Sport femminile, la crescita c'è ma attenti alle discriminazioni

Sport femminile, la crescita c'è ma attenti alle discriminazioni
di Angela Padrone
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Sabato 20 Luglio 2019, 13:20

L'improvviso entusiasmo che ha circondato quest'estate la squadra femminile di calcio ai Mondiali farà molto bene allo sport, perché quando un atleta o una squadra diventano personaggi, si accende una luce su quell'area, e i risultati si vedono a distanza di anni, con l'arrivo di tanti giovanissimi, maschi e femmine, sui campi sportivi, nelle palestre o nelle piscine. Fu già così quasi 50 anni fa per il nuoto con la grande Novella Calligaris. E quindi è possibile che la simpatia nata verso le Azzurre del pallone faccia migliorare il rapporto tra donne e calcio (anche se c'è chi afferma che il calcio è sport maschile e che il suo simbolismo mai e poi mai andrà d'accordo con la parità di genere. Pazienza).

Le donne nello sport sono ancora in minoranza. La buona notizia è che sono in crescita. Lo ha appurato un rapporto Censis realizzato per il Dipartimento di Pari Opportunità: negli ultimi dieci anni le sportive (sportive vere, non da divano) sono aumentate dell'11,9%. Le donne che praticano uno sport in modo continuativo sono circa sei milioni e mezzo. Ma quelle che comunque si danno da fare di tanto in tanto, e spesso mettono tuta e scarpette, sono circa 18 milioni. Ancora poche, come in tanti altri campi nei quali la crescita delle donne è troppo lenta. Eppure lo sport ha innumerevoli benefici: rende più attivi e allegri, e ci mantiene più sani.
Purtroppo il divario di genere comincia da piccoli, con solo il 56,8% delle femmine che pratica un'attività sportiva (mentre i maschi sono il 65,9%) e si aggrava con l'età. Quando si arriva sui banchi delle superiori, sono moltissime le ragazze che abbandonano campi e palestre, spesso con l'idea, sbagliata, che lo sport sia incompatibile con lo studio. A 18 anni solo il 31,9% delle ragazze pratica uno sport, contro il 47,4% dei maschi. Eppure, tutti devono sapere che i campioni vanno quasi sempre bene a scuola, perché lo sport fa bene anche al cervello E invece con gli anni, con il lavoro e la famiglia, le donne scompaiono sempre più spesso dagli spogliatoi. Nelle diverse federazioni sportive le donne tesserate sono solo il 28%, circa un quarto dei ragazzi. Non parliamo dei ruoli dirigenziali nelle Federazioni: solo il 12%. L'unico settore nel quale le donne tesserate sono maggioranza è la pallavolo.

Ecco perché il Dipartimento Pari Opportunità ha commissionato questa ricerca, e ha lanciato il progetto Respect per stimolare la riflessione sui comportamenti discriminatori. Il progetto porterà a distribuire materiale informativo in oltre 20 eventi sportivi e a novembre realizzerà una mostra fotografica a Roma, nei locali del III municipio, dal titolo (inquietante) Un mondo senza donne. La buona notizia è che, in questo panorama, c'è ampio spazio di gioco. Le ragazze che praticano uno sport, e che continueranno anche da adulte, si accorgeranno di vivere meglio e di essere ogni giorno più forti. E più felici.
 

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