MEDIO ORIENTE

Israele: «Combattiamo nel cuore di Gaza City». Gli Stati Uniti si oppongono alla rioccupazione

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Guerra Israele, allarme nel nord: trenta razzi dal Libano. A Gaza morti 10 mila civili, Usa: serve una tregua

Massiccio attacco sull'area di Tel Aviv

Allarme razzi da Gaza questa sera a Tel Aviv, come ha potuto constatare l'ANSA sul posto, e nel centro di Israele. L'esercito ha reso noto che si è trattato dell'attacco più massiccio in tutto il centro di Israele fino alla cittadina di Raanana.

Gli Stati Uniti si oppongono alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele

Gli Stati Uniti si oppongono alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele. Lo afferma il portavoce del Dipartimento di Stato.

Aerei da guerra israeliani sui cieli di Beirut

L'agenzia di notizie libanese riporta movimenti attivi di aerei da guerra israeliani sui cieli di Beirut. Lo ha riferito Haaretz.

 

Israele: «Combattiamo nel cuore di Gaza City»

«Per la prima volta da decenni stiamo combattendo nel cuore di Gaza City»: lo ha detto Yaron Filkelman, comandante del fronte sud di Israele. «Nel cuore del terrore. Questa è una guerra complessa e difficile e sfortunatamente ha i suoi costi», ha aggiunto.

Tajani: "Ipotesi di transizione simile a Unfil per Gaza"

«Israele è un Paese in guerra però io credo che si debba continuare a lavorare per la stabilità e la de-escalation e quindi l'obiettivo finale è quello di due popoli e due Stati. Ovviamente» per Gaza «dovrà esserci una fase di transizione, può esserci ad esempio una presenza tipo quella in Libano dell'Unifil, da questo punto di vista si può trovare un accordo, ne abbiamo parlato e continueremo a parlarne. L'obiettivo è la pace». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando ai giornalisti a margine della ministeriale Esteri G7 a Tokyo.

Ostaggi di Hamas, Israele nomina capo negoziatore

Il ministero degli Esteri di Israele ha nominato Alon Roth-Snir, prossimo ambasciatore in Nuova Zelanda, come capo negoziatore per gli ostaggi che da un mese sono nelle mani di Hamas e altri gruppi nella Striscia di Gaza. Il suo compito, ha spiegato il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, sarà quello di «promuovere gli sforzi internazionali in una serie di forum che contribuiranno al rapido rilascio di tutti gli ostaggi». Ovvero guiderà gli sforzi internazionali per fare pressione su Hamas affinché rilasci i 241 ostaggi, tra israeliani e stranieri, rapiti il ​​7 ottobre scorso. Shuli Davidovich, che è il coordinatore del ministero degli Esteri israeliano per i prigionieri e i dispersi, continuerà a svolgere il ruolo di rappresentante del ministero nella squadra guidata da Roth-Snir. I due saranno anche i referenti delle famiglie degli ostaggi.

Fonti locali, valico di Rafah aperto a passaggio stranieri

Anche oggi il valico di Rafah, tra Gaza e l'Egitto, è aperto all'uscita degli stranieri, dei binazionali e dei feriti dalla Striscia. Lo hanno riferito all'Ansa fonti locali. Aperto anche il transito per gli aiuti umanitari.

Israele: colpiti terroristi Hamas vicino ospedale Al Quds

L'esercito ha attaccato «terroristi di Hamas che erano sistemati in un palazzo vicino all'ospedale Al-Quds di Gaza City». Lo ha detto il portavoce militare riferendosi alla denuncia di Hamas di un bombardamento della struttura da parte di Israele. Il portavoce ha spiegato che «l'attacco è stato compiuto dall'aria e ha comportato esplosioni in un vicino deposito di munizioni». Secondo la stessa fonte, l'esercito ha annunciato di aver conquistato anche una roccaforte di Hamas nel nord della Striscia. «All'interno - ha concluso - sono stati trovati lanciatori di missili, armi e materiale di intelligence».

Navi da guerra italiane al largo di Gaza

L'Italia ha schierato le due fregate Margottini e Fasan al largo di Gaza e del Libano. La Marina italiana ha inviato le sue due navi da guerra a presidiare l'area del Mediterraneo di fronte a Israele dopo l'operazione congiunta Nato insieme alle due portaerei americane Eisenhower e Gerald Ford. Le due fregate italiane sono in grado trasportare elicotteri e si aggiungono alla presenza del Pattugliatore Polivalente d'Altura Thaon di Revel, già inviato la scorsa settimana. In Libano inoltre sono presenti 1300 soldati italiani nell'ambito delle missioni di pace dell'Onu (Unifil).

