Kim Jong mette un'intera città in lockdown: controlli nelle case per 653 proiettili scomparsi a Hyesan

L'ultimo caso in Corea del Nord

Kim Jon-un mette un'intera città in lockdown: controlli nelle case per 653 proiettili scomparsi a Hyesan
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Lunedì 27 Marzo 2023, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un ha messo in isolamento un'intera città dopo la scomparsa di 653 proiettili durante un ritiro militare. I funzionari del leader nordcoreano hanno cercato le munizioni casa per casa nella città di Hyesan, che ha una popolazione di circa 200mila persone, come hanno riferito due fonti a Radio Free Asia.

«La città... rimarrà chiusa finché non saranno trovati tutti i 653 proiettili», ha dichiarato in forma anonima un residente della provincia settentrionale di Ryanggang, dove si trova Hyesan, al Servizio coreano di RFA. 


Cosa succede

I soldati del VII Corpo dell'Esercito Popolare Coreano si stavano ritirando dall'area circostante la città, che si trova al confine con la Cina. Erano stati dispiegati lì nel 2020 per far rispettare la chiusura del confine all'inizio della pandemia di Covid-19.

Si sono ritirati completamente tra il 25 febbraio e il 10 marzo, ma è in corso un'indagine approfondita a causa di una perdita di proiettili durante il processo di evacuazione.

Quando è successo, i soldati non hanno denunciato l'accaduto e hanno cercato di trovare da soli i proiettili mancanti, secondo una fonte. Ma dopo aver fallito hanno avvisato i residenti e hanno iniziato una ricerca rigorosa, ha detto sempre la fonte.

La polizia e i militari hanno avviato un'indagine: hanno isolato l'intera città e hanno iniziato a cercare casa per casa. «Chi ha visto o raccolto un qualsiasi numero di proiettili è tenuto a segnalarlo il prima possibile», hanno comunicato le autorità. Coloro che non hanno avvisato di aver trovato proiettili potrebbero essere puniti. Al momento non ci sono indizi o novità, anche dopo dieci giorni dall'inizio delle indagini, come riporta la stampa locale. 


Lockdown

I residenti attendevano con ansia il ritiro dell'esercito dall'area, ma durante le indagini avranno ancora meno libertà di movimento, ha dichiarato a RFA un funzionario della provincia di Ryanggang, che ha chiesto l'anonimato per poter parlare liberamente.

«La scorsa settimana è stato impartito l'ordine alle fabbriche, alle aziende agricole, ai gruppi sociali e alle unità di controllo del vicinato della provincia di collaborare attivamente alle indagini sulle munizioni», ha dichiarato il funzionario, aggiungendo che quando i proiettili non sono stati recuperati dopo dieci giorni, le autorità investigative sono ricorse alle bugie per diffondere la paura tra la popolazione.

 

Il Ministero della Sicurezza di Stato, il Comando di Sicurezza Militare dell'Esercito Popolare Coreano e il Ministero della Sicurezza Sociale hanno emesso un avvertimento particolarmente severo contro il «saccheggio, il possesso o lo smaltimento illegale di armi, munizioni e attrezzature tecnologiche da combattimento, come previsto dall'articolo 78 del codice penale», ha dichiarato il funzionario.

Secondo questa legge, chi possiede o trasferisce illegalmente armi da fuoco, munizioni o armi «è punito con la riforma dei lavori forzati per più di tre anni». I residenti temono che, in assenza di una soluzione, le autorità puniscano a caso qualcuno che potrebbe essere completamente innocente.

Alcuni residenti affermano che le autorità stanno creando ogni giorno un'atmosfera di forte scontro militare tra il Nord e il Sud, sostenendo addirittura che il Sud stia provocando una guerra. «Poiché questo incidente si è verificato in un momento di tensione, i residenti stanno osservando attentamente come si concluderanno le indagini», riporta RFA.

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