Zelensky, da "Presidente" a "Ucraina" e "Italia": le parole più usate durante il discorso in Parlamento

Zelensky, da "Presidente" a "Ucraina" e "Italia": le parole più usate durante il discorso in Parlamento
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Martedì 22 Marzo 2022, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 21:46

La misura di quanto cambi il mondo è data anche dalle parole che usiamo. E dal 24 febbraio tutti quanti, volenti o nolenti, abbiamo modificato il nostro vocabolario - già fortemente rimodulato da due anni di pandemia - con termini bellici. Non fa quindi specie che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il suo discorso al Parlamento italiano, abbia utilizzato la parola «guerra» ben 20 volte, mentre «pace» solo 14.

L'analisi delle parole usate da Zelensky restituisce una fotografia piuttosto fedele di quanto cambino i pensieri - e le priorità - di un popolo che da un giorno all'altro ha dovuto far fronte ad una vera e propria invasione. E così, nei 12 minuti di discorso, la parola «Presidente» è la più utilizzata (29 volte), seguita da «Ucraina» (24) e «guerra» (20).

A quota 14 ritroviamo «popolo», «pace» e «Italia».

 

Zelensky, il testo integrale del discorso alla Camera

«Egregi signori Presidenti delle Camere, egregio signor Primo Ministro Draghi, signore e signori, senatori e deputati, caro popolo italiano, oggi ho parlato con Sua Santità Papa Francesco e lui ha detto parole molto importanti. “Capisco che voi desiderate la pace, capisco che dovete difendervi, i militari difendono e le persone civili difendono la propria Patria, ognuno la difende”, e ho risposto: “Il nostro popolo è diventato l’esercito, l’esercito quando ha visto che male porta con sé il nemico, quanta devastazione lascia dopo di sé e quanto spargimento di sangue vuole vedere”.

Una settimana fa ho parlato durante un incontro a Firenze in una decina città europee e ho chiesto a tutti gli italiani e a tutti gli europei di ricordare il numero 79; 79 erano i bambini uccisi in quel momento in Ucraina, adesso sono 117, altri 38 bambini in questi giorni.

Questo è il prezzo della procrastinazione della pressione sulla Russia per far fermare questa guerra. Sono migliaia i feriti, decine di migliaia le famiglie distrutte, per centinaia di migliaia di loro è distrutto il futuro; milioni sono le case abbandonate e tutto questo è iniziato da una persona.

Nei quartieri delle città seppelliscono i morti nelle fosse comuni, nei parchi, e questo succede nel 2022. Noi sappiamo che ogni giorno di guerra porterà via altre vite dei nostri bambini; 117 non sarà il numero finale perché l’invasione russa sta distruggendo le famiglie e le vite dei nostri cittadini e la guerra continua.

I missili russi, l’aviazione e l’artiglieria non smettono di uccidere. Le città ucraine vengono distrutte, alcune sono distrutte del tutto come Mariupol, sulla costa del mar d’Azov, dove c’erano circa mezzo milione di persone, come nella vostra città di Genova e io ci sono stato.

A Mariupol non c’è più niente, solo rovine; immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre settimane di assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi, con le macchine, con i pullman, per arrivare laddove è più sicuro.

Parlo da Kiev, dalla nostra Capitale, dalla città che, per la nostra regione, è altrettanto importante come lo è Roma per tutto il mondo. Da Kiev inizia la grande cultura di un grande popolo e adesso noi stiamo al limite della sopravvivenza. Kiev ha vissuto nella sua storia guerre feroci e dopo tutte queste tragedie ha bisogno di vivere nella pace, nella pace continua, eterna come la deve avere Roma, come qualsiasi altra città del nostro mondo. Ma a Kiev ogni giorno suonano le sirene, ogni notte cadono le bombe e i missili; vicino a Kiev, nelle città dei dintorni, ci sono diverse truppe dell’esercito russo che torturano, violentano, rapiscono i bambini, distruggono e con i camion portano via i nostri beni. Questo, in Europa, è stato fatto l’ultima volta dai nazisti quando stavano occupando altri Paesi; l’esercito russo è riuscito addirittura a minare anche il mare vicino ai nostri porti e questo diventa un pericolo per le coste vicine, per i Paesi vicini, perché le mine possono arrivare fino a loro.

Signori e popolo italiano, bisogna fare il possibile per garantire la pace.

