Megastore Globo, Forestale in Comune: acquisiti i documenti relativi alla destinazione urbanistica

Megastore Globo, Forestale in Comune: acquisiti i documenti relativi alla destinazione urbanistica
di Monica Forlivesi
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 11:55
LATINA - Gli agenti dei Nucleo investigativo della Forestale ieri sono saliti negli uffici del settore Urbanistica per acquisire ulteriore documentazione sul mega store Globo di Borgo Piave. La struttura praticamente pronta per essere aperta e sequestrata perché si profila, secondo la Procura di Latina, il reato di lottizzazione abusiva. Tanto che ci sono già sette persone indagate. Gli agenti dell'ispettore Stefano Giulivo hanno acquisito la documentazione relativa ai Piani urbanistici e relativi vincoli. Al centro dell'attenzione negli ultimi giorni il certificato di destinazione urbanistica sul quale è stato costruito il grande centro commerciale da parte della società abruzzese Cosmo, che vende abbigliamento e calzature.

In tarda mattinata gli agenti del Nipaf sono saliti negli uffici al primo piano di Corso della Repubblica per acquisire l'estratto del Piano regolatore generale e le relative norme tecniche di attuazione. Documenti che sembrano confermare che in quell'area dove è stato costruito sì un edificio che ospita i negozi, ma anche un enorme parcheggio, non si sarebbe potuto edificare, il parcheggio insiste su un'area a destinazione agricola ma non solo: esiste una fascia di rispetto stradale larga una quarantina di metri che è evidentemente inedificabile.
Quello dello store Globo è diventato un tormentone dell'estate 2016, una situazione che ha il sapore del surreale: passaggi di proprietà, area acquistate in un secondo tempo e annesse, due permessi di costruire, il secondo in variante, nuovi vincoli urbanistici che spuntano settimana dopo settimana. Tanto che la Procura, e in particolare il sostituto Giuseppe Miliano, hanno aperto un'inchiesta e, a fine luglio, disposto il sequestro dell'intero complesso a un passo dall'apertura, quando già da settimane si stavano effettuando i colloqui propedeutici alle assunzioni.
Ieri l'attenzione del Nipaf si è concentrata sul certificato urbanistico, sì perché la società Mimosa Park, il 26 giugno 2014 chiede al Comune un nuovo certificato dal quale in un unico contesto si certifichi: sia la destinazione rurale del terreno, ma anche: che detto terreno pur ricadendo in zona H rurale di fatto ha acquisito il diritto all'edificazione con destinazione d'uso commerciale in virtù di preesistenti edifici con pari destinazione legittimati con titoli edilizi conformi alle vigenti norme. Norme in virtù delle quali è stato rilasciato il permesso a costruire del 2009 e quello successivo del 2013 con i quali è stata autorizzata la costruzione di un edificio ad uso commerciale e di parcheggi pertinenziali sulla residua area. Nel certificato di destinazione urbanistica del 9 luglio 2014, non viene riportato però che il terreno ha acquisto la destinazione d'uso commerciale, vengono solo citati i permessi a costruire.

In virtù di questa documentazione la società Cosmo ribadisce di aver investito in assoluta buonafede, fidandosi della documentazione ricevuta dalla precedente proprietà e rilasciata dal Comune di Latina. Tanto che preannunciano, in caso di mancato dissequestro, di procedere nelle sedi opportune per vedere i propri diritti riconosciuti. Il 6 settembre infatti verrà discussa davanti al Tribunale del Riesame l'istanza di dissequestro presentata dalla società nella quale sostiene: che l'immobile è stato acquisito non direttamente ma dalla Bnp Paribas, che però non compare negli atti dell'inchiesta, e che l'acquistato è stato fatto, come sottolinea l'avvocato Gabriele Rapali di Teramo: «Sulla base di atti amministrativi inequivoci, ci sono due concessioni, del 2009 e del 2013, e una delibera di variante fatta dal Comune».