I sindaci di Fondi e Monte San Biagio sul business dei migranti: "Noi disarmati dinnanzi all'emergenza"

I sindaci di Fondi e Monte San Biagio sul business dei migranti: "Noi disarmati dinnanzi all'emergenza"
di Barbara Savodini
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 15:30
FONDI - Mancanza di fognature, difformità urbanistiche, strutture sovraffollate e carenze igieniche: tutte problematiche quelle emerse con l'operazione Dionea ben note ai sindaci di Fondi e Monte San Biagio, entrambi completamenti disarmati dinnanzi a un'emergenza che si faceva giorno dopo giorno più preoccupante.
Ogni tentativo di ripristinare la legalità, ottenere chiarimenti o, semplicemente, conoscere il numero esatto dei richiedenti asilo, infatti, cadeva nel vuoto o si perdeva nei meandri di un sistema contorto e paradossale.
“La gestione dei Cas è di esclusiva competenza della Prefettura”: un mantra che i responsabili delle onlus avevano imparato a memoria e che, con la legge dalla loro parte, utilizzavano ogni qual volta un amministratore cercava di fare domande sul business dell'accoglienza. Qualche aneddoto?

Quando il sindaco di Fondi Salvatore De Meo ha provato a invitare i presidenti delle cooperative a partecipare ai lavori di una commissione, per esempio, oppure quando il primo cittadino Federico Carnevale ha tentato di ispezionare il Cas di Vallemarina dove il sovraffollamento stava creando seri problemi per il mancato svuotamento delle fosse settiche.
A entrambi, insomma, la legge non ha lasciato che lo strumento della lettera: alla Asl, al Prefetto, al ministero, e poi di nuovo alla Asl e di nuovo al Prefetto senza tuttavia mai ottenere alcunché. Un muro di gomma: a Fondi, come a Monte San Biagio ma anche a Lenola e in moltissimi altri comuni d'Italia.

«L'apertura di nuovi Cas – ha ricordato De Meo – non è mai stata neppure comunicata al Comune. Abbiamo avuto difficoltà persino nel conoscere il numero dei richiedenti asilo presenti sul nostro territorio arrivati a 500 nei momenti più difficili, suddivisi in 20 strutture diverse tutte con forti criticità. Non posso che esprimere soddisfazione nel sapere che le segnalazioni non sono cadute nel vuoto e che finalmente è stato ripristinato lo stato di legalità».
Addirittura più critica la situazione nel vicino comune di Monte San Biagio che si è ritrovato con 300 ospiti nei centri di accoglienza straordinari, oltre agli stranieri inseriti nel progetto gestito direttamente dal Comune, il tutto a fronte di una popolazione di appena 6mila unità. Il peggio, però, è ormai passato.
«Dopo un periodo fortemente critico – ha spiegato Carnevale – abbiamo ritrovato un proficuo dialogo. Abbiamo ottenuto rassicurazioni che i numeri dell'accoglienza presto scenderanno alla ragionevole cifra di 80 unità e, nell'arco di due anni, alla completa eliminazione dei Cas».
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