La guerra è stata creata, organizzata per decine di anni da una sola persona, guadagnando tantissimi soldi con l’esportazione di petrolio e gas e utilizzando questi soldi per la guerra. Non solo contro l’Ucraina, perché il loro obiettivo è l’Europa, influenzare le vostre vite, avere il controllo sulla vostra politica con distruzione dei vostri valori, dei valori di democrazia, dei diritti dell’uomo, della libertà. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare.

Dovete ricordare che gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia perché voi ne avevate bisogno: noi abbiamo inviato i nostri medici e anche gli italiani hanno dato a noi il loro sostegno quando abbiamo avuto l’alluvione, ci avete sostenuto velocemente e sinceramente, senza chiedere niente in cambio.

Noi lo apprezziamo moltissimo, tuttavia l’invasione dura da 27 giorni, praticamente un mese, dunque abbiamo bisogno di altre sanzioni di altre pressioni affinché la Russia non cerchi le riserve militari oppure i guerrieri in Libia o in Siria, ma la pace, affinché questa sola persona cerchi la pace.

Le conseguenze di questa guerra si sentono in diverse parti del mondo e non solo in Europa; parliamo anche della fame che si sta avvicinando per diversi Paesi: l’Ucraina è sempre stata uno degli esportatori di viveri più grandi più importanti. Come possiamo però seminare sotto l’artiglieria russa? Come possiamo coltivare quando il nostro nemico distrugge i nostri campi, distrugge il nostro combustibile? Non sappiamo quando avremo i raccolti e se potremo esportare, ora non possiamo esportare il mais, l’olio, il frumento e altri prodotti assolutamente necessari per la vita.

Questo riguarda anche i vostri vicini, attraverso il mare, i prezzi stanno crescendo, decine di milioni di persone avranno bisogno di aiuto di fronte alle vostre coste.

Signore e signori, popolo italiano, voi conoscete bene gli ucraini, conoscete il popolo che non ha mai voluto la guerra, che è un popolo europeo quanto lo siete anche voi; voi conoscete chi ha portato la guerra in Ucraina, voi lo sapete bene chi ordina di combattere, chi fa la propaganda della guerra.

Tutti quanti scelgono l’Italia come il luogo per le vacanze: non dovete essere il luogo che accoglie questi e queste persone, dobbiamo bloccare tutto, congelare i loro immobili, i loro conti, i loro yacht - da Scheherezade fino ai più piccoli - e dobbiamo congelare i beni di tutti quelli che in Russia hanno una forza di decisione.

Tutto questo per la pace; dovete sostenere anche l’embargo contro i le navi russe che entrano nei vostri porti, non dovete assolutamente permettere le eccezioni per qualsiasi banca russa.

Dovete fermare la crisi alimentare, dovete fermare le uccisioni perché la guerra deve finire al più presto; dobbiamo proteggere le famiglie ucraine, dobbiamo fare tornare la pace, bonificare dalle mine il territorio e ricostruire l’Ucraina dopo la guerra insieme a voi e l’Italia insieme all’Europa, insieme nell’Unione europea.

Prima della guerra ho visitato spesso il vostro Paese e apprezzo moltissimo la vostra ospitalità, la vostra sincerità e anche la vostra forza delle relazioni perché ho visto cosa sono le vostre famiglie, cosa significano i figli per voi, cosa significa la vita per voi.

Voglio ringraziare per il vostro aiuto agli ucraini perché accogliete le persone che si salvano dalla guerra: oggi in Italia ci sono più di 70 mila dei nostri cittadini che sono stati costretti a fuggire dalla guerra, di cui più di 25 mila bambini e molti di loro sono stati accolti direttamente nelle famiglie e forse anche nelle famiglie dei presenti oggi in Aula.

In Italia è nato il primo ucraino, la cui madre è scappata dalla guerra, decine di bambini ucraini con contusioni e con le ferite sono nei vostri ospedali e noi vi siamo molto grati e aspettiamo quando potranno tornare a casa in Ucraina, un’Ucraina di pace.

Voi potete aiutarci sicuramente, dal primo giorno di questa guerra voi avete condiviso il nostro dolore e aiutate di cuore gli ucraini e gli ucraini lo ricorderanno sempre: sono il vostro calore, il vostro coinvolgimento e la vostra forza che devono fermare una sola persona, una sola, affinché sopravvivano in milioni.

Gloria all’Ucraina e grazie all’Italia».

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