La Nato verso il vertice di Vilnius: sul tavolo il maxi-piano anti-Russia

I Paesi dell'Alleanza atlantica si incontreranno il prossimo 11 luglio. Si prepara la mobilitazione più grande dai tempi della Guerra Fredda

La Nato verso il vertice di Vilnius: sul tavolo il maxi-piano anti-Russia
di Gianluca Cordella
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Giugno 2023, 12:48

La mobilitazione più importante dai tempi della Guerra Fredda, con una possibilità concreta sullo sfondo: quella di uno scontro allargato e diretto tra Nato e Russia. Manca meno di un mese al vertice dell’Alleanza atlantica, che si aprirà a Vilnius, in Lituania, il prossimo 11 luglio ma già il focus dell’incontro appare ben chiaro. I Paesi membri, che stanno sostenendo l’Ucraina dall’inizio dell’aggressione da parte delle truppe di Vladimir Putin, stanno realmente valutando l’ipotesi che Mosca possa attaccare direttamente uno degli Stati membri, fatto che chiamerebbe sul campo di battaglia tutti gli alleati. Per questo la Nato è intenzionata a studiare «dove, cosa e come schierare», usando le parole del segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg.

Piani dettagliati

Intervistato da Newsweek, Richard Shirreff, ex vice comandante supremo dell’alleanza in Europa, ha spiegato senza mezze misure che in questo momento la Nato non sarebbe pronta a sostenere uno scontro diretto con la Russia. «In Europa orientale è in corso una massiccia guerra, terrestre e area. Ed è quindi necessario essere pronti con investimenti mirati. Ma non è stato fatto. L'anno scorso al vertice di Madrid Stoltenberg annunciò che la Nato avrebbe incrementato i propri effettivi di 300 mila unità: non è stato fatto». Secondo Shirreff, l’errore è stato concettuale: tutta la pianificazione è stata portata avanti con tempi e piani differenti perché si riteneva che il pericolo più incombente fosse la Cina e non la Russia. Errore doppio perché dopo l’annessione della Crimea nel 2014, qualche campanello d’allarme avrebbe dovuto suonare. 

Nato, al via la più grande esercitazione aerea della storia dell'alleanza: dagli F-35 alle simulazioni a terra. Possibili ritardi per i voli civili

Una situazione alla quale adesso l’Alleanza vuole porre rimedio.

Come? Analizzando migliaia di pagine di documenti classificati che delineano piani regionali e indicazioni su come i membri possono aggiornare le loro forze e la logistica. Si tratta dei piani più dettagliati dalla fine della Guerra Fredda. I piani prevedono soprattutto l’assegnazione delle truppe per la protezione delle aree più strategiche. 

Posizioni strategiche

A marzo la Nato ha schierato quattro nuovi battaglioni da 1500 uomini l’uno in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Gruppi strategici erano già in azione in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. E sono tutti andati a costituire la prima linea di difesa. L’idea alla base è molto semplice: servono da deterrente per Putin. Se Mosca dovesse decidere di attaccare in uno di questi Paesi si troverebbe davanti subito la linea della Nato. Il che significa che un attacco legittimerebbe immediatamente l’intervento armato degli Stati Uniti e dei Paesi alleati europei. Uno scenario di escalation che, come sempre in guerra, non conviene a nessuna delle parti. 

Scenario unico

Il think tank indipendente Rand Corporation ha spiegato che, nonostante Stati Uniti e Nato abbiano da tempo studiato gli scenari di un possibile conflitto diretto con la Russia, l’invasione dell’Ucraina - con il coinvolgimento quindi di un Paese terzo e per di più non membro della Nato - ha creato degli scenari non previsti. Di fronte ai quali ogni possibile mossa e contromossa diventa una catena di rebus. Il think tank ha creato una serie di scenari possibili, dal semplice attacco dimostrativo - i russi che bombardano ad esempio un aeroporto senza fare vittime - fino agli attichi più pesanti contro obiettivi civili e militari, con un numero elevato di morti. Ma, viene spiegato, molto dipende «da ciò che si pensa rappresenti l’attacco». 

«Se sono i russi che si fanno prendere dal panico e si sentono disperati, agisci in modo diverso rispetto a se pensi che lo stiano facendo per ragioni militari perché pensano che questo sia un buon modo per vincere la guerra» spiega Karl P. Mueller, coautore del rapporto della Rand.

«Ci saranno molte discussioni su quali impegni prenderanno le singole nazioni, chi contribuirà a cosa e probabilmente molti sforzi per coordinarli - aggiunge Mueller -. Essere preparati è per certi versi più facile ora rispetto a un anno e mezzo fa perché molte capacità militari russe sono state degradate dalla guerra. Per la Nato questa è una grande opportunità per riorganizzare la difesa dell’Alleanza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA