Tempera: «Dall'autunno lento ritorno alla vita pre-pandemia»

Tempera: «Dall'autunno lento ritorno alla vita pre-pandemia»
di Monica Forlivesi
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:20

Questa intervista parte dalle fine, dall'ultima domanda a Italo Tempera, virologo molecolare e professore associato al Wistar Institute di Philadelphia. Lo scienziato di Latina vive da 16 anni negli Stati Uniti, lo abbiamo intervistato a inizio pandemia, il lockdown era iniziato da poche settimane, fece una quadro chiaro di quanto stava succedendo e delle probabili prospettive. L'ultima domanda di quell'intervista era: quando pensa di tornare a Latina? Rispose: «Non lo so, l'ultimo posto in cui mi vorrei trovare in questo momento è un aereo». Medesima domanda oggi, risposta: «Spero la prossima estate». Una prospettiva completamente diversa, ci spiega qual è il suo punto di vista? «Leggo ogni giorno cosa succede in Italia e sento parlare dell'arrivo della terza ondata. Non capisco perché, la realtà è che non è ancora finita la seconda e penso che con mascherine, distanziamento e vaccinazione, magari migliorandola, dobbiamo resistere ancora qualche mese poi inizieremo a vedere la luce in fondo al tunnel».

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Torniamo ai dati di cui parlava. «Dicevo che la seconda ondata non è finita ma i casi sono enormemente diminuiti, siamo passati dai 37.000 casi di novembre agli attuali 9.000 circa, e la curva continua a scendere. Troppo piano, questo è vero, ed è vero anche che finché non si abbassa del tutto se si sbaglia qualcosa sono guai ma, come dicevo prima, se continuiamo con le misure di prevenzione e si prosegue con la vaccinazione ce la facciamo, arriviamo all'estate e difficilmente partirà la terza ondata».


I dati dunque sono confortanti. «Guardando un grafico con riportati i dati ottenuti da Covid-19 Data Repository by the Center for Systems Science and Engineering at Johns Hopkins University emergono una serie di cose. Innanzitutto che l'andamento della curva dei nuovi casi di Covid in Italia sta scendendo, in tre mesi c'è stata una riduzione del 75%. Si è registrato un leggero incremento delle nuove infezioni nelle prime due settimane di gennaio, probabilmente dovute alle feste natalizie e ai veglioni clandestini. Ma poi la curva è tornata a scendere e continua a farlo».


Come si può accelerare questa discesa, aumentando le vaccinazioni? O sono le varianti a frenarla con la loro velocità di diffusione? «In parte hanno influito le varianti, in Italia soprattutto quella inglese che si diffonde più rapidamente e i cui effetti sembrano durare più a lungo.

Ma anche su questo: la variante inglese è diffusa su tutto il territorio, il grafico ci dice però che non sta causando nessuna crescita esponenziale della curva. C'è poi un problema a mio avviso di comunicazione carente, la narrazione delle varianti del virus e l'urlare continuo alla catastrofe di certi virologi non corrisponde esattamente alla realtà». Tornando a come uscire più rapidamente dalla pandemia, quali sono le soluzioni possibili? «Ovviamente intensificare la vaccinazione. La curva sarebbe scesa più rapidamente se l'Italia si fosse dotata di un sistema di tracciamento adeguato e avesse aumentato la capacità di effettuare tamponi. Purtroppo l'App Immuni non ha mai funzionato, per i tamponi sappiamo delle file estenuanti che ci sono state e per i vaccini, dopo il fallimento delle primule per fortuna il governo Draghi ha cambiato rotta e forse ora avremmo un programma vaccinale degno di tale nome».


La sua conclusione? «Che ci aspettano altri 3-4 mesi di questa vita sospesa e che forse un lento ritorno a una vita normale si potrà avere verso giugno, l'anno scorso a fine giugno in Italia c'erano 150 casi di Covid. Inutile dire che con quei numeri c'era una occasione unica per ridimensionare il virus, ma tutti sappiamo come è andata a finire... Questa volta sarà diverso perché quando ci saranno quei numeri, andrà avanti la campagna vaccinale e con le condizioni climatiche avverse al virus saremo nelle condizioni di voltare pagina: i raggi UV e le condizioni atmosferiche dell'estate pongono un serio limite alla diffusione del Covid».


Il ritorno alla vita normale avverrà mai? «Sì, io ritengo di sì. Con competenza, sobrietà nella comunicazione e rispetto delle norme anti Covid, e ognuno farà seriamente la propria parte, io penso che forse in autunno potremmo lentamente tornare alla nostra vita pre-pandemia».

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