Eve Arnold, nata Cohen a Philadelphia il 21 aprile 1912, figlia di un rabbino emigrato dalla Russia in America, contende ad Inge Morath il primato di prima fotografa donna entrata a far parte della Magnum. Furono loro le prime fotografe ad essere ammesse a pieno titolo nell’agenzia parigina fondata da Robert Capa nel 1947. Un’agenzia, prima di loro, riservata solo ai grandi fotografi uomini come Henri Cartier – Bresson o Werner Bischof.
E' un caso fortunato - fa notare la fondazione Around Culture - che le due prime donne di Magnum siano protagoniste di altrettante retrospettive parallele in Italia: la Morath a Treviso, in Casa dei Carraresi, e ora la Arnold a Villa Bassi. Che si tratti delle donne afroamericane del ghetto di Harlem, dell’iconica Marilyn Monroe, di Marlene Dietrich o delle donne nell’Afghanistan del 1969, poco cambia. L’intensità e la potenza espressiva degli scatti di Eve Arnold raggiungono sempre livelli di straordinarietà. A chiamare Eve Arnold in Magnum fu, nel 1951, Henri Cartier -Bresson, colpito dagli scatti newyorkesi della fotografa.
Erano le immagini di sfilate nel quartiere afroamericano di Harlem, a New York. Quelle stesse immagini, rifiutate in America per essere troppo “scandalose”, vennero pubblicate dalla rivista inglese Picture Post. Nel 1952 insieme alla famiglia Eve Arnold si trasferisce a Long Island, dove realizza uno dei reportage più toccanti della sua carriera: “A baby’s first five minutes”, raccontando i primi cinque minuti di vita dei piccoli nati al Mother Hospital di Port Jefferson. Nel 1956 si reca con un’amica psicologa ad Haiti per documentare i segreti delle pratiche Voodoo. Chiamata a sostituire il fotografo Ernst Haas per un reportage su Marlene Dietrich, inizia la frequentazione con le celebrities di Hollywood e con lo star system americano. Nel 1950 l’incontro con Marilyn Monroe, inizio di un profondo sodalizio che fu interrotto solo dalla morte dell’attrice. Per il suo obiettivo Joan Crawford svela i segreti della sua magica bellezza.
Nel 1960 documenta le riprese del celebre film “Gli spostati”, con Marilyn Monroe e Clark Gable, regia di John Houston e sceneggiatura di Arthur Miller, all’epoca marito di Marilyn. Trasferitasi a Londra nel 1962, Eve Arnold continua a lavorare con e per le stelle del cinema, ma si dedica anche ai reportage di viaggio: in molti Paesi del Medio ed Estremo Oriente tra cui Afghanistan, Cina e Mongolia. Fra il 1969 e il 1971 realizza il progetto “Dietro al velo”, che diventa anche un documentario, testimonianza della condizione della donna in Medio Oriente. «Paradossalmente - amava ripetere Eve Arnold - penso che il fotografo debba essere un dilettante nel cuore, qualcuno che ama il mestiere. Deve avere una costituzione sana, uno stomaco forte, una volontà distinta, riflessi pronti e un senso di avventura. Ed essere pronto a correre dei rischi». E' morta a Londra il 4 gennaio 2012.
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