Così da Latina organizzavano i carichi di droga per i mafiosi

Così da Latina organizzavano i carichi di droga per i mafiosi
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 05:01
L'INCHIESTA
Tre personaggi pontini arrestati nell'ambito delle due operazioni congiunte Gordio e Pars Iniqua condotte dai carabinieri di Palermo e dalla Dia. Sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo vengono individuate cinque organizzazioni criminali affiliate alla mafia che gestiscono ingenti partite di droga da smerciare, secondo una precisa divisione del territorio e una strategia di diversificazione dell'approvvigionamento, nelle piazze di spaccio della parte occidentale della Sicilia. La rotta della droga conduce alla provincia pontina. Più precisamente da qui partiva una parte sostanziosa dello stupefacente destinato a rifornire due dei gruppi criminali siciliani, quello che fa capo a Michele Vitale, esponente dell'omonima famiglia conosciuta come Fardazza e inserita all'interno del mandamento mafioso di Partinico, e quella dei fratelli Guida, Gioacchino e Raffaele. Per questi ultimi lavorano i due corrieri pontini Alessio Antonacci e Stefano Carocci, che si occupano di trasportare i carichi e il denaro corrispondente. Mentre al primo sodalizio è legato Pietro Canori, 71enne di Priverno, noto narcotrafficante pontino già in carcere dal 2019 per scontare una condanna definitiva a sette anni di reclusione. Dal 2018 gli investigatori della Dia registrano numerosissime conversazioni, contatti e incontri con gli esponenti dell'organizzazione siciliana che si occupa della gestione dello stupefacente.
Nelle lunghe pagine dell'ordinanza di custodia cautelare si ricostruiscono tutti i passaggi che confermano come fosse proprio il pontino a commercializzare, vendere e anche trasportare i carichi di cocaina verso la Sicilia, servendosi di corrieri non identificati. I contatti diretti di Canori in Sicilia, per conto del gruppo, sono Maria Rita Santamaria e Salvatore Leggio e proprio con loro il 71enne intrattiene costanti rapporti per chiudere gli affari chiamando in causa una sua vecchia conoscenza, Fabio Nalin, anche lui di Latina e residente a Priverno (non indagato nell'inchiesta) ma ben noto alle forze dell'ordine perché più volte arrestato in provincia per traffico di stupefacenti. Appare evidente, dal tenore delle conversazioni e dalla frequenza dei contatti che vanno avanti per tutta l'estate del 2018, che Canori e il gruppo di Michele Vitale stanno per chiudere un grosso affare per cui era necessario vedersi di persona ma il pontino fa presente che, vista la sua caratura criminale, potrebbe essere soggetto a investigazioni e dunque per prudenza e per non compromettere i rapporti con Vitale preferisce non scendere a Partinico. Alla fine però accetta di raggiungere la Sicilia e il 9 settembre atterra a Punta Raisi e si reca da Michele Vitale al quale suggerisce di dissimulare il linguaggio usando la parola vino al posto di droga. Dalla conversazione si evince che la droga che Canori è pronto a vendere ai siciliani, con il chiaro coinvolgimento di altre persone coinvolte nei traffici, arriva su camion provenienti dalla Spagna per giungere a destinazione entro tre giorni al massimo.
Laura Pesino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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