Sistema "Sabaudia", favori e privilegi: ecco tutti gli stabilimenti che non pagavano il demanio. La lista

Sistema "Sabaudia", favori e privilegi: ecco tutti gli stabilimenti che non pagavano il demanio
di Alessia Marani
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Lunedì 21 Febbraio 2022, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Tra il 2014 e il 2019 mancano all'appello alle casse comunali di Sabaudia 157.755 euro di canoni di concessioni demaniali non pagate dagli stabilimenti balneari. Quando a seguito di accertamenti, i funzionari comunali, per evitare di rispondere del danno erariale, avviano i procedimenti di revoca delle concessioni, il presidente del balneai Mario Ganci, si lamenta e fa pressioni sulla sindaca Giada Gervasi per interrompere la procedura. E' solo lui che attualmente risulta indagato insieme a Giuseppe Polidoro. Non solo. In realtà nella lista agli atti degli inquirenti i due impianti che risulterebbero più morosi sono proprio quelli in gestione del Comune per fini sociali: La Capanna e Iannone Beach Break. 

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Tutti gli stabilimenti coinvolti

In particolare lo stabilimento "Le sirene" doveva al Comune 6377,6; il Camping Sabudia 3.135,20 euro; La giunca 8180,98; Lo Scoglio 11343,30 euro; La Caravella di Ganci 10261,73; Deliada 457,93 euro; Il Lido doveva 3919,52; Oasi Kufra 17.158,95; Aragosta/Cala di luna 8826,31; Terrazza beach 8506,64; La Capanna 17.786,90; Società Lido Azzurro 9257,62; Iannone beach break 18.595,20; Le Dune 1924,13; Duna 31.5 doveva 10382,22; Tony La maga Circe 10.714,84; La Spiaggia 4961,65; Lilandà 3061,12; Le Streghe Salgueiro 353,20; Baia d'argento 2550,48. 

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Le indagini

Dopo alcune verifiche da parte del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Latina circa gli omessi versamenti dei canoni annuali delle concessioni demaniali, il responsabile del Settore Economico-Finanziario, Patrimonio e Demanio del Comune di Sabaudia, Antonio Vitelli,  aveva avviato il procedimento di decadenza delle concessioni nei confronti dei titolari degli stabilimenti balneari che non avevano regolarizzato la posizione debitoria. Il mancato versamento del canone delle concessioni demaniali costuisce, infatti, motivo di decadenza come previsto dall' art. 47 del Codice della Navigazione. In questo contesto emergono i rapporti della Sindaca Giada Gervasi con gli imprenditori balneari di Sabaurdia e in particolare con Mario Ganci, a tutela di quello che gli inquirenti definiscono il "sistema Sabaudia". 

Le procedure

L'interesse politico al caso si manifesta nel momento in cui i responsabile dell'Ufficio Demanio Marittimo e SUAP, con Ia Rosanna Delduca prima, e Claudio Leone dopo, avviano il procedimento di revoca dell'autorizzazione del "Chiosco Polidoro"  riconducibile al segretario dello Staff della sindaca.

La conseguenza di tale "affronto" sono state il trasferimento della Delduca che aveva avviato il procedimento e poi le minacce al capo Settore Leone che aveva disposto la Revoca dell' autorizzazione al chiosco.

La questione della revoca, come dimostreranno le attivita tecniche, sono per la Gervasi, il Consigliere DAPIT e l'Assessore Palmisani un grave danno d'immagine politica della Giunta nel non essere stata capace di arginare l'iniziativa di legalita da parte degli Uffici comunali nei confronti proprio del chiosco riconducibile al Segretario della Sindaca. 

Il ruolo della sindaca

L'atto di forza della Gervasi nei confronti di Leone, scrive il gip nell'ordinanza di arresto della sindaca, «era dettata quindi dall' esigenza di dimostrare agli imprenditori balneari di essere in grado di tutelate ancora i loro interessi, coloro i quali decidono le sorti politiche di Sabaudia». Dice Gervasi in una intercettazione ambientale a Leone: «Claudio ... allora io ... a me sembra che ti era stato chiesto, anche perche tu sai benissimo e forse meglio di me ... che dietro a questa storia si scatena una guerra all'amministrazione ... a questa punta .. .//. .. no, no Claudio a questa punta io ... devo capire da che parte stai tu, se stai con o contro l'amministrazione, perche questa sembra un piano atto contro l'amministrazione». La risposta dell'architetto Leone è lapidaria: «Io non sto mai né contro né a favore .. . io sto sempre sulla linea del dovere del funzionario».

La Gervasi comunque, come faranno emergere altre intercettazioni, si attivava rassicurando il Ganci circa un intervento amministrativo ovvero costringendo il Capo Settore Vitelli a sospendere i procedimenti amministrativi sino al 15 maggio 2020 nei confronti di chi non avesse pagato i canoni demaniali, tra cui ovviamente figurava lo stesso Mario Ganci.

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