"Operazione Dionea": i vertici delle onlus di Fondi e Monte San Biagio lasciano il carcere

"Operazione Dionea": i vertici delle onlus di Fondi e Monte San Biagio lasciano il carcere
di Barbara Savodini
2 Minuti di Lettura
Martedì 17 Luglio 2018, 11:11
LATINA - Accogliendo in parte le istanze presentate dagli avvocati, il Tribunale del Riesame di Roma ha rivisto le misure cautelari nei confronti dei sei arrestati nell'ambito dell'operazione “Dionea”, accusati di aver incassato fiumi di denaro per poi maltrattare e minacciare i richiedenti asilo, offrendo loro cibo scaduto e stanze fatiscenti.
Saranno tradotti ai domiciliari, dunque, i presidenti delle due onlus travolte dall'inchiesta Luca Macaro (La Ginestra di Fondi) e Luigi Pannozzo (l'Azalea di Monte San Biagio). LE FOTO 

Resta soltanto l'obbligo di firma, invece, per gli altri quattro precedentemente destinatari di misura cautelare ai domiciliari ovvero Graziano De Luca, considerato il socio occulto della cooperativa monticellana e la moglie Erica Lombardi, ma anche Orlando Tucci, amministratore della onlus “Philia” e Paolo Giovanni De Filippis, commercialista e socio fondatore dell'Azalea.

Per quest'ultimo la revoca della misura cautelare ai domiciliari vuol dire molto anche in termini professionali.
Dopo l'audizione, l'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina si era infatti dato tempo fino ad oggi per pronunciarsi. In caso di misura cautelare in atto, però, la sospensione sarebbe stata automatica.
Soddisfatti gli avvocati Enzo Biasillo e Daniela Sfragano che attendono ora le motivazioni per pianificare la prossima strategia difensiva così come gli altri legali che stanno seguendo il processo, gli avvocati Giulio Mastrobattista, Maurizio Forte, Cristiano d'Ettorre, Leone Zeppieri e Giuseppe Ibello.

I giudici della terza sezione penale del Tribunale del Riesame, nello specifico, hanno accolto l' istanza relativa alla mancanza di indizi sufficienti per dimostrare la sussistenza del reato di truffa, da qui la revisione delle misure cautelari. Nonostante l'intervento dei sindaci, resta intanto invariata la situazione per i 90 dipendenti rimasti senza lavoro.

Nel frattempo hanno ormai lasciato le città interessate dallo scandalo gli oltre 400 migranti, protagonisti nel frattempo di singolari proteste, anche se altre cooperative potrebbero a breve aprire centri di accoglienza in zona. Per la conferma definitiva bisognerà attendere l'esito del ricorso al Tar presentato dalla onlus La Ginestra prima del ciclone "Dionea".
© RIPRODUZIONE RISERVATA