 

 

 

 

Hamas, 14 uccisi in attacchi Israele a Rafah sud Gaza

Il ministero della Sanità di Hamas - riferito da Haaretz - ha detto che almeno 14 persone sono state uccise durante la notte in attacchi israeliani a Rafah, nel sud della Striscia.

Al tempo stesso la Mezzaluna rossa palestinese, citata dai media, ha riferito di un attacco aereo israeliano nei pressi dell'ospedale al-Quds di Gaza City.

Scontri in Cisgiordania, ucciso un Palestinese

Un palestinese è stato ucciso in scontri con l'esercito israeliano nel villaggio di Sair, vicino Hebron in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citate dall'agenzia Wafa, fonti mediche che hanno identificato l'uomo in Saad Nimr Al-Faroukh (24 anni). Gli scontri sono avvenuti nel corso di un'operazione dell'esercito arrivato nel villaggio per mappare la casa di un ragazzo palestinese di 16 anni autore nei mesi scorsi di un attentato nel quale era stata uccisa in Città Vecchia a Gerusalemme una poliziotta israeliana. La mappatura di una casa avviene ai fini della sua distruzione.

Netanyahu: assumeremo responsabilità sicurezza a Gaza

- Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato su Abc News che il suo Paese avrà «la responsabilità generale della sicurezza» della Striscia di Gaza «per un periodo indefinito» una volta terminata la guerra con Hamas. «Perché abbiamo visto cosa succede quando non ce l'abbiamo. Quando non abbiamo questa responsabilità in materia di sicurezza, vediamo l'esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare», ha spiegato.

Netanyahu: niente cessate il fuoco senza rilascio ostaggi

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto ancora una volta l'idea di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza senza il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas. «Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nessun cessate il fuoco generale, a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi», ha detto in un'intervista ad Abc News. «Per quanto riguarda le piccole pause - un'ora qui, un'ora là - le abbiamo già avute», ha aggiunto Netanyahu. «Suppongo che controlleremo le circostanze, in modo da consentire ai beni, ai beni umanitari, di entrare, o ai nostri ostaggi, singoli ostaggi, di andarsene», ha detto il premier israeliano parlando delle piccole pause tattiche.

Dissenso diplomatici Usa su politica verso Israele

Lo staff del dipartimento di Stato Usa ha criticato duramente la gestione della guerra tra Israele e Hamas da parte dell'amministrazione Biden in una nota di dissenso ottenuta da Politico, sostenendo che, tra le altre cose, gli Stati Uniti dovrebbero essere disposti a criticare pubblicamente gli israeliani. Il messaggio, scrive Politico, suggerisce una crescente perdita di fiducia tra i diplomatici statunitensi nell'approccio del presidente Joe Biden alla crisi in Medio Oriente e riflette i sentimenti di molti di loro, soprattutto di livello medio e inferiore. Se tali dissensi interni si intensificassero, potrebbero rendere più difficile per la Casa Bianca elaborare una politica per la regione. Il promemoria contiene due richieste chiave: che gli Stati Uniti sostengano un cessate il fuoco e che bilancino i loro messaggi privati e pubblici nei confronti di Israele, compresa la diffusione di critiche alle tattiche militari israeliane e al trattamento dei palestinesi che gli Stati Uniti generalmente preferiscono mantenere privati.

Cina a Onu: serve cessate il fuoco

«Serve un cessate il fuoco umanitario urgente a Gaza. Il Consiglio di Sicurezza deve agire». Lo ha detto l'ambasciatore cinese all'Onu, Zhang Jun, presidente di turno del Cds, al termine delle consultazioni a porte chiuse insieme all' ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibeh. I due Paesi hanno chiesto l'incontro «per esprimere grave preoccupazione per i continui attacchi di Israele su campi profughi, scuole, ospedali, strutture Onu e altre strutture civili a Gaza». «Le discussioni continuano sulla bozza di risoluzione e continuiamo a cercare di ridurre le differenze tra i membri del Consiglio», ha precisato Nusseibeh.

Francia a Onu: tregua umanitaria

«Vista la gravità della situazione umanitaria chiediamo un'immediata tregua umanitaria che deve portare ad un cessate il fuoco, all'accesso degli aiuti». Lo ha detto l'ambasciatore francese all'Onu Nicolas de Riviere dopo due ore di consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza. «Vista l'urgenza, la Francia organizza una conferenza umanitaria per la gente di Gaza il 9 novembre», ha aggiunto: « Israele ha il diritto di difendersi rispettando le leggi umanitarie. Dobbiamo proteggere i civili e per questo serve una tregua umanitaria, pause umanitarie come volete chiamarle e deve succedere ora».

