Intascavano i rimborsi per la scorta a un pentito di mafia: sotto accusa nove agenti di polizia

L'indagine partita dopo il suicidio di un ispettore capo nella Questura di Latina

Intascavano i rimborsi per la scorta a un pentito di mafia: sotto accusa nove agenti di polizia
di Marco Cusumano
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Venerdì 24 Novembre 2023, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 12:47

Sono accusati di aver intascato dei rimborsi facendo la "cresta" sulle spese legate al proprio incarico nel servizio di scorta. La Procura di Latina ha chiesto il rinvio a giudizio per nove agenti di polizia, in servizio alla Questura di Latina. Il caso è approdato ieri mattina davanti al giudice per l'udienza preliminare, Mario La Rosa, ma il fascicolo è tornato in Procura per un problema di notifiche e ora si dovrà procedere con una nuova udienza ancora non fissata.

L'indagine è partita grazie ad alcune intercettazioni telefoniche legate a un'altra attività investigativa, relativa al suicidio di un agente di polizia all'interno della Questura del capoluogo. Si tratta dell'ispettore capo Antonio D'Onofrio, trovato senza vita su un terrazzo della Questura la mattina del 25 dicembre 2018. Accanto al cadavere c'era la pistola d'ordinanza, fu trovato il bossolo ma non l'ogiva del proiettile. Un dettaglio che lasciò aperti diversi interrogativi, ma le successive indagini non portarono a nulla di concreto e ancora oggi il suicidio resta avvolto nel mistero.

Il ruolo che l'ispettore capo Antonio D'Onofrio ha ricoperto per anni a Latina è particolarmente delicato: è stato infatti il referente dei collaboratori di giustizia che vivevano sotto protezione.

E proprio nel corso delle indagini sulle attività che ruotavano intorno alla sua figura, sono emersi dettagli da chiarire in merito ai rimborsi per alcune trasferte, accertamenti che riguardano altri agenti di polizia.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, alcuni poliziotti che scortavano un pentito di mafia per partecipare ai diversi processi in tutta Italia nei quali veniva indicato come testimone, presentavano delle fatture in più rispetto a quanto effettivamente speso, intascando così delle somme di denaro. Si tratta soprattutto di rimborsi per i ristoranti, in tutto qualche migliaia di euro per numerose trasferte effettuate nel periodo preso in considerazione. La Procura ha ipotizzato il reato di truffa aggrava e continuata ai danni dello Stato.

Ieri però i legali della difesa hanno evidenziato l'omessa notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari e di conseguenza il Gup non ha potuto fare altro che annullare la fissazione dell'udienza preliminare rimandando gli atti alla Procura per ripetere la procedura. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Vasaturo, Orlando Mariani, Oreste Palmieri, Stefano Reali, Marco Padula e Italo Montini.

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