Vivienne Westwood e la sua Red Label. A Londra tornano gli anni Cinquanta

Un capo della collezione Red Label al London Fashion Week
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Lunedì 25 Febbraio 2013, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 14:28

LONDRA - Chiss se Vivienne Westwood quando ha confezionato i pantaloni a Malcom McClaren dando inizio di fatto alla rivoluzione punk dal punto di vista estetico, immaginava che a distanza di quasi un quarantennio sarebbe tornata a suggestioni del passato, non demodè ma sicuramente con un forte accento di nostalgia. Certo le persone cambiano, come la moda. Eccco allora che la Westwood si ispira niente meno che alla prima Catherine Deneuve e lancia al London Fashion Week la sua collezione Red Label che sembra riportarci direttamente negli anni ’50. Al bando le spigolosità della modernità, spazio a scollature a forma di cuore, colletti fortemente arrotondati e a una bella dose di sartorialità come si usava un tempo soprattutto per quanto riguarda gonne (ampie e asimmetriche) e pantaloni morbidi. La designer però è rimasta comunque una di quelle «artiste» che sicuramente non badano alla coerenza temporale e zigzagano con piacere fra le pighe del tempo. Nessuno stupore allora se la Red Label si illumina di colori prugna, verde acqua, cammello, grigio e niente di meno che di stampe a fiorelloni anni ’70. Se c’è una cosa che comunque differenzia Vivienne dagli altri stilisti è la sua attenzione per le questioni sociali internazionali. Il suo interesse per le lotte ambientaliste è noto e si riflette sul lavoro, ad esempio il make up del prossimo inverno sarà psichedelico ma dedicato ad un programma di aiuto per il Kenya. La stilista continua poi a partecipare fattivamente (indossando una T-shirt) alla campagna pro Julian Assange. Immancabile un tocco d’ironia, questa sì in perfetto stile punk, quando invita Kate Middleton a divenire testimonial della tendenza ecologica vestendo i suoi capi nelle occasioni ufficiali. God save the Queen.

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