Omicidio Cisterna di Latina, l'amore e il coraggio di Renée Amato: ha fatto scudo alla sorella Desyrée e si è immolata per salvarla

La scuola di danza, le gite con gli amici. L’insegnante: «Era la principessa di casa»

Renée, amore e coraggio: ha fatto scudo alla sorella Desyrée e si è immolata per salvarla
di Vittorio Buongiorno e Monica Forlivesi
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 13:44

Renée era la sorella minore, ma era una leonessa, un po’ come la mamma Nicoletta, Desyrée più delicata, «la principessa di casa» racconta una professoressa che alle scuole medie, all’istituto comprensivo Monda-Volpi, ha avuto tutte e due le ragazze come studentesse. E anche ieri come due leonesse hanno difeso Desyrée da quella furia omicida. La furia di un ragazzo che nella villetta di via dei Monti Lepini era di casa, Christian che non aveva più né la mamma né il papà, lì veniva accolto spesso, e così è successo anche la notte prima della tragedia.

Poi ieri pomeriggio i toni tra Desyrée e Christian si vanno via via alti, le parole diventano feroci, non c’è più traccia di affetto, di comprensione, solo rabbia e possesso. Renée non ha esitato, insieme alla sua mamma si è messa davanti a Desyrée, le hanno urlato di lasciarla stare, di smetterla, lui a quel punto ha estratto la pistola e sparato, secondo una prima ricostruzione, nove colpi di pistola contro la ragazza di 19 anni e contro Nicoletta Zomparelli.

Desyrée riesce a scappare, corre nel bagno, si chiude dentro terrorizzata, sente i colpi di pistola, sente il mondo che gli frana intorno, poi il silenzio, corre fuori, per i campi e si salva.

Trova la forza di correre e di chiamare il 112, di arrivare in quella piazzola del distributore di benzina dove i militari letteralmente la raccolgono. 

La famiglia

Il suo mondo non c’è più. Desyrée e Renée, nate a tre anni di distanza e tante passioni in comune, una su tutte la danza, Renée fino a qualche anno fa frequentava la scuola di Maria Grazia Angeletti, la stessa frequentata da un’altra bambina uccisa nella stessa maniera atroce Alessia Capasso. Sì perché Cisterna una tragedia così l’ha già vissuta. Sei anni fa il carabiniere Luigi Capasso tentò di uccidere la moglie Antonietta senza riuscirci, poi si barricò in casa e uccise le due figlie prima di suicidarsi. Ieri la scena si è ripetuta. Ancora violenza, ancora un militare coinvolto. Christian Sodano, 27 anni, originario di Formia, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio Reparto navale di Ostia. Il giovane era rimasto orfano, aveva perso il padre, anche lui un finanziere, e la madre, un poliziotta, tra il 2016 e il 2020.

 

Maria Grazia Allegretti piange e le ricorda, le sue piccole ballerine: «Avevano vinto tanti campionati, con me avevano viaggiato tanto per gare e campionati e sempre medaglia d’oro...Dovrei avere una foto dove sono vicine con la coppa, ne sono sicura perché l’ho mandata anche ad Antonietta». Antonietta è la mamma di Alessia e Martina Capasso, le due bimbe uccise dal padre sei anni fa. 
Renée e Desy, le due sorelle e la mamma erano sepesso insieme, lavoravano nell’agenzia immobiliare di famiglia lungo il corso di Cisterna.

Il padre delle ragazze non era a casa. Giuseppe Amato, commerciante di frutta e verdura, per anni ambulante per i mercati della provincia pontina, noto alle forze di polizia. Fratello di Gennaro Amato, un nome molto noto a Cisterna, personaggio di spicco della malavita locale. Due gli agguati di cui è stato vittima: la prima volta nel novembre del 1998, quando fu gambizzato all’interno della sua villetta; la seconda nel 2001. Poi nel 2018 era stato arrestato per traffico di droga.
Ma ieri nella villetta le tre donne erano sole. Sodano aveva dormito lì, poi era uscito e ritornato. Non è chiaro cosa si accaduto, la ragazza che è sopravvissuta è sconvolta, le sue dichiarazioni sono ancora confuse, resta per il momento agli atti il racconto di lui: quando ha tirato fuori la pistola, madre e sorella di Desyrée gli si sono scagliate addosso. E lui ha sparato. 

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