Urbino, profanata con una svastica
la tomba di un capo partigiano

La brigata Garibaldi
di Andrea Perini
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Mercoledì 16 Luglio 2014, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 11:21
URBINO - Profanata con una svastica la tomba a Schieti di Erivo Ferri, vero e proprio fondatore della resistenza partigiana dell’entroterra pesarese. Un gesto consumatosi nel giorno in cui molti cittadini di Urbino, l’Anpi ducale e l’amministrazione, rappresentata dal sindaco Maurizio Gambini, stavano commemorando il settantesimo anniversario dell’eccidio del parco delle Vigne (luned) dove, durante la Resistenza contro i nazifascisti, vennero torturati e fucilati sei partigiani. I vandali hanno disegnato la svastica proprio sopra la foto di Ferri, coprendone in parte il volto.



Sdegno e incredulità sono le reazioni suscitate dall’evento in tutto il territorio ducale, vero e proprio baluardo della Resistenza durante il secondo conflitto mondiale. Infatti Erivo Ferri (1901–1960) è ricordato, nelle memorie storiche di Urbino, come il fondatore della prima brigata partigiana nel pesarese, ma soprattutto come un uomo, un calzolaio comunista che dedicò l’intera sua vita alla lotta antifascista, sforzi che gli vennero riconosciuti al termine della guerra quando venne premiato con la medaglia di bronzo al valor militare. Famoso è l’episodio in cui Ferri, denunciato per possesso d’armi, riuscì a scampare all’assedio nazista di Ca’ Mazzasette lottando strenuamente. Subito dopo Ottavio Ricci, comandante provinciale partigiano, decise di spostarlo a Cantiano dove appunto Ferri fondò la prima brigata partigiana nel novembre del ‘43. L’Anpi, ha duramente criticato e condannato il gesto definendolo «un atto vile. Chi ha compiuto tale gesto infame –si legge nella nota dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia- deve essere a conoscenza della gloriosa storia di Schieti e di tutto il territorio di Urbino, una storia di coraggio e solidarietà che nessun vigliacco nostalgico potrà mai scalfire. Solo l'educazione alla memoria –termina la nota- può essere l’unico vaccino contro questi simboli con cui si evocano violenza, sopraffazione e morte».
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