Guerra Israele, Gianluca Pasqual e Alberto Montagner i due amici bloccati a Tel Aviv: «Siamo sotto le bombe»

I due lavorano per Veritas e sono veneti

Guerra Israele, Gianluca Pasqual e Alberto Montagner i due amici lavoratori bloccati a Tel Aviv: «Siamo sotto le bombe»
di Davide De Bortoli
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Martedì 10 Ottobre 2023, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 11:43

SAN DONÀ/JESOLO - «Sentiamo i missili che scoppiano sopra l’hotel, vogliamo tornare a casa». Gianluca Pasqual, 57 anni di Jesolo e Alberto Montagner, 45 anni di San Donà, da tre giorni sono sotto le bombe di Hamas. Entrambi dipendenti di Veritas sono a Tel Aviv in vacanza da martedì scorso. «Il primo allarme è scattato alle 7 di sabato, sono iniziati i “botti” e i problemi – spiega Pasqual - Alloggiamo all’hotel Idelson: abbiamo imparato che quando suona l’allarme abbiamo in un minuto e mezzo per entrare nella “safe room”, un rifugio sotterraneo. Eravamo in trenta in hotel, adesso penso saremo in tre. Sabato l’allarme è scattato tre volte, e sentivamo lo scoppio dei missili della contraerea sopra l’hotel». «La situazione è drammatica – continua Pasqual – Sabato ho contattato via whatsapp l’Ambasciata. Mi hanno risposto di registrarmi al sito dell’unità di crisi della Farnesina e attenermi alle indicazioni delle autorità locali. Sabato non ci si muoveva perché dalle 11 è stato dichiarato lo stato di guerra. Anche stamattina era una raffica continua, gli scoppi si sentono anche in camera. La città è deserta, ci sono pattuglie in strada, posti di controllo e elicotteri che monitorano di continuo il litorale».

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«Domenica sono andato all’ambasciata – continua - pensavo che ci fosse qualcuno, vista l’emergenza ma gli uffici, invece, erano chiusi.

Un portinaio mi ha detto di tornare il giorno dopo. Sono tornato, quindi, lunedì mattina: mi è stato detto che dovevo provvedere da me, finchè ci sono voli operativi pubblici lo Stato non interviene. Ho chiesto qualche indicazione nel caso mi cancellino il volo (di rientro). La risposta è stata: dovete fare voi, dovete pensare a come sistemarvi. Per cui ci sentiamo in balia di noi stessi. Per rientrare in Italia avevamo la prenotazione per martedì 10 con partenza alle 18.20 da Tel Aviv e arrivo a Treviso, ma ci è già arrivato l’avviso di cancellazione dalla compagnia Ryanair. Lunedì è l’ultima notte prenotata in hotel, poi dobbiamo arrangiarci. Una situazione pesante. Domani (oggi per chi legge) andrò all’aeroporto per provare a partire con qualsiasi compagnia per un Paese sicuro dove sarà possibile volare. Vogliamo tornare a casa, vogliamo tornare in Veneto dove c’è chi ci aspetta. Da qui stiamo cercando di fare coraggio ai nostri familiari». 

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TENSIONE
Per la loro sorte nel Sandonatese sono ore di apprensione per familiari, colleghi e amici. Per Pasqual, in particolare, una figlia che lo aspetta a San Donà, per Montagner i genitori che stanno vivendo ore di grande apprensione. Contattato per via dell’amicizia che lo lega a Montagner, l’assessore al Bilancio ed ex vice di Zaia Gianluca Forcolin ha investito della questione anche la Regione.

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