Latina e Sabaudia, il mare avanza: ecco i punti a rischio, diverse aree sott'acqua entro il 2099

La ricerca dell'Enea, anche Sabotino è zona blu

Latina e Sabaudia, il mare avanza: ecco i punti a rischio, diverse aree sott'acqua entro il 2099
di Marco Cusumano
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Martedì 1 Agosto 2023, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 12:30

Tra le conseguenze più pericolose del cambiamento climatico c'è sicuramente il rischio di inondazione che riguarda anche la costa pontina, una delle più delicate dal punto di vista geologico. Ora c'è uno studio realizzato dai ricercatori dell'Enea che hanno sviluppato un nuovo metodo per analizzare un'enorme quantità di dati, provenienti soprattutto dai sistemi satellitari, per arrivare a una mappatura delle aree costiere a rischio inondazione.

Al momento sono state completate e diffuse quattro mappe: Follonica-Piombino e Marina Di Campo in Toscana, Fertilia-Alghero in Sardegna e il Parco Nazionale del Circeo, Latina e Sabaudia.

La ricerca Enea

Il territorio pontino è caratterizzato di diverse aree di colore blu, ovvero con un grave rischio di finire sotto al livello del mare entro un periodo compreso tra il 2070 e il 2099.

E non si parla solo di zone che si trovano a ridosso del mare o delle lingue di terra che separano i laghi dal mare, ma anche di aree un po' più interne, in particolare a borgo Sabotino dove il rischio di inondazione è indicato in maniera evidente.

«Il nuovo servizio climatico - spiega l'agenzia Enea - è stato messo a punto da un team di ricercatori composto da climatologi, esperti Gis, oceanografi e geologi. Il servizio intende fornire a decisori pubblici e pubbliche amministrazioni centrali e locali le tendenze evolutive del territorio, in modo da pianificare le strategie di adattamento al cambiamento climatico». Nel team c'è anche un ricercatore di Latina, Sergio Cappucci, del laboratorio di Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico.

«I risultati dei nostri studi - spiega Cappucci - hanno dimostrato che entro la fine del secolo, i beni maggiormente esposti al rischio di inondazione sono le zone umide, le aree di retrospiaggia e retroduna e alcune infrastrutture marittime. Per ciò che riguarda le zone umide e le aree di retrospiaggia aggiunge il rischio di inondazione rispetto all'attuale livello medio del mare è dovuto alla bassa quota e alla subsidenza, mentre per le infrastrutture costiere come porti, opere di difesa, moli, casse di colmata, la causa sembra riconducibile al naturale affondamento sul fondo marino».

Il sistema adottato dai tecnici è innovativo e, nei prossimi anni, potrebbe diventare uno standard per la creazione di stime a lungo termine in grado di fornire elementi concreti sul futuro dei nostri territori.
Il servizio si articola su tre fasi: nella prima, grazie all'utilizzo dei modelli digitali del terreno di alcune delle piattaforme nazionali ed europee (come il Portale Cartografico Nazionale per i modelli digitali e il programma "Copernicus" per i movimenti verticali della superficie terrestre), vengono individuate le aree costiere che nei prossimi decenni saranno più vulnerabili alle variazioni del livello del mare. La seconda fase riguarda la valutazione approfondita delle categorie di beni più esposte alle inondazioni.

Le previsioni si basano su immagini digitali ad altissima risoluzione raccolte nel periodo 2008-2012 «Nelle proiezioni di aumento del livello del mare mancano i dettagli regionali che sono fondamentali per lo studio di un'area così speciale come quella del Mediterraneo» evidenzia Roberto Iacono, del Laboratorio Enea di Modellistica climatica. «In questo contesto la messa a punto del nuovo approccio consente di valorizzare gli sforzi che la comunità scientifica ed europea stanno facendo per condividere piattaforme di dati e informazioni ambientali e per realizzare un servizio climatico open access ad alta risoluzione, con scenari sempre più affidabili e realistici, al fine di valutare gli impatti futuri del cambiamento climatico e pianificare opportune strategie di prevenzione e adattamento».
 

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