Mamme e lavoro, avere un figlio ora vale come un master

Mamme e lavoro, avere un figlio ora vale come un master
di Veronica Cursi
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 13:48

Ogni giorno la sveglia suona presto, in genere anche prima delle sette. E il lavoro inizia subito, ancor prima di aver bevuto il caffè, per poi proseguire senza pause apprezzabili, fino a sera tardi (sempre se il bimbetto non reclama anche di notte). Un genitore è un manager in piena regola che deve gestire un lavoro a tempo pieno carico di funzioni e competenze diverse che non ammette soste prevedibili o programmabili: cucina, compiti, casa, sport, relazioni sociali. Se una madre o un padre riescono a gestire l'azienda famiglia quotidianamente, perché non utilizzare queste stesse abilità anche sul lavoro?
E' questa l'idea di base da cui è nato Maam, il nome è l'acronimo di Maternity As A Master's: il programma di formazione digitale per le aziende, dedicato ai neo genitori con figli tra 0 e 3 anni, che li accompagna nei mesi precedenti la nascita, durante il congedo e al rientro al lavoro e li aiuta a far emergere le proprie competenze sviluppate con i figli: perché diventare genitori non va più considerato come un ostacolo per la carriera, ma è una risorsa.

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LA MATERNITÀ E' UN MASTER
Quando nasce un figlio, le donne sviluppano competenze tipiche del leader, come responsabilità, capacità di analisi, problem solving, empatia, gestione del tempo. E succede anche ai papà, se messi alla prova. Crescere un figlio, infatti, misurarsi con le sfide che impone un'avventura simile, può offrire a un individuo donna o uomo che sia lo stesso apporto di conoscenza, abilità ed esperienza che è in grado di generare il conseguimento di un master universitario. E viceversa, naturalmente. La parola chiave è transilienza - ognuno di noi è 1000 persone insieme, (genitore, lavoratore, marito, moglie) - valorizzare l'equilibrio tra vita personale e lavorativa è il segreto.
Maam offre un contributo concreto per costruire ambienti di lavoro più inclusivi e rispettosi delle esigenze personali dei propri lavoratori, in un periodo della vita - quello della maternità - che di solito è percepito come un arresto di crescita alla carriera. Ed è qui la rivoluzione. Il percorso formativo è costituito da contenuti multimediali ed esercizi di autoriflessione suddivisi in macro-argomenti. L'iscrizione da parte del dipendente è su base volontaria, in particolare per le collaboratrici che decidono di sostenere il programma durante il periodo di congedo di maternità.

LE AZIENDE
Lo strumento digitale funziona, dato che attualmente ci sono più 70 aziende (da Enel a Lavazza a Lottomatica) che hanno scelto di aderire al progetto e 7 mila neo-genitori con esperienze internazionali attualmente in corso in 23 Paesi tra Europa, Stati Uniti, Sud-Est Asiatico, Sud-Africa. Le competenze dei partecipanti crescono fino al 50% e con esse il coinvolgimento verso l'organizzazione (73%). Il 90% si sente più motivato e riconosce di aver migliorato il proprio rapporto vita-lavoro. Il master, secondo il Report «The Skilling Challenge» di McKinsey e Ashoka di giugno 2018, è tra le 10 best practice innovative a livello mondiale nella riqualificazione dei lavoratori.

NON È UN PAESE PER MAMME
Purtroppo, però, nonostante i passi avanti compiuti da alcune aziende, la fotografie delle donne - e delle madri in particolare - nel mondo del lavoro è ancora sconfortante. In Italia, stando agli ultimi dati dell'Istat, le donne sono pesantemente penalizzate riguardo alla possibilità di conciliare carriera e famiglia: il tasso di occupazione delle madri tra 25 e 54 anni che hanno figli piccoli è del 57% a fronte dell'89,3% dei padri. Inoltre, le diverse dinamiche occupazionali tra madri e donne senza figli sono più evidenti nel Mezzogiorno (16% il divario) e più contenute a Centro e Nord (rispettivamente 11% e 10%). L'11% delle donne con un figlio non ha lavorato per seguire la famiglia. Un valore decisamente superiore alla media europea (3,7%). Per questo il metodo di apprendimento Life Based Learning su cui si basa Maam diventa ancora più fondamentale. Le esperienze della vita come ad esempio la genitorialità, o la cura di un familiare anziano, malato o non autosufficiente, devono essere considerate come una risorsa. E non come un gap. «Un'azienda - spiega Riccarda Zezza, CEO Life Based Value, la startup che ha trasferito il programma Maam sulla piattaforma digitale - è Life Ready quando accoglie e valorizza gli eventi della vita, rendendo possibile la sinergia tra vita e lavoro dei propri collaboratori. Se le persone portano tutte sé stesse sul lavoro, si hanno benefici di business: aumenta l'efficacia, si riduce lo stress, migliorano l'ingaggio e il benessere organizzativo». Provare per credere.

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