Tra tunnel, compound, postazioni di lancio, missili anticarro e centri di comando, l’avanzata dell’esercito israeliano dentro Gaza City sembra inesorabile. O almeno questo è il piano. E il capo di Stato maggiore Herzi Halevi lo ha raccontato molto bene, ieri, allo Squadrone 140 delle forze aeree, conosciuto anche come “Squadrone Adir” per via degli speciali F-35 modificati, schierati nella base aerea di Nevatim, a sud di Israele. «Siamo in guerra da un mese, stiamo danneggiando gravemente la leadership di Hamas, colpendone i comandanti, distruggendone le infrastrutture a Gaza». Il coordinamento fra le operazioni di terra, d’aria e di mare dell’Idf si è gradualmente affinato. Chiara è la necessità di dimostrare a sé stessi, al proprio popolo e al mondo intero, che gli errori e la lentezza nella risposta di un mese fa è acqua passata. Il prossimo obiettivo, ora che le forze militari hanno diviso in due la Striscia e circondato Gaza city, è quello di assediare l’ospedale di al-Shifa dove, secondo l’intelligence di Tel Aviv, si sono asserragliati i terroristi di Hamas. E le foto satellitari portano altre prove: eccolo, visto dall’alto, quello che sembra l’ingresso di un tunnel, da cui, guarda caso, fuoriescono lunghi cavi elettrici. Su quello che da giorni è stato preannunciato come l’assalto finale i vertici militari hanno rallentato i loro ritmi. 

LE PRECAUZIONI

Lo sforzo israeliano di mantenere un dialogo preciso e puntuale sul perché di alcune scelte belliche è evidentemente diretto all’opinione pubblica occidentale più che a quella israeliana.

Un suggerimento arrivato dall’alleato statunitense che negli ultimi giorni ha mostrato disagio verso la prosecuzione della guerra a oltranza. Secondo la stampa americana, infatti, funzionari Usa avrebbero consigliato agli omologhi israeliani di affinare le tattiche di combattimento urbano così da fare meno affidamento sulla forza cruda, ad esempio raccomandando l’uso di bombe più piccole. E di strategie per ridurre l’impatto dei raid sui civili si è parlato ieri sera nel corso di una telefonata tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu: «I due presidenti - fanno sapere dalla Casa Bianca - hanno parlato di pause tattiche e degli sforzi in corso per garantire il rilascio degli ostaggi. Imperativo proteggere i civili». 

GLI OSPEDALI

Che l’esercito israeliano abbia inserito all’interno dei suoi potenziali target gli ospedali lo aveva già spiegato il portavoce militare Daniel Haigari, fornendo una serie di esempi, come l’ospedale Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani e l’ospedale di Indonesia, sotto i quali sarebbero stati rinvenuti gli ingressi sotterranei alla chilometrica rete di tunnel di cui il movimento armato islamista si avvale per nascondersi e lanciare attacchi a sorpresa. Alle accuse contro Hamas si è associata ieri anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «Hamas usa i civili come scudi umani», ha detto annunciando un piano per il futuro della Striscia a cui l’Ue darebbe il suo appoggio. 

I RAID

Ieri i jet da combattimento di Tsahal hanno ucciso due alti comandi di Hamas. Uno è Jamal Mussa, responsabile delle operazioni speciali di sicurezza di Hamas e già fautore nel 1993 di un attacco a unità di pattuglia della Striscia. Mentre l’altro, Wael Asefa, era il comandante del battaglione Deir al-Balah nella Brigata dei Campi Centrali di Hamas. Proprio Asefa sarebbe stato responsabile della selezione dei miliziani che hanno fatto parte delle forze d’élite “Nukhba”, che hanno guidato l’attacco del 7 ottobre scorso. Sul campo, ieri i soldati dell’Idf hanno localizzato e distrutto razzi e un complesso utilizzato per il lancio dentro la sede di un movimento giovanile, e una moschea a nord di Gaza. Ma anche sul fronte opposto le forze di difesa hanno avuto il loro bel da fare, considerato che dal sud del Libano c’è stato un continuo lancio di razzi. E a rivendicare gli attacchi sono state le Brigate al-Qassam di Hamas che operano pure in Libano, dove di solito la battaglia contro Israele è condotta da Hezbollah. 

Nel frattempo, nelle città israeliane più distanti dal campo di battaglia, si riaffaccia l’incubo della guerra multidimensionale: ieri mattina una giovane poliziotta israeliana è stata accoltellata da un sedicenne palestinese nella città vecchia di Gerusalemme, portando a 59 il bilancio degli agenti di polizia uccisi dal 7 ottobre. Drammatico anche il bilancio dei morti civili nella Striscia di Gaza che ieri ha diffuso il ministero della Salute di Hamas: diecimila vittime in 30 giorni di guerra. Il Pentagono non è così preciso ma parla di migliaia di persone uccise e anche questo basta per dare la dimensione del dramma.

di Greta Cristini

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