Attacco hacker a Jp Morgan violati 76 milioni di conti

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Sabato 4 Ottobre 2014, 06:08
IL CASO
NEW YORK Si pensava che fosse stata una piccola falla, qualcosa di facilmente rimediabile. Ma il rapporto appena presentato dalla banca Jp Morgan alla Securities and exchange commission rivela che l'attacco condotto da anonimi pirati al sistema telematico della più grande banca Usa è stato di impressionanti dimensioni, uno dei più grandi mai condotti. Fra la metà di giugno e la metà di agosto, gli hackers sono entrati nei meandri del sistema attraverso i 76 server della banca, per una durata di circa un'ora al giorno. Hanno piratato i dati di oltre 76 milioni di correntisti e di 7 milioni di piccole aziende. Si sono impossessati di nomi, indirizzi, numero di telefono e indirizzi di posta elettronica. Non hanno però potuto decifrare i dati criptati, e cioè i dati di login dei clienti ai vari servizi finanziari della banca. Senza queste informazioni confidenziali - la UserId, le password, le date di nascita e il numero della tessera della sicurezza sociale - i pirati non possono avere accesso ai conti correnti e non possono prelevare o spostare denaro.
La banca aveva informato che c'era stato un attacco piratesco durante l'estate, ma solo giovedì sera - come richiedono i regolamenti della Sec (la Consob americana) - ha presentato un rapporto particolareggiato nel quale si rende nota la vastità della breccia. Di fatto, due terzi dei correntisti sono stati piratati, in particolare coloro che usano i servizi via internet o si collegano alla banca attraverso le app mobili.
Gli amministratori della JPMorgan-Chase hanno comunque insistito che i soldi dei loro clienti «sono perfettamente al sicuro». Semmai raccomandano di fare attenzione ai casi di phishing, cioè lettere che sembrano provenire dalla banca, e chiedono informazioni più personali: il tipo di furto effettuato nei due mesi di razzie sembra infatti puntare su frodi di questo tipo. Gli investigatori federali hanno a loro volta diramato un allarme: non aprite allegati, non rispondete a e-mail della banca, senza accertarvi prima che provengano effettivamente dalla centrale e non siano dei falsi creati dai pirati.
Anna Guaita
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