Perchè aumentano gli sbarchi verso l'Italia? Cosa sta succedendo in Tunisia? Perché gli arrivi dei migranti sono destinati ad aumentare? Al largo del Paese siamo al quinto naufragio in due giorni. Ed è fondamentale capire quello che sta succedendo lì per leggere il fenomeno migratorio nel Mar Mediterraneo. La Tunisia sta attraversando un'importante crisi politica e finanziaria.
Tunisia in crisi, perché?
Nel 2021 il presidente Kais Saied ha accentrato i poteri, chiudendo il parlamento e governando a colpi di decreto. Il tasso di inflazione viaggia al 10%, il debito pubblico sfiora il 100% del Pil e la disoccupazione è al 15%. Il Paese magrebino potrebbe fallire e non rimborsare il proprio debito entro sei o nove mesi, dicono gli analisti. Fondamentale è negoziare il prestito da 1,9 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Ma nel negoziato ci sono una serie di riforme che il presidente tunisino rifiuta di avviare. Ecco perché a più riprese anche la premier Meloni ha spronato il Fondo Monetario Internazionale ad aiutare rapidamente la Tunisia per evitare il suo collasso. E che la questione sia urgente lo prova il fatto che il Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni andrà personalmente a Tunisi questo lunedì (il 27 marzo, ndr).
🟣 27 marzo 2023:"Il Commissario europeo Paolo Gentiloni sarà in visita a Tunisi" 👥🇪🇺🇹🇳
👉 #UE #Tunisi #economia #assistenza #presente #futuro #24marzo #EuropeDirect #europedirectitalia 🇪🇺@europainitalia https://t.co/CeKw5JVxLK pic.twitter.com/7qRKjnb6Sg— Europe Direct Gioiosa Jonica 'CalabriaEuropa' (@CaleEuropaEdic) March 24, 2023
Tunisia, sbarchi in aumento
Houssem Jebabli, un funzionario della Guardia Nazionale, ha dichiarato ieri che la Guardia Costiera ha fermato 56 imbarcazioni dirette verso l'Italia in due giorni e ha trattenuto più di 3.000 migranti, per lo più provenienti da Paesi dell'Africa sub-sahariana. Secondo i dati delle Nazioni Unite, almeno 12.000 migranti che hanno raggiunto l'Italia quest'anno sono salpati dalla Tunisia, rispetto ai 1.300 dello stesso periodo del 2022. La costa di Sfax è diventata un importante punto di partenza per chi fugge dalla povertà e dalle guerre in Africa e in Medio Oriente.
Il presidente tunisino Kais Saied ha dichiarato guerra all'immigrazione dall'Africa sub-sahariana: ha detto una frase che ha fatto molto discutere, l'ha definita una cospirazione per stravolgere la composizione demografica della Tunisia. Perciò ha avviato una campagna di espulsione degli immigrati illegali.
Immigrazione come arma
Majdi Karbai, attivista politico tunisino ed ex deputato del Parlamento sciolto un anno fa dal presidente tunisino Kais Saied, ha lanciato un allarme democratico. Ha detto che il presidente Saied sta usando l'immigrazione come arma: «Senza aiuti arriveranno migliaia e migliaia di migranti sulle vostre coste», questa in sintesi la minaccia che arriva dal Maghreb.«In Tunisia siamo tornati all'epoca Ben Ali, serve un dialogo nazionale con tutte le forze politiche», ha detto intervistato dall'agenzia Adn-Kronos Karbai. «Negli ultimi dieci anni, prima del 2020 - ha proseguito - c'era una sorveglianza forte, controlli alla frontiera, anche per la minaccia del terrorismo, c'era stabilità politica con un regime democratico in fase di transizione». E «dopo il 2020, con la crisi politica, lo scioglimento del Parlamento, del Consiglio superiore della magistratura, con l'opposizione che non ha partecipato alle elezioni e la crisi politica che ha generato una crisi economica e sociale, la gente non ce la fa più e in tanti non vedono l'ora di partire».
Sbarchi migranti, è record di arrivi a Lampedusa: oltre 2.000 nelle ultime 24 ore (267 stanotte)
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout