Insomma il braccio di ferro dei rifiuti continua a colpi di diffide e di chiusure, come già avvenuto nei mesi scorsi. Il nodo, stando alla diffida di Rida Ambiente alla Regione Lazio, sta nell'inadempimento «all'obbligo di individuazione della rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti in ambito regionale, con la conseguente assoluta e oggettiva impossibilità di svolgere l'attività di trattamento a causa della mancanza di discariche presso cui conferire i sovvalli derivanti dal medesimo trattamento».
Il problema, alla fine, resta sempre lo stesso: le discariche sono esaurite e ciò comporta il blocco di tutte le attività ad esse collegate, come il trattamento dei rifiuti effettuato da Rida. «Abbiamo atteso pazientemente - spiega Fabio Altissimi - ma anche l'impianto di Colleferro ha ridotto drasticamente i volumi, dunque non ci sono più destinazioni e spazi. Noi copriamo 60 Comuni, un bacino di 1,7 milioni di abitanti con un volume di 1.700 tonnellate al giorno. Credo che da venerdì ci sarà qualche problema, ma la soluzione io non posso trovarla. Vedremo la Regione come gestirà la situazione da venerdì in poi».
Il nodo va affrontato con estrema urgenza, per evitare conseguenze pericolose a livello di salute pubblica e igiene. D'altronde la situazione di Montello è ormai sotto agli occhi di tutti, la discarica è esaurita e ci sono gravi criticità relative anche all'inquinamento della falda acquifera. Il 3 novembre è prevista una conferenza di servizi, convocata dalla Regione Lazio, durante la quale dovrebbe essere affrontato anche il problema dell'autorizzazione della nuova discarica ad Aprilia, un progetto che vedrebbe coinvolta la stessa Rida per mettere la nuova struttura a servizio del proprio impianto. Ipotesi che ha già scatenato reazioni ad Aprilia, da parte dei comitati cittadini ma anche di esponenti politici pronti a contrastare la nuova discarica da un milione e 250mila metri cubi.