Latina, inquinamento della falda acquifera: due anni di silenzio

Latina, inquinamento della falda acquifera: due anni di silenzio
di Elena Ganelli
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Domenica 6 Marzo 2016, 17:37
LATINA - L'inquinamento della falda acquifera attorno alla centrale nucleare di Borgo Sabotino e il superamento delle concentrazioni di sostanze tossiche da due a venti volte il limite massimo consentito era circostanza nota al Comune sin dai primi mesi del 2014, eppure non è stata adottata alcuna iniziativa per informare la popolazione né sono state avviate azioni per ridurre il livello di inquinamento dell'acqua per uso domestico. Si è scelto il silenzio. E intanto i soldi destinati a tali interventi venivano utilizzati per pagare le cooperative che si occupavano della manutenzione del verde. C'è anche questo nelle carte dell'inchiesta avviata dalla Procura sul sistema di affidamento dei lavori bypassando le norme che avrebbero imposto una gara pubblica. Esattamente due anni fa le analisi avevano rivelato la presenza nella falda acquifera destinata a usi domestici e all'irrigazione dei campi nell'area di Sabotino di cloruro di vinile (utilizzato per la produzione della plastica), tricloro etilene (usato nell'industria metallurgica) e tricloro semplice (un solvente usato per i lavaggi a secco): un mix che secondo Sogin non poteva essere ricondotto al ciclo produttivo della centrale nucleare. Oltre ad un paio di conferenze di servizi e alla denuncia di qualche ambientalista da piazza del Popolo non è stata adottata alcuna iniziativa né di carattere informativo per i residenti né tanto meno per avviare una bonifica.

Al contrario i fondi Sogin regolarmente trasferiti al Comune - complessivamente tre milioni e 270mila euro per gli anni 2011, 2012 e 2013 - quale compensazione dello Stato ai territori che ospitano le centrali, sono in parte finiti alle cooperative e soprattutto non sono stati utilizzati per recuperare lo stato della falda acquifera. Il tutto nonostante il vincolo che obbliga gli enti locali beneficiari a destinarli a interventi quali la gestione dei rifiuti, la tutela delle risorse idriche e la bonifica dei siti inquinati. E' lo stesso assessore Fabrizio Cirilli, in una delle intercettazioni agli atti del procedimento, che durante una riunione con alcuni suoi sostenitori racconta di avere utilizzato per il taglio dell'erba in città risorse attinte da capitoli di bilancio diversi, quello dei cosiddetti fondi di compensazione Sogin e quello dei lavori pubblici. Uno storno questo che assume contorni di illegittimità, come sottolineano gli investigatori, e che ha riguardato anche altri capitoli: i soldi sono stati utilizzati - impropriamente - anche per compensi ed extra al personale interno del Comune, quello dell'assessorato all'Ambiente. Il tutto mentre l'area di Sabotino ha utilizzato acqua inquinata. Senza saperlo.