Intanto Guerini a Beirut ha incontrato il premier dimissionario Hariri, il capo dello Stato Aoun, il presidente del Parlamento e le altre cariche istituzionali. “Mi auguro che la crisi venga superata - dice il titolare della Difesa - e che sia fatto partire in tempi brevi un nuovo governo che risponda anche alle domande di chi ha manifestato in queste settimane”.
L’Italia tra i Paesi europei è il primo partner commerciale del Libano. Anche per questo l’attenzione del governo Conte, nei confronti della crisi in corso in Libano, è massima. “La missione Unifil - incalza Guerini - è uno strumento a favore della pace, da quando è stata istituita non c’è stato più un giorno di guerra. È il più grande risultato che questa missione delle Nazioni Unite ha conseguito e ringrazio il generale Del Col e tutte le nostre truppe che partecipano insieme ad altri 45 Paesi a questa operazione”.
A Naqura è stato Guerini e anche nella base italiana di Shama. Così come Guerini, anche il generale Del Col guarda comunque con attenzione a quello che sta accadendo per la crisi economica del Paese in quanto le proteste e i blocchi stradali possono avere ricadute anche nel sud del Paese e nella zona controllata dalle truppe Unifil. “L’Italia- conclude Guerini - ha sempre lavorato e continuerà a lavorare per il dialogo tra le parti”.
Il modello italiano, lo chiama il ministro. E questo modello, che rientra pienamente nello spirito con cui l’Onu ha approcciato la questione israelo-libanese, è quello che Del Col e le sue truppe stanno praticando quotidianamente in un contesto di estrema delicatezza in cui le violazioni della tregua sono sempre in agguato.
“Perché - come dice Del Col - se collassa la blue line tra Libano e Israele, collassa un pezzo di Medio Oriente”.
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