Di fronte al giudice Giorgio Di Giorgio, pm Filippo Santangelo, i difensori dei due imputati hanno annunciato di avere raggiunto un accordo risarcitorio per evitare la costituzione delle parti civili, cioè i familiari del campione di volley scomparso. Presenti all'udienza la vedova, Federica Lisi, con i cinque figli (uno nato dopo la scomparsa del papà), i genitori e una sorella di Bovolenta. Non è stata diffusa l'entità e la ripartizione dei risarcimenti. Il giudice ha fissato per il 15 ottobre l'udienza in cui farà sapere la sua decisione in merito all'accettazione o meno dell'accordo. Già fissata anche l'udienza successiva, al 7 novembre.
Bovolenta, mito della pallavolo italiana, si accasciò improvvisamente a terra mentre stava disputando un partita del campionato B2 con la sua squadra, la forlivese Softer. Inutile ogni tentativo di rianimarlo. L'autopsia chiarì che la morte di Bvolenta avvenne come conseguenza di una «trombosi acuta con fibrillazione della coronopatia destra per grave aterosclerosi».
Emerse anche come diversi anni prima della morte, Bovolenta si fosse dovuto fermare alcuni mesi per extrasistole. Secondo le ipotesi d'accusa, la patologia di cui soffriva il campione di origini venete, ma ravennate d'adozione, gli sarebbe dovuta essere stata diagnosticata dai medici che rilasciarono i certificati di idoneità sportiva agonistica.
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