Gaza, strage al campo profughi: la battaglia più cruenta sarà intorno all'ospedale. E la guerra si sposta nei vicoli

L'esercito israeliano: "In 48 ore entriamo a Gaza city, accerchiamento completato"

strage al campo profughi. La battaglia più cruenta sarà intorno all'ospedale. E la guerra si sposta nei vicoli
di Greta Cristini
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Lunedì 6 Novembre 2023, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 08:52

da Tel Aviv

Per l'ennesima giornata le urla di dolore provengono dalla Striscia di Gaza. Stavolta però non dalla città principale di cui ieri in serata le truppe di terra delle Forze di Difesa Israeliane hanno annunciato l'accerchiamento completo via terra. «La Striscia ora è divisa in due, siamo pronti ad attaccare dal nord». Ma dal campo profughi di Al-Maghazi, al centro dell'enclave costiera e a sud del Wadi Gaza, il torrente che divide il nord dal sud della Striscia. Qui, fra i vicoli stretti di un campo di 0,6 chilometri quadrati, centinaia di sopravvissuti si sono ammassati sui tetti delle case distrutte osservando immobili e inermi una ruspa arancione che per ore ha spostato e ammassato i detriti degli edifici a più piani, completamente spianati da un bombardamento aereo dell'aviazione israeliana avvenuto nella notte fra sabato e domenica.

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IL RAID NOTTURNO

L'attacco ha causato la morte di oltre 50 persone, un numero verosimilmente destinato a crescere. Tsahal che non ha subito commentato l'attacco e ha poi dichiarato di aver avviato delle indagini sulle circostanze dell'esplosione. Nel raid, hanno perso la vita quattro figli e tre fratelli di Muhammed Alaloul, fotoreporter dell'agenzia di stampa turca Anadolu. Stesso giorno e stessa sorte per la madre e le tre figlie del giornalista libanese Samir Ayub, rimaste uccise nel bombardamento israeliano di un'auto nella zona di Bint Jbeil, nel sud del Libano.
Il campo di Al-Maghazi, che secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unwra) ospitava circa 33 mila persone prima del conflitto, sorge in un'area residenziale all'interno della zona di evacuazione dove l'esercito israeliano aveva invitato i civili a cercare rifugio per concentrare la sua offensiva militare nell'area settentrionale della Striscia.

Ed è proprio verso la zona meridionale che ieri l'Idf, attraverso il portavoce militare per i media arabi Avichay Adraee, ha intimato ai residenti di Gaza di continuare le evacuazioni dopo aver aperto nuovamente per 4 ore la strada principale di Salah Al-Deen che corre lungo la Striscia. Ciò, nonostante solo il giorno precedente i soldati israeliani fossero finiti sotto il fuoco dei miliziani islamisti mentre cercavano di mettere in sicurezza il tragitto per i civili palestinesi in fuga verso Sud.

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IL PROSSIMO PASSO

Dopo gli scontri sul terreno, poi, c'è la guerra della propaganda: narrazioni contrapposte per mantenere i consensi dei rispettivi fronti. Mentre Hamas continua ad accusare Israele di effettuare «intensi bombardamenti» attorno a diversi ospedali di Gaza con «l'intenzione di commettere altri massacri», il portavoce di Idf, Daniel Haigari, ha tenuto ieri un briefing con la stampa presentando video, fotografie e registrazioni audio che dimostrerebbero la strategia dell'organizzazione terroristica sunnita di usare ancora gli ospedali come basi operative e copertura del tentativo "sistematico" di nascondere le sue attività militari e il suo arsenale e di impedire ai civili di lasciare le zone di combattimento. Ed è proprio nella struttura clinica già indicata dall'esercito israeliano come quartier generale della milizia, cioè l'ospedale di Shifa, che da ieri notte ci si aspetta la grande battaglia sotterranea. I vertici di Tsahal fanno sapere che sebbene «al momento non sia stato dato ordine alle unità di entrare nell'ospedale dove secondo l'intelligence si nascondono gli alti esponenti di Hamas», al contempo «non escludono» un'operazione militare «se sarà possibile metterla in atto». L'esercito è pronto, manca il via del governo. «Andremo avanti finché non li avremo sconfitti», profetizza Netanyahu.
 

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