Bollette, il Consiglio di Stato blocca i rimborsi

Bollette, il Consiglio di Stato blocca i rimborsi
di Giusy Franzese
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Venerdì 21 Dicembre 2018, 00:00
Contrordine: non arriveranno entro fine anno i rimborsi da parte delle compagnie telefoniche agli utenti ai quali, a partire dal 2016 e fino al divieto dell’Agcom nel 2017, sono state fatte pagare le bollette a 28 giorni. Il Consiglio di Stato, accogliendo i ricorsi presentati in via cautelare da Telecom, Wind, Vodafone e Fastweb, ha sospeso l’obbligo dei ristori per altri tre mesi, ovvero fino alla data del 31 marzo 2019 quando dovrebbero essere rese note le motivazioni della decisione del Tar Lazio (la numero 11305/2018) che ha intimato alle compagnie telefoniche i rimborsi entro il 31 dicembre, così come già stabilito dall’Agcom. La decisione ha scatenato le critiche dei consumatori che hanno espresso «profondo disappunto» e hanno parlato di «brutto regalo di Natale per gli italiani».

La decisione andrà impattare sulle speranze di ricevere un rimborso (a seconda dei casi dovrebbe essere compreso in un range di 20-60 euro) entro la fine di quest’anno su un numero enorme di utenti: 12 milioni quelli di linea fissa e 60 milioni quelli di telefonia mobile, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori. 

DIVIETI E MULTE
Con la decisione del Consiglio di Stato, la vicenda dell’illegittimità della fatturazione delle bollette a 28 giorni (in un anno così la stessa utenza pagava 13 bollette anziché 12) si arricchisce quindi di un nuovo capitolo. Dopo le denunce degli utenti, a marzo 2017 la pratica commerciale fu considerata scorretta e con la delibera n.121 del 2017 l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni la vieta per le offerte sul fisso e convergenti, dando 90 giorni di tempo alle compagnie telefoniche Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per ritornare alla fatturazione mensile. Ma i mesi passano e nulla accade. E così a dicembre 2017 l’Autorità è costretta a intervenire per multare le compagnie, e in questa occasione impone loro anche lo storno delle somme tratte dai giorni “erosi” rispetto alla fatturazione che sarebbe dovuta tornare mensile dal 23 giugno 2017. Intanto arriva sull’argomento anche una legge nazionale. Ma non finisce qui. Fatta la norma, trovato l’inganno: le compagnie si adeguano alla fattura mensile, ma si mettono d’accordo tra di loro per trasferire i maggiori costi (+8,6%) sulle nuove bollette.

A marzo 2018 interviene quindi l’Antitrust per sanzionare le compagnie. Scattano le multe. I rimborsi latitano. Quindi a luglio scorso l’Agcom (con quattro delibere, una per ogni operatore) interviene nuovamente stabilendo una data limite per i ristori: 31 dicembre 2018. Il calcolo dei giorni di servizio che ciascun operatore avrebbe dovuto riconoscere in fattura ai propri utenti doveva riguardare il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui era stata ripristinata la fatturazione su base mensile. Ma la vicenda ancora non finisce: le compagnie fanno ricorso al Tar del Lazio, che in un primo momento congela i rimborsi, poi a novembre scorso annulla le multe ma conferma l’obbligo di rimborso entro il 31 dicembre 2018. Che a questo punto, con la sospensiva concessa dal Consiglio di Stato, diventa 31 marzo 2019. 
 
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