Ancona, Marinelli: «Lotito mi ha chiamato, ha un suo programma per risollevare la vecchia serie C»

Il presidente dell'Ancona Andrea Marinelli
di Michele Natalini
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Febbraio 2015, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 17:15
ANCONA - Intervista al presidente dell'Ancona che racconta i temini della telefonata di Lotito sul caso di Lega Pro. Presidente Andrea Marinelli, ha ascoltato la telefonata tra Lotito e Iodice, dg dell’Ischia, uno dei club che hanno sfiduciato il numero uno della Lega Pro Macalli?

«Sì, e mi ha sorpreso fino a un certo punto. È in atto una guerra di potere, una campagna elettorale senza esclusione di colpi: da una parte Lotito e Macalli, dall’altra i dissidenti guidati dall’ex dg Ghirelli e da Gravina».



L’Ancona chi appoggia?

«Per ora nessuno. Ascoltiamo tutti, riflettiamo. Siamo una neopromossa: vogliamo capire e scegliere bene».



Il consigliere federale Lotito avrà chiamato anche lei. Con gli stessi toni e contenuti simili alla telefonata a Iodice?

«Mi ha chiamato, confermo. Anche più di una volta. Mettiamola così: mi ha illustrato il suo programma per risollevare la vecchia serie C. Impressioni? È un personaggio dai modi pittoreschi, e qui mi fermo».



Un personaggio con le mani in pasta dalla serie A alla Lega Pro, al quale dà noia che le squadrette tipo Carpi e Frosinone salgano di categoria. Ma da presidente dell’Ancona non si sente offeso?

«In un Paese in cui alla Camera ci si azzuffa di notte non c’è da scandalizzarsi di nulla».



Lotito, Macalli e soprattutto Tavecchio: lo stesso gruppo. Pentito di avere appoggiato, l’estate scorsa, il massimo esponente della Figc?

«No. Avevamo appena messo piede in Lega, ci è sembrato giusto stare con la maggioranza».



Maggioranza che scricchiola da tempo e che ora rischia di saltare. Dopo l’assemblea di Lega sospesa a dicembre, quando non è stato approvato il bilancio 2014, lunedì nuovo appuntamento a Firenze. L’Ancona andrà?

«È un atto dovuto, andremo. Mi auguro che i presidenti di serie C decidano insieme. Auspico un fronte unito: pro o contro Macalli».



Ma non avete partecipato alla riunione informale convocata dallo stesso Macalli la settimana scorsa. Un segnale che potreste anche voi togliergli la fiducia?

(sospira) «Beh, in effetti ci stiamo pensando. Ma ripeto, non abbiamo ancora deciso. Di sicuro vorremmo che il calcio recuperasse un po’ di credibilità. Anche se è dura quando capisci che chi sta sopra di te fa gli interessi di pochi».



Come si cambia il calcio?

«Mettendo al centro del progetto tutte le società. E i presidenti. Siamo noi gli artefici dello spettacolo. Siamo noi che ci sveniamo. Chi comanda deve stare al nostro servizio, non viceversa. Basta caste».



Qual è la Lega Pro che vorrebbe?

«A 40 squadre: 60 sono uno sproposito. Così fioccano penalizzazioni. E tanti, troppi club non pagano tasse e stipendi. Riduciamo il format, rendiamolo sostenibile».



E lo streaming gratuito?

«È la questione più urgente. Possibile che la Lega incassi i soldi degli sponsor per mandare tutte le partite in diretta sul canale tematico e le società, che perdono pure spettatori allo stadio, non intaschino un centesimo? Sportube.tv registra più contatti di Sky: dalla prossima stagione dobbiamo per forza guadagnarci qualcosa anche noi».



Marinelli, se non altro avete incassato i contributi per il settore giovanile e i giovani impiegati in prima squadra.

«All’Ancona sono spettati circa 300mila euro. A fine campionato potremmo riscuoterne altrettanti. Stiamo lavorando bene. E come vede ho ancora voglia di credere nel calcio».