Laura Rogora, dalla vittoria di Arco alle Olimpiadi di Tokyo, la climber romana ha superato se stessa

Laura Rogora nella finale di Arco
di Stefano Ardito
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Martedì 27 Agosto 2019, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 14:11

Miss climber ha vinto ancora. Impegno, coraggio e determinazione la sua ricetta. Domenica scorsa, su uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondo, una campionessa dello sport italiano ha ottenuto uno straordinario risultato. Laura Rogora, 18 anni, romana, si è laureata Campionessa del Mondo Junior nel Rock Master di Arco, in Trentino, il più importante meeting di gare di arrampicata italiano.

Di fronte a un pubblico attento e competente, Laura ha dominato le qualifiche e le semifinali, e ha superato nella finalissima la francese Nolwenn Arc (seconda) e la statunitense Brooke Raboutou (terza). A metà del percorso di finale la romana ha esitato per un momento, facendo provare un brivido agli spettatori. Poi ha concluso il percorso in bellezza, e ha esultato con un urlo liberatorio.

«Non posso crederci, ce l’ho fatta di nuovo!» ha scritto qualche ora dopo l'atleta romana sui social. «Il primo posto nelle qualifiche e nelle semifinali, mi è pesato, e all’inizio della finale ho provato un po’ d’ansia. Poi ho iniziato a scalare, e anche grazie al tifo del pubblico, sono riuscita a dare tutto quello che avevo e a vincere».

Laura Rogora, 18 anni per 153 centimetri di altezza, è prima di tutto una studentessa modello. A giugno ha conseguito la maturità scientifica, nelle prossime settimane inizierà a seguire i corsi di matematica all’Università di Trento.

Ma Laura, fin da bambina, è anche una campionessa dello sport. Ha iniziato con la ginnastica artistica, è passata all’arrampicata sportiva a 8 anni, ed è rapidamente arrivata ai vertici. Nel 2016, a 14 anni, è stata la prima italiana a salire una via di 9a, che rispetto alla scala delle difficoltà classiche (quella che terminava con il sesto) equivale all’undicesimo grado.

Da allora, ha superato diverse altre vie della stessa difficoltà sulle pareti spagnole di Oliana ma anche sulle falesie calcaree del Lazio, come Sperlonga e la Cueva di Collepardo, tra i boschi della Ciociaria.

Nelle gare di arrampicata, Laura Rogora ha iniziato nel 2015 ad affermarsi a livello nazionale e internazionale. Prima della vittoria di domenica ad Arco, il suo risultato migliore era stato l’oro nella categoria boulder (passaggi brevi, senza corda) dei Mondiali giovanili di Mosca dell’estate 2018.

Il sogno di Laura, che da qualche mese gareggia per le Fiamme Oro, è di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, dove l’arrampicata sportiva sarà presente per la prima volta nella storia. I posti disponibili sono soltanto 20 per le donne e altrettanti per gli uomini.

Le due possibilità a disposizione per ottenere il “pass” olimpico, sono il master della Coppa del Mondo a Tolosa, a novembre, e i successivi Campionati Europei. «Le Olimpiadi sarebbero il coronamento perfetto della mia giovane carriera” sorride la climber romana. Intanto, le gare di Arco non sono ancora finite. Giovedì 29, nel Rock Master, è in programma la finale giovanile del boulder. E Laura Rogora sarà ancora lì».

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