi manufatti riaffiorano e diventano visibili a tutti».
«Quella dell'erosione è una dinamica molto complessa e in questa fase dell'anno stiamo assistendo anche a modifiche dello spessore del deposito sabbioso di circa 80 centimetri - aggiunge Carlo Perotto, anche lui geologo - l'unità costiera è estremamente dinamica, il fiume Tevere fino a 80/90 anni fa, alimentava molto il litorale portando al mare sedimenti che oggi trasporta in maniera molto ridotta. Questa alterazione avviene quando si regimenta il corso dei fiumi per renderli sicuri, ma chiaramente porta conseguenze nel delicato equilibrio naturale».
G.Bar